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Israele va alla guerra, ancora una volta: la politica come vendetta

di Alberto Giovanni Biuso - 15/07/2006

Fonte: girodivite

 

Il governo di Israele ha scatenato l’ennesima guerra dalla sua fondazione. Il pretesto può essere ogni volta diverso ma gli obiettivi sono sempre gli stessi: la creazione del Grande Israele, secondo i confini indicati nella Bibbia, e la soluzione finale del problema palestinese con il genocidio dei palestinesi.

E ancora una volta è il Libano il teatro dell’uccisione di bambini, donne, civili. Il Libano già in ginocchio -dopo un giorno soltanto di guerra- per l’interruzione immediata del flusso turistico, il Libano dove Ariel Sharon organizzò e coprì i massacri di Sabra e Shatila, che a qualunque altro militare del mondo sarebbero costati un’accusa di crimini contro l’umanità. Per lui, invece, niente.

Israele è lo stato più armato del Vicino Oriente e uno dei meglio attrezzati al mondo. Dotato, contro ogni risoluzione dell’ONU e accordo internazionale, di ordigni nucleari, capace di spazzare via in poco tempo la resistenza degli eserciti dei Paesi vicini. E soprattutto con gli Stati Uniti a coprire ogni sua azione e decisione. È chiaro che USA e Israele -alleati d’acciaio- costituiscono oggi i due maggiori pericoli per la pace mondiale e per l’economia europea. Il prezzo del petrolio, infatti, è immediatamente salito toccando nuovi massimi.

Di fronte all’evidenza, persino l’Unione Europea ha stavolta condannato la cosiddetta «reazione sproporzionata» di Israele agli attacchi della milizia sciita Hezbollah, un’azione che è consistita nell’aggressione a un Paese sovrano. Immaginiamo cosa sarebbe accaduto se una reazione simile l’avesse avuta un qualsiasi altro Paese del mondo, per non dire del “cattivo” Iran...

Ma a Israele tutto è permesso in nome dell’“autodifesa”. Come se chi attacca per primo non adducesse sempre tale pretesto; lo fece persino Hitler quando invase la Polonia...e per ultimo Bush invadendo l’Irak. E tuttavia, chi osa criticare il governo israeliano viene immancabilmente accusato di antisemitismo. Si tratta, ormai, di un ricatto ideologico tanto strumentale quanto grottesco e veramente turpe anche dal punto di vista culturale.

E allora lasciamo che sia un ebreo statunitense, Noam Chomsky, a dichiarare apertamente che «allo stato attuale l’alleanza Stati Uniti-Israele-Turchia è un caposaldo della strategia degli Stati Uniti, e Israele è praticamente una base militare statunitense». Lasciamo che siano altri studiosi e commentatori ebrei a sostenere tesi molto dure nei confronti del governo israeliano, tesi che «a nessun goijm, a nessun gentile, a nessun non ebreo è permesso dire, nei normali circuiti del dibattito democratico» (G. Giaccio).

E siccome l’accusa cadrà inevitabilmente anche sull’autore di queste ovvie riflessioni, dichiaro che fra i miei Maestri di vita e Autori più amati ci sono gli ebrei Spinoza (peraltro maledetto e cacciato dalla Sinagoga nel 1656), Proust, Husserl, Arendt, Canetti...

La politica terroristica dell’Israele contemporaneo è comunque coerente con il Libro Sacro: vendetta, sempre e comunque.

«Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido» (Esodo, 21, 23-25)

«Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all’altro» (Levitico, 24, 19-20)

«Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede» (Deuteronomio 19, 21)

Hegel diceva che «non c’è pretore tra gli stati», chi è meglio armato e vince detta la Legge e stabilisce chi abbia ragione.

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