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La guerra infinita continua: Palestina, Libano, Iraq, Afghanistan.....

di Comitati Iraq Libero - 15/07/2006

Fonte: iraqiresistance

 

Palestina, Libano, Iraq, Afghanistan.....

e in Italia c’è chi vorrebbe cavarsela con i soliti trucchetti parlamentari....

 

Mentre a Gaza prosegue il massacro della popolazione sotto il fuoco sionista, mentre metà governo palestinese si trova incarcerato nelle prigioni israeliane, mentre Israele aggredisce il Libano col silenzio complice di un Occidente che si limita ipocritamente alla critica degli “eccessi”, mentre continuano le criminali occupazioni dell’Iraq e dell’Afghanistan (60 civili uccisi dagli ultimi bombardamenti Usa nel sud-est del paese); nel Parlamento italiano si discutono mezzi e mezzucci per l’ennesimo inganno, per giustificare l’ingiustificabile, per chiamare pace la guerra.

La mozione su cui si sono accordati tutti i gruppi della maggioranza governativa alla Camera è in perfetta continuità con la politica del governo Berlusconi. Non a caso il centrodestra la voterà senza problemi. In essa c’è la prosecuzione dell’impegno italiano sia per la “missione Isaf” che per “Enduring Freedom”, mentre non c’è il ben che minimo accenno alla cosiddetta “exit strategy”. Il resto (il monitoraggio, ecc.) è aria fritta.

Insomma, le truppe italiane restano e perfettamente integrate nel dispositivo di occupazione.

Il fatto politico è enorme: l’Italia governata dal centrosinistra continua a combattere la guerra infinita avviata da Bush proprio in Afghanistan. Che è poi la stessa guerra di aggressione portata avanti dal terrorismo sionista in Libano, a Gaza ed in tutta la Palestina.

E’ ridicolo l’affannarsi con il quale il vertice di Rifondazione Comunista continua a parlare di “riduzione del danno”. Ma, con Prodi, non doveva esserci una svolta? E il no alla guerra non era “senza se e senza ma”?

Nessuna furberia parlamentare potrà nascondere la sostanza delle cose.

 

Domani, 15 luglio, Iraq Libero sarà presente all’assemblea convocata a Roma dal gruppo di parlamentari che si oppone al rifinanziamento della missione di guerra italiana in Afghanistan.

Ci auguriamo che i NO siano tanti alla Camera come al Senato. E soprattutto ci auguriamo che non cambino di segno di fronte alla richiesta di un voto di fiducia al governo.

Il voto sull’Afghanistan, già di per se importantissimo, sarà il voto sull’intera politica del governo Prodi-D’Alema, un governo atlantista e filo-USA che ha scelto chiaramente da che parte stare, quella della guerra imperialista a guida statunitense.

 

Per questi motivi, per un No al decreto che finanzia la missione di guerra in Afghanistan, lunedì 17 luglio manifesteremo, insieme a tante altre realtà del movimento contro la guerra, davanti alla Camera dei deputati.