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E sul web la bandiera della Siria ha scalzato l’arcobaleno al grido di “sovranità!”

di Mauro La Mantia - 29/08/2013

Fonte: Barbadillo




siriaI tragici sviluppi della guerra civile in Siria ed il possibile intervento militare degli Usa e dei loro alleati stanno innescando un cambiamento di mentalità in Italia. Non solo da noi ma anche nelle altre nazioni europee si ha la percezione che la Siria sia al centro di un’aggressione quasi senza precedenti. Nonostante la disinformazione dei grandi media occidentali la rete permette una controinformazione che sta creando qualche problema agi sostenitori dell’“esportazione della democrazia”. Fioccano video, articoli e discussioni sul web contro l’imminente attacco: una vera e propria campagna spontanea.

A poco servono le accuse di dispotismo contro il regime retto da Bashar al-Assad visto che non vi è traccia in Medio Oriente di democrazia, a cominciare dall’Arabia Saudita (maggior alleato degli Usa nell’area), uno degli Stati più integralisti e intolleranti del mondo. E stanno crollando anche le fragili teorie sull’uso delle armi chimiche da parte dell’esercito regolare siriano. Del resto tutti ricordiamo la storia delle armi di distruzione di massa (mai trovate) come pretesto per l’attacco all’Iraq di Saddam Hussein. Proprio sulle menzogne di Ong e media occidentali e sulla questione del sostegno (soprattutto da parte di Usa e Turchia) alle milizie islamiste in Siria il libro-inchiesta di Tony Cartalucci e Nile Bowie (“Obiettivo Siria”, Arianna Editrice) svela i “segreti di Pulcinella”.

Sempre attraverso la rete si può rilevare un cambiamento di paradigma nell’opposizione alle guerre degli Usa e dei suoi alleati. Sono infatti scomparse le bandiere pacifiste e apparse le bandiere delle nazioni sovrane, in questo caso della Siria. Si vede soprattutto su Facebook: ragazze e ragazzi di ogni orientamento politico – culturale che condividono la bandiera siriana. Era già avvenuto qualcosa di simile con la Libia. Il fallimento delle “primavere arabe” ha rafforzato l’idea del principio di autodeterminazione dei popoli contro le ingerenze esterne. Qui non è in gioco la difesa del governo siriano guidato da Assad, discutibile quanto vogliamo, ma qualcosa di più importante: la sovranità, l’indipendenza e la libertà di un intero popolo.

Il fronte pacifista è inoltre spiazzato dall’attuale amministrazione americana: a teorizzare l’attacco contro la Siria non c’è più il guerrafondaio conservatore George W. Bush ma il progressista premio Nobel per la pace Barack Obamainsieme all’ex leader pacifista (al tempo della guerra in Vietnam) John Kerry oggi Segretario di Stato. Sarà forse per questo se nelle piazze non vediamo più le bandiere arcobaleno che spopolarono durante la guerra in Iraq.

All’imbarazzo e all’immobilismo dei pacifisti si sovrappone un certo dinamismo dell’area identitaria e sovranista. Non è un caso che sempre sul web nascono continuamente gruppi di comitati pro-Siria dove si ipotizzano manifestazioni di piazza di solidarietà. La prima ad essere annunciata è quella del “Comitato Terra Nostra” a Palermo, il prossimo venerdì 30 agosto, dove si svolgerà nella centralissima Piazza Politeama un flash mob, caratterizzato dai colori nazionali siriani, contro il probabile attacco militare. Sembra che altre città seguiranno la manifestazione in Sicilia. E non deve stupire che l’iniziativa parta proprio dalla regione dove gli Usa vogliono costruire il Muos, il nuovo sistema satellitare a Niscemi, strumento efficientissimo per le future guerre americane. Un’opera che sta suscitando forti proteste tra la popolazione siciliana.

Il quadro è ormai chiaro: nella fase più acuta della globalizzazione omologante e del tentativo di abbattere ogni vincolo nazionale e comunitario, affinché trionfi definitivamente l’ideologia mercatista, c’è tutto un popolo che intende alzare la bandiera sovranista – e lo fa nelle piazze “virtuali” quanto in quelle reali – soprattutto contro ogni ingerenza sovranazionale (economico, politico e militare). Un diritto ed un dovere di tutti i popoli a cominciare da quello siriano.i