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I tagliagole dell’Isis hanno imparato dal vostro amico Robespierre

di Fabrizio Fratus - 08/09/2014

Fonte: Il Talebano


Non abbiate paura dei fondamentalisti islamici: abbiam fatto fuori più gente noi


Il lavoro del giornalista d’estate è una faticaccia: l’obbiettivo è vendere, vendere a tutti i costi, ma la gente pensa al sole al mare e alle ragazze in bikini… trovare una notizia che attiri l’attenzione (e faccia appunto vendere) è difficile, ma gli introiti pubblicitari chiamano, altrimenti sono problemi. Così si dà sfogo alla creatività, ci si ingegna.

Si è ingegnato – ad esempio – l’ottimo giornalista di libero Francesco Borgonovo, con un articolo dal titolo “Islam, sgozzati in diretta a decine: ecco perché lo raccontiamo“. Una descrizione della decapitazione che viene resa pubblica tramite video, che inizia così:

“Non c’è nemmeno la pietà della ghigliottina”

La parola pietà, in questo caso, rappresenta la velocità dell’esecuzione con la quale si decide di uccidere; nell’interpretazione di Francesco Borgonovo i guerriglieri sono dunque addestrati alla violenza (vero) e al sadismo (dubbio), così evidenziati:

“Utilizzano il coltello. Quindici secondi da quando affonda la prima volta nella carne a quando il corpo della vittima smette di tremare”

Tutto il pezzo è un lungo racconto per stimolare la fantasia morbosa del lettore creando in lui un odio per i combattenti dell’ISIS (che certamente non saremo noi a difendere). Ma i guerriglieri dell’Isis vengono “istruiti” ad atti così violenti e poi ripresi proprio per scandalizzarci, per farci paura, per fare comprendere che loro hanno ancora il senso della vita, di ciò che rappresenta la morte e la violenza. Lo sanno bene cosa fanno e ce lo dimostrano… siamo noi occidentali a non renderci più conto di quanto facciamo: crediamo forse che le bombe lanciate dal cielo da oltre 10.000 metri, cadendo, provochino morte istantanea? Che non ci siano quei lunghi e interminabili minuti, e non secondi, di dissanguamento di corpi maciullati? Siamo più bravi perché non ci prendiamo più la responsabilità di guardare in faccia la nostra vittima? Siamo noi gli eroi salvatori che lasciano bambini mutilati con la scusa di portare la democrazia?

Tutta la violenza delle nostre armi tecnologiche viene nascosta sotto la retorica della guerra preventiva, dell’azione umanitaria, dell’intervento a sostegno dei popoli oppressi e tante altre stupidate. E se iniziassimo a guardare quanti danni sono stati fatti solo negli ultimi anni a causa dell’intervento dei soldati appartenenti alla “squadra” occidentale, sarebbe orrore. Certo, alcuni ritengono che questa operazione sia una mossa strategica degli Stati Uniti d’America, la cosiddetta geopolitica del caos. Ma la verità è solo una: da una parte vi sono guerriglieri che con estrema violenza visiva difendono tradizioni e cultura della loro terra e dall’altra vi sono eserciti tecnologicamente avanzati che manipolano le loro azioni e sono importatori di una società basate sul danaro. E si sa, violenza chiama violenza.

Lo sgozzamento è un atto violento, orrendo. Ma si abbia il coraggio di riconoscere la verità: loro almeno hanno ancora la “forza” di assumersi direttamente la responsabilità di toccare il sangue e strappare con la lama di un coltello la vita, toccando con le proprie mani le oscenità che compiono. Noi facciamo la stessa cosa nascondendoci dietro ad un oystick da bomba intelligente e profumata, mentre sorseggiamo uno spritz.