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Comunismo perfetto

di Lorenzo Parolin - 28/07/2014

Fonte: Arianna editrice


 


 

Quando si dice: la mia mano, la mia testa o la mia mente, si sottintende che esista un io, distinto dal corpo, che ne rivendica la proprietà. In realtà il corpo è come un appartamento preso in affitto: un bel giorno l’inquilino lo dovrà rendere. L’essere vivente, dunque, è ciò che anima il corpo, non il corpo. Inoltre, anche la terra esisteva prima che l’uomo venisse su di essa; come sarebbe divenuta sua proprietà se non con un furto? Probabilmente, visto che il vero proprietario non la reclama, ognuno si impossessa della parte che più gli interessa e si comporta da padrone; tuttavia, tutto ciò che esiste nell’universo è proprietà del Supremo, perciò nessuno, sia esso individuo, società, partito politico o nazione, potrà mai pretendere di essere proprietario di qualcosa, al massimo potrà ritenersi assegnatario di una porzione delle Sue proprietà.

A questo punto come non chiedersi per quale motivo il Supremo abbia creato tutto e donato tutto? L’universo non sarà regolato dalla legge dell’amore cosmico? Non sarà che la formula del comunismo perfetto: produrre per distribuire, sia la condizione per ottenere la Perfetta Felicità? E non sarebbe forse normale se fossimo caritatevoli (mossi dall’amore) visto che siamo dei piccoli dèi in quanto fatti ad immagine di Dio che è l’amore in persona?

Chi dunque faccia piani per godere del corpo e del mondo, come fossero cose di sua proprietà, sarà giudicato ladro dalla Natura e condannato a vedersi negata la felicità, pur nuotando nell’abbondanza. La quantità di beni da destinare a sé stessi deve essere la minima indispensabile per tenere insieme l’anima con il corpo. Lo scopo della vita, infatti, non è la gratificazione dei sensi, ma la ripetizione in piccolo di ciò che il Supremo è in grande: uno che ama. Chi non capisce la regola del comunismo perfetto, e non la mette in pratica, peggio per lui!

Si può ora capire perché il comunismo storico non abbia avuto successo. Esso, pur avendo intuito l’importanza del mettere in comune i beni, ha pensato più alla loro spartizione con la forza che ad educare i cittadini a produrli volontariamente e a metterli generosamente a disposizione. Il Comunismo si è cioè concentrato sull’aspetto materiale/corporeo dell’uomo ed ha trascurato l’esistenza dell’inquilino spirituale. Ed agendo in difformità da ciò che è secondo natura, ha conosciuto il fallimento. [Tratto da L6/440]

 

Il Comunismo è un ideale naturale che non ha niente a che fare con la politica dei partiti.

 

[rif. www.lorenzoparolin.it S3/111]