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Una perfetta operazione di marketing politico

di Luciano Lago - 30/07/2014

Fonte: controinformazione



Coloro che seguono i TG delle principali reti televisive  italiane, avranno notato che non c’è avvenimento di respiro nazionale che non veda presente, solerte davanti alle telecamere, il presidente del Consiglio italiano, il fiorentino Matteo Renzi.

Nell’ultima settimana Renzi è intervenuto personalmente per ricevere in aeroporto la donna sudanese, Meriam, perseguitata per la sua fede dagli islamici (era stata condannata a morte) la quale è stata accolta in Italia per metterla al riparo dalle persecuzioni.

Ottima passerella per fare le sue dichiarazioni davanti alle telecamere e vantarsi dell’accoglienza e della protezione accordata dal nostro paese, questo all’ora di cena quando molta parte degli italiani sono davanti alle TV.

Successivamente arriva il relitto della Concordia nel porto di Genova, avvenimento messo in grande risalto da tutti i media, non poteva mancare certo Renzi davanti alle telecamere per il suo discorso di esaltazione della “tecnica italiana” e del lavoro delle nostre maestranze.

In questo periodo le scuole sono chiuse per le vacanze estive ma, possiamo essere tranquilli che, alla riapertura dell’anno scolastico, il Fiorentino farà una nuova carrellata all’interno dei qualche scuola, da nord a sud, per vantare il suo piano di recupero dell’edilizia scolastica e farsi riprendere dalle telecamere.

 

Tra un avvenimento e l’altro Renzi ha il tempo di indire conferenze stampa nelle quali parla delle sue riforme, di quella del Senato in primis, minacciando i dissidenti di andare per la sua strada in quanto “le riforme non possono essere fermate”, ove per riforme si intende arrivare ad un Senato di nominati non eletto dai cittadini, ridurre la possibilità di referendum popolari e progetti di legge di iniziativa popolare aumentando il quorum a dismisura, ampliando i poteri di nomina fatti dal segretario del partito di maggioranza, ecc. (vedi le riforme della casta predona). I consulenti di marketing di Renzi (quelli della Mc Kinsey) avranno spiegato a Renzi che è fondamentale, per mantenere la sua popolarità, la continua e costante presenza sempre in primo piano sulle TV, a prescindere da quale sia l’argomento.

Questo è ormai assodato: il fiorentino è un personaggio di facciata, teleguidato da poteri esterni e come tale deve comparire ed essere sempre presente nelle case degli italiani attraverso le TV per mantenere la suggestione di essere considerato come un politico giovane ed iper attivo che si muove senza sosta per risolvere i problemi (sic!).

Ma quali sarebbero i fondamentali problemi da risolvere?

L’Italia è un paese non più fermo (come molti ci raccontavano) ma in movimento sul piano inclinato del declino economico e sociale, ogni anno infatti aumenta il debito pubblico (2.166 miliardi in Maggio) che ha avuto un forte incremento da record dal governo Monti in poi con conseguenti interessi di 80/90 miliardi l’anno che lo Stato deve pagare alle banche private per prendere in prestito la moneta straniera che si chiama euro. Un meccanismo da sistema di colonizzazione finanziaria ma anche un grande affare per le grandi banche ed un onere spaventoso per i conti pubblici.

Di conseguenza lo Stato, per pagare gli interessi alle banche e per alimentare il suo apparato di spesa pubblica, deve reperire sempre più risorse dai cittadini che sono sempre più sottoposti ad una tassazione che non ha eguali in alcun altro paese.

Questa iper tassazione, che ha afflitto imprese e famiglie, assieme all’effetto dell’euro sopravalutato, della restrizione del credito, ha determinato la contrazione dei consumi e la chiusura di un numero spropositato di imprese per impossibilità di rimanere sul mercato e di accedere al credito.

Il livello di disoccupazione giovanile è salita al record mai raggiunto del 43% mentre quella generale in linea ufficiale viene situta al 12,6% ma non si calcolano i cassaintegrati, gli scoraggiati inattivi , che porterebbero ad un livello di altri 5/6 punti in più il tasso reale.
L’ISTAT ha calcolato l’aumento dei nuovi poveri che vengono stimati in 10 milioni circa (il 16,6% della popolazione). Vedi Istat: in Italia 10 milioni di poveri.

Si calcola che il potere d’acquisto delle famiglie è tornato indietro di  circa 20 anni e questo spiega il forte calo dei consumi anche nel comparto alimentare.

La politica economica ed industriale del governo italiano è semplicemente inesistente: tutte le leve della politica economica, da quella monetaria, a quella del bilancio, delle spese sociali (pensioni, assistenza sociale, sanitaria) sono strettamente in mano al Bruxelles ed a Francoforte (Commissione Europea e BCE). La famosa flessibilità proclamata e richiesta a parole da Renzi, per le spese di investimenti e per lo sviluppo, è stata di fatto sonoramente bocciata dalle autorità di Bruxelles ed è stata confermata la necessità che l’Italia rispetti i parametri del 3% ed i vincoli di spesa imposti. In pratica la politica di rigida austerità e di ortodossia liberista, in conformità ai trattati sottoscritti dall’Italia, a partire dal Fiscal Compact e dal MES/ESM, rimane rigorosa ed inderogabile, a prescindere dalle vuote chiacchiere di Renzi. Vedi: Renzi e la bufala della flessibilità

Questo significa la necessità di reperire risorse con nuove manovre economiche (altre tasse, la sorpresa arriverà in autunno) per sottrarre reddito e ricchezza al risparmio, ai lavoratori ed alle imprese, per trasferirlo nelle casseforti delle banche europee e nelle istituzioni finanziarie.
In un sistema già stremato da oltre sette anni di crisi, con un quarto delle imprese manifatturiere già perse, con quelle rimaste che sono per oltre la metà indebitate per pagare le imposte ed i fornitori, questo significa il colpo definitivo al sistema economico nazionale. La Germania ringrazia nell’ordine Monti, Letta e Renzi per aver affossato la fastidiosa concorrenza delle imprese italiane.

Le riforme richieste dall’Europa e promesse dal “fiornetino”altro non sono che una omologazione del mercato italiano alle esigenze ed agli interessi delle grandi multinazionali e della speculazione finanziaria. Questo significa privatizzazione dei servizi pubblici, vendita di parte del patrimonio nazionale e delle aziende pubbliche, diminuzione della presenza dello Stato nell’economia con maggiore spazio al mercato senza regole.

L’azione dei governi di “larghe intese rimane basata sulle politiche neoliberiste del rigore finanziario, sulla altissima pressione fiscale (record mondiale), di conseguenza sulla perpetuazione delle politiche di austerità inaugurate dal governo Monti e proseguite con i successivi. Tutte le riforme sventolate da Renzi come epocali altro non sono che adeguare il nostro sistema pubblico alle regole dettate dalle oligarchie finanziarie di Bruxelles e Francoforte.

L’Italia è un paese privo ormai di qualsiasi sovranità, totalmente subordinato alle direttive dell’oligarchia europea, ingessato nel suo apparato pubblico costituito da una pletora di burocrazie inamovibili e parassitarie che non vengono scalfite se non marginalmente dalle riforme di Renzi perché sono quelle che forniscono il consenso e le posizioni di potere ai partiti ed in particolare al PD.

Il sistema dell’euro si è rivelato una trappola mortale per l’Italia e non esiste ancora nell’opinione pubblica una percezione reale di quanto la subalternità a questo sistema sta uccidendo ogni possibilità di ripresa ed ha reso il paese di fatto colonizzato dalle centrali finanziarie sovranazionali. Nessuna ripresa è possibile per uno Stato che non dispone di emissione di una propria moneta e quindi di possibilità di finanziare una spesa pubblica per investimenti in infrastrutture, nessun incremento di occupazione risulta possibile se non si effettuano nuovi investimenti in nuove tecnologie ed in settori avanzati e questo è reso impossibile dal livello di tassazione, dai vincoli europei, dalla burocrazia asfissiante e dagli alti costi di energia che rendono l’Italia un paese non adatto agli investimenti produttivi. Infatti i detentori di capitali si rivolgono altrove: nell’Est Europa ed in paesi emergenti che offrono tassi di crescita importanti e margini di profitto per i capitali investiti. L’Italia rimane un paese favorevole soltanto per le speculazioni e per l’acquisto a saldo di aziende pubbliche.

D’altra parte questa situazione non è casuale ma è stata volutamente provocata per il nostro paese che rappresenta ancora una vota il campo sperimentale avanzato dove dare attuazione ad un progetto previsto e studiato dall’elite finanziaria sovranazionale: destabilizzare il paese nelle sue strutture produttive e nel suo assetto sociale per adattarlo ed omologarlo in vista di un nuovo assetto economico che partirà dai paesi del sud Europa per poi estendersi a tutto il continente. Lo stesso fenomeno dell’immigrazione di massa, che ha investito l’Italia in questi ultimi anni, è stato favorito dalle stesse centrali di potere (accogliere l’immigrazione è una direttiva precisa di Bruxelles) e rappresenta una delle leve che può destabilizzare il vecchio assetto sociale e portare ad una progressiva perdita dell’identità nazionale, identità che verrebbe sostituita da un modello imposto di società multiculturale che debba superare ogni localismo, rivedere il vecchio concetto italiano della famiglia da sostituire con nuove forme di sperimentazione dalle coppie omosessuali alle unioni civili, favorendo anche un nuovo sistema educativo allargato.

Niente di tutto quello che ci propongono i media è casuale, tutto viene propinato come uno spot per convincere l’opinione pubblica che le “riforme sono indispensabili”, con l’avallo del Capo dello Stato, che “la ripresa è dietro l’angolo”, che bisogna guardarsi dai “populismi”, che “l’immigrazione è una risorsa per l’Italia”, che la “società multiculturale è il nostro avvenire”, che legalizzare il matrimonio gay significa “aprire ai diritti” e ce lo chiede l’Europa, che il nostro radioso futuro ci saranno gli “Stati Uniti d’Europa” e via con questi concetti ripetuti ossessivamente in modo da farli assimilare alle masse.

Il sistema ha trovato in Renzi l’uomo immagine che sottolinea questi spot con la sua aria da “Fonzie” toscano per convincere l’opinione pubblica in modo accattivante dagli schermi della TV. Bisogna dare atto che almeno una cosa si è fatta in questo paese: una perfetta operazione di marketing politico.