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Alle radici della cavalleria medievale

di Franco Cardini - 14/05/2014

Fonte: Franco Cardini

 

Premesso che detesto far pubblicità a me stesso, vorrei informare gli interessati che l’Editore Il Mulino di Bologna ha or ora pubblicato una nuova edizione del mio Alle radici della cavalleria medievale, ripetutamente uscito nel 1981 per i tipi della Nuova Italia di Firenze, quindi pubblicato di nuovo nel 2004 con una Prefazione di Jean Flori e un excusrsus sulla storia della cavalleria nel medioevo proposto come Prologo dall’Autore, per la Rizzoli-Sansoni di Milano-Firenze. La nuova edizione mantiene inalterati testo e apparato di note rispetto al 1981-2004, a parte qualche correzione di refusi o inesattezze; mantiene altresì l’Introduzione di Jean Flori ma si arricchisce sia di un “Invito alla lettura” – dotto, puntuale, intelligente e brillante come al solito: e per nulla ”convenzionale”, anzi anche opportunamente critico – di Alessandro Barbero e di un breve aggiornamento bibliografico redatto dall’Autore che (in cauda venenum) non ha resistito alla tentazione di redigere una sua Postfazione, che andrà letta in spirito di carità e di comprensione.

Non mi dilungo sulle caratteristiche editoriali di questa bella edizione, che si è avvalsa delle cure attentissime di Lisa Neri alla quale va tutta la mia gratitudine, come a tutta la meravigliosa équipe editoriale del Mulino.

Segnalo comunque, con facinoroso divertimento, una piccola svista dovuta forse a chi ha fornito l’immagine di copertina, che non appartiene a Riccardo Cuor di Leone: si tratta, bensì, dell’arca funeraria del cavaliere franco-meridionale di un secolo dopo, Guglielmo di Durfort, caduto nel 1298 alla battaglia di Campaldino combattendo nelle file dei guelfo-fiorentini e collocata nel “chiostro dei morti” della basilica della Santissima Annunziata di Firenze. E’ un’immagine che mi è carissima perché mi accompagna si può dire fino da ragazzo, e che già a suo tempo, molti anni or sono, contribuì a suscitare in me l’interesse e il fascino del medioevo, con quella mirabile cotta d’arme ricamata a gigli di Francia. L’errore è banale, ma il regalo supplementare che il Mulino involontariamente m ha fatto con quella bella, per me carissima immagine gli fa meritare un grazie supplementare.

Questa nuova edizione è dedicata a un Maestro indimenticabile, il grande filologo osseta V.I. Abaev, e a tutta la fiera gente del Caucaso che alcuni mesi fa mi fece l’onore di accogliermi come un fratello per ringraziarmi delle povere poche cose che in quel libro mi era capitato di osservare a proposito dei suoi antenati.