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Attacco USA alla Siria: perché la Russia è dalla parte giusta

di Vladimir Radjukhin - 09/09/2013


CSTO leaders meet in Kremlin La calibrata risposta di Mosca agli sviluppi nel Paese mediorientale nasce dalla consapevolezza di trarre vantaggi da qualsiasi azione adottino gli Stati Uniti. “Correndo attraverso un campo minato, è saggio lasciare che gli altri corridori ti sorpassino“, ha commentato un esperto di Medio Oriente russo spiegando perché Mosca ha adottato un atteggiamento di basso profilo nella crisi in rapida escalation in Siria. Il commento fotografa in modo abbastanza accurato la posizione di Mosca. La Russia ha protestato con veemenza con gli Stati Uniti, che prevedono di attaccare la Siria, ma ha anche messo in chiaro che non sarebbe entrata in guerra con l’occidente per il Paese mediorientale.
La Russia, naturalmente, non è l’ex Unione Sovietica. Ma Mosca ha dato alla Siria un cruciale appoggio diplomatico e militare fin dallo scoppio della guerra civile nel Paese. Ha opposto il veto a tutte le risoluzioni occidentali nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che condannavano il governo siriano. La Russia, principale fornitrice di armi alla Siria dal 1973, ha intensificato le sue forniture negli ultimi due anni. “La Russia ha fatto tutto il possibile per armare la Siria“, ha detto Ruslan Pukhov, direttore del Centro per l’analisi di strategie e tecnologie (CAST), un think tank di  analisi militare.
Nella sua intervista al quotidiano russo Izvestia, la scorsa settimana, il presidente siriano Bashar al-Assad ha confermato che la Russia ha onorato “tutti i contratti” firmati con la Siria. “La Russia continua a rifornire la Siria di ciò che richiede per difendere se stessa e il suo popolo“, ha detto il leader siriano. Allo stesso tempo, la risposta del Cremlino alle minacce degli Stati Uniti di attaccare la Siria, è stata distintamente misurata. Il Presidente Vladimir Putin ha aspettato 10 giorni per commentare la minaccia statunitense di punire la Siria per il presunto attacco chimico vicino  Damasco del 21 agosto. Ha rigettato le accuse degli statunitensi che sostengono che il governo siriano sia dietro l’attacco e ha messo in guardia gli Stati Uniti dal prendere le armi e commettere un altro “errore” attaccando la Siria. Ma quando gli venne chiesto cosa la Russia avrebbe fatto se gli Stati Uniti intervenissero, ha solo detto che questo sarebbe stato “molto triste”.

Resistere per avanzare
Gli esperti dicono che la calibrata reazione di Mosca deriva in gran parte dalla constatazione che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si sia intrappolato nella sua stessa retorica sulle “linee rosse”, e tutto ciò che farà dipenderà dalla Russia. “La Russia non deve fare nulla, basta sedersi e rilassarsi, e saremo la parte vincente“, ha detto il Prof. Georgij Mirskij dell’Istituto di Economia Mondiale e Relazioni Internazionali di Mosca. Mosca guadagnerebbe qualunque corso prenda Obama, dicono gli esperti. “Se Obama attacca la Siria verrà visto combattere al fianco di al-Qaida, i cui militanti costituiscono un terzo delle forze dell’opposizione, anche secondo i vertici  militari statunitensi“, ha detto l’analista Julia Latynina.
Se l’attacco degli Stati Uniti è “limitato” e “breve”, come Obama ha dichiarato, può anche rafforzare il Presidente Assad, che sarà in grado di dire di aver resistito perfino alla nazione più potente del mondo. Gli analisti, tuttavia, ritengono che gli Stati Uniti potrebbero sprofondare nel pericoloso sentiero dell’intervento a grande scala in Siria. “Dopo aver iniziato a prendere parte a questa campagna, gli Stati Uniti non saranno in grado di uscirne senza rimuovere Bashar al-Assad. e le considerazioni di prestigio supereranno tutti i dubbi di chi teme il caos dopo il cambio di regime“, ha detto il dottor Fjodor Lukjanov, presidente del Consiglio sulla politica estera e la difesa.
Nel corso di una recente conferenza stampa sulla Siria, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha lamentato la mancanza di “pensiero strategico” nella politica estera degli Stati Uniti. Al contrario, la Russia ha ripetutamente dimostrato di avere una visione strategica, che la situazione in Iraq, Libia e Siria dimostra essere corretta. Lavrov ha detto che la Russia non ha “alcuna intenzione di entarre in guerra” per la Siria, ma non ha detto che la Russia non avrebbe reagito.

Fattore Cina
La Russia continuerà a bloccare le mosse anti-siriane al Consiglio di sicurezza dell’ONU, esponendo la natura illegale dell’interferenza degli Stati Uniti e la stoltezza nel schierarsi con i radicali islamici in Siria. Mosca cementerà anche i suoi legami con l’Iran e la Cina. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha telefonato a Putin la scorsa settimana, i due leader hanno fatto appello a risolvere la crisi siriana “esclusivamente attraverso mezzi politici e diplomatici.” I presidenti russo e iraniano avranno il loro primo incontro a margine del vertice dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, in Kirghizistan, a metà settembre. Inoltre, la settimana scorsa, l’ambasciatore cinese in Russia, Li Hui, ha invitato il viceministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, uomo di punta della Russia per il Medio Oriente, a discutere di “ulteriori interazioni politiche e diplomatiche russo-cinesi, in connessione con il netto peggioramento della situazione sulla Siria.
Ultimo, ma non meno importante, la Russia continuerà ad armare la Siria. “La Russia e l’Iran hanno molte più possibilità di aiutare Assad che gli altri di aiutare i ribelli“, ha detto il Prof. Mirskij. “Possiamo inviare ancor più armi di cui si ha bisogno, mentre gli iraniani possono inviare altri volontari delle Guardie della Rivoluzione islamica. Gli USA non hanno alcuna possibilità di vincere questa guerra“. L’unica cosa che la Russia non può fare è impedite agli Stati Uniti di correre nel campo minato impiantato in Siria.

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora