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Un invito ai giornalisti di Repubblica

di Massimo Mazzucco - 07/04/2006

Fonte: luogocomune.net

 
di Massimo Mazzucco (con un messaggio di Giulietto Chiesa)
 

Abbiamo indirizzato questa lettera, in privato, al Direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e per c/c al suo giornalista Arturo Zampaglione. Nella sua forma aperta, sul sito www.luogocomune.net , la indirizziamo anche a tutti i giornalisti italiani, di Repubblica e non, che la vorranno leggere. Il problema ci riguarda tutti, indistintamente.

Egregio Direttore, le scrivo anche a nome di una buona maggioranza dei 3.000 utenti che sono iscritti al sito di cui sono responsabile, luogocomune.net.

Sulla vostra versione web del 3 Aprile - e immagino anche sul giornale stampato - è uscita una notizia relativa al trailer del film "United 93", a firma di Arturo Zampaglione. Nell'introdurre la notizia, l'Autore ha fatto questa premessa, che riporto integralmente:

"Partito da Newark, uno dei tre aeroporti di New York, in direzione di San Francisco, l'aereo fu dirottato dai terroristi di Al Qaeda che volevano farlo schiantare sul Congresso di Washington. Ma l'azione dei kamikaze fu bloccata da un gruppo di eroici passeggeri che, avendo saputo degli analoghi attacchi contro le Torri gemelle e il Pentagono, decisero di reagire. Dopo una colluttazione nella cabina di pilotaggio, l'aereo cadde in un angolo verde e sperduto della Pennsylvania, uccidendo tutte le persone a bordo, ma senza causare altre vittime".

Per quanto rispecchi in toto la cosiddetta "versione ufficiale dei fatti", questo a noi - e a moltissime altre persone nel mondo - non risulta affatto vero. Esistono in rete molti dati, altrettanto validi e facilmente riscontrabili, che permettono di dedurre che con tutta probabilità non vi fu nessuna colluttazione a bordo, mentre il ritrovamento di rottami nell'arco di molte miglia di distanza - testimoniato da giornalisti del Pittsburgh Gazette, oltre che da svariati abitanti del luogo - impone di pensare che l'aereo in realtà sia esploso in volo. Altre testimonianze parlano, inequivocabilmente, di abbattimento in volo.

Sarebbe quindi auspicabile, da parte vostra, almeno una verifica su quanto affermato, allo scopo di evitare di contribuire a diffondere una eventuale menzogna sui fatti accaduti. Siamo infatti di fronte ad un fatto criminoso, le cui implicazioni a loro volta comportano conseguenze devastanti a livello planetario.

Se vi potesse interessare, abbiamo voluto mettervi a disposizione un filmato sulla vicenda di United 93 che riassume la maggiori incongruenze della versione ufficiale, quale l'ha riportata Zampaglione nell'articolo citato, e raccoglie le testimonianze più significative al riguardo. Si va dal Sindaco di Shanksville, Ernie Stuhl, al direttore stesso del Pittsburgh Gazette, Dennis Rodney.

L'angolazione è tutt'altro che mainstream, naturalmente, ma ci piace pensare che il quotidiano che lei dirige non si accodi ciecamente al coro orchestrato da lontano, ma voglia verificare in proprio ciò che afferma, e ricerchi prima di tutto la verità, al servizio del cittadino che si è prefisso di informare.

Cordialmente

Massimo Mazzucco / luogocomune.net

http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?op=viewarticle&artid=37 link ai filmati sull'11 Settembre, fra cui quello dedicato al volo United 93.

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Per l'articolo completo di Zampaglione:
http://www.repubblica.it/2006/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/united93/united93/united93.html

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Riguardo alla lettera a Repubblica, Giulietto Chiesa ci manda questo messaggio:


Arturo Zampaglione, Ezio Mauro e tutti gli altri giornalisti del mainstream sanno solo quello che il mainstream - di cui sono parte integrante e che alimentano con il loro quotidiano lavoro - dice.

Non è nemmeno questione di buona o cattiva fede. E' questione di pura e semplice accettazione dello status quo. Da quello non è possibile, per loro, uscire. Cioè in quello devono restare, necessariamente, tutti coloro - e sono miliardi - che conoscono esclusivamente il mainstream informativo.

Prova a immaginarti questa situazione: Arturo Zampaglione ha un dubbio sull'11 settembre. Di conseguenza prova a scriverlo su Repubblica. Se, per caso, glielo pubblicano (perchè non se ne sono accorti), poi lo richiamano in Italia o gli suggeriscono una clinica psichiatrica. Altrimenti non glielo pubblicano. E da quel momento staranno molto attenti a quello che Zampaglione scriverà in futuro. E anche Zampaglione starà molto attento .....

Prova a immaginare che lo stesso dubbio venga a Ezio Mauro, direttore. E' difficile, ma prova. Ezio Mauro capirà immediatamente che, magari, è perfino possibile, ma saprà che è meglio, per lui, per la sua posizione, per le implicazioni prevedibili, lasciare da parte la questione. Il silenzio non è un rischio.

Ho fatto decine di esperimenti, con decine di colleghi, intellettuali, persone colte: nessuno sapeva niente di questa storia. Pochi avevano avuto sentore. I più svegli avevano capito che la storia poteva essere vera, ma che puzzava di bruciato ed era meglio starne alla larga.

Questo è il quadro, realistico. Se si vuole fare opera di verità è da questo quadro che bisogna partire per costruire una strategia.

Buon lavoro,

Giulietto Chiesa