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Da Priolo alla Bolivia, è"blood for oil"

di - 03/05/2006

Fonte: petrolio.blogosfere.it

 
Tutto avremmo immaginato, fuorché vedere l'incendio alla raffineria di Priolo responsabile dell'aumento di 1$ del prezzo del greggio. Tale surreale notizia viene nientedimeno che dalla Reuters, quindi si tenderebbe a crederci, se non sapessimo che oramai con le scuse per giustificare gli aumenti stanno raschiando il fondo del barile. Più semplicemente, la gran parte delle infrastrutture petrolifere mondiali sta mostrando la corda: non si investe nel settore ormai da anni, e ultimamente gli incidenti si moltiplicano (dalla Sicilia, alla Nigeria, all'Alaska).
Notizie interessanti dal Sudamerica: La prima vera, la seconda probabilmente falsa.

Evo Morales, Presidente della Bolivia, ha messo in pratica ciò che aveva annunciato già da mesi, nazionalizzando petrolio e gas (1) con tanto di presenza militare. Le compagnie straniere hanno tempo 180 giorni per andarsene o rinegoziare i termini dei contratti di produzione con il governo boliviano. In tempi di crisi energetica non c'è però da stupirsi che i Paesi produttori, uno dietro l'altro, prendano in mano la gestione delle proprie risorse.

Il Venezuela invece, secondo un articolo MSNBC tratto dal Financial Times, si trova costretto a comprare urgentemente 100.000 barili al giorno dalla Russia perché con la propria produzione non riesce ad onorare le consegne. Sotto sotto si insinua che Chavez abbia infrastrutture in disfacimento, o addirittura riserve molto inferiori a quelle dichiarate e agli sgoccioli. Altrove si insinua però al contrario che tali "segreti documenti ottenuti dal Financial Times" non siano altro che l'ennesimo tentativo dell'amministrazione USA di screditare il Venezuela presentandolo come inaffidabile e sull'orlo della bancarotta. Chissà.

Certo però che forse Bush farebbe meglio ad occuparsi dei problemi dei propri cittadini. Nei giorni scorsi ne abbiamo viste di cotte e di crude, sugli americani alle prese coi prezzi della benzina (ricordate i gruppi di preghiera per far scendere il prezzo?). (2) Oggi si scopre persino di peggio: gli studenti dell'Idaho donano in massa il sangue per ricevere i 20 dollari di premio, e riuscire a fare il pieno. E si lamentano anche che i 20$ non bastano. La gente sembra insomma più che disposta a versare "sangue per petrolio", per parafrasare i cartelli contro la guerra.

Intanto ben 4000 bambini del Tennessee questa settimana non sono andati a scuola. La ragione? il distretto scolastico non può più permettersi di rifornire di benzina gli scuolabus. (3)

Fonte:
http://petrolio.blogosfere.it/


Note:
1)
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/4963348.stm
2)
http://petrolio.blogosfere.it/ post: USA e benzina: ancora storie dell'altro mondo.
3)
http://www.wmtw.com/education/9141928/detail.html<br%20/>/index.html