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Nano globalizzazione

di Alessio Mannucci - 22/05/2006

 


La nanotecnologia ha già prodotto, nel 2005, circa 30 miliardi di dollari in merci manufatturiere, più del doppio dell'anno prima. “La nanotecnolgia stà uscendo dai laboratori per finire negli scaffali”, ha detto Matthew Nordan, Presidente e Direttore di Ricerca della Lux Research, società nuiorchese specializzata in analisi del mercato nanotecnologico.

I prodotti resi disponibili dalla nanotecnologia sul mercato attuale vanno dai refrigeratori anti-microbici ai nano-farmaci alle nano-batterie ricaricabili (nell'immagine). Entro il 2014, ci si aspetta che il “nano-mercato” arrivi ad incorporare un qualcosa come 2.6 trilioni di dollari in merci manufatturiere globali.

L'Asia, in particolare, si stà concentrando sul campo della fornitura di nanomateriali: “Ci sono più di 30 compagnie solo in Cina che producono nanoparticelle di ceramica, nel resto del mondo sono 120. In Corea si vendono nanotubi al carbonio a 200 dollari al chilogrammo, il 50% in meno rispetto ai fornitori occidentali del 50%. Il chè è drammatico”, dice Nordan, “l'Asia può competere aggressivamente non solo nel lavoro ma anche nel capitale. Alla lunga, il mercato dei nanomateriali finirà molto probabilmente in mano alle compagnie est-asiatiche”.

Governi, corporazioni e capitalisti di ventura in tutto il mondo hanno già investito circa 9,6 miliardi di dollari nella ricerca e nello sviluppo di nanotecnologia nel 2005, un 10% in più rispetto al 2004. Soprattutto le corporazioni, con 4,5 miliardi di dollari, un 18% in più rispetto al 2004. Di questi, 1,9 miliardi nel Nord America, 1,7 miliardi in Asia, 850 milioni in Europa e 70 milioni nel resto del mondo. “Avevamo predetto che gli investimenti delle corporation avrebbero presto sorpassato quelli governativi. Bèh, è avvenuto”, ha detto ancora Nordan.

Benvenuti nella nano-globalizzazione.

Gli investimenti dei governi di tutto il mondo sono ancora superiori, complessivamente, con 4,6 miliardi di dollari nelk 2005, ma solo un 3% in più rispetto al 2004.

Globalmente, il capitale di ventura in nanotecnologia ha raggiunto quota 497 milioni di dollari nel 2005, facendo registrare un 2% in più dei flussi di capitale totale globale, il 17% in più rispetto al 2004. Mentre la media affaristica si è attestata intorno ai 10,9 milioni di dollari nel 2005, grazie a società come Nanomix, Aspen Aerogels e Nanosys, anche se in generale gli affari sono diminuiti del 17% rispetto al 2004.

Il capitale di ventura nel settore del nanotech è ancora altamente concentrato: solo il 10% delle 143 aziende nanotecnologiche che hanno ricevuto fondi di capitale di ventura istituzionale sin dal 1988 possono contare sul 43% del finanziamento cumulativo.

Charles Harris, capo esecutivo dell'ufficio di venture-capital dell'Harris & Harris Group di New York se la prende con il “Sarbanes-Oxley Act” del 2002, una legge federale promulgata dopo gli scandali finanziari (doping amministrativo, ndr) che hanno visto protagoniste corporations come la Enron, la Tyco, la WorldCom, la Global Crossing, che interviene, per prevenire i fenomeni di “market abuse”, nell'organizzazione e nel funzionamento delle imprese, specie quelle che influenzano l'andamento del mercato, prevedendo regole di “corporate responsability”.

Tutto questo, è bene ricordarlo, stà avvenendo mentre ancora non esistono garanzie sulla sicurezza delle nanoparticelle, in barba al principio di precauzione.

Fonte: Space Daily / United Press International 15 maggio 2006

Istituzione scientifica citata nell'articolo:

Lux Research

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