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Democrazia, sunnismo e mercato

di Eugenio Orso - 07/07/2015

Fonte: Pauperclass


Il monoteismo sunnita e la “mano invisibile” del mercato insieme, nel mondo, per diffondere la paura e promuovere la “sottomissione” dei popoli. La paura, giustificata da una violenza bestiale, satanica, è l’ingrediente fondamentale del successo del libero mercato e del satanismo islamosunnita, con accenti da film horror. I registi dello stato islamico – e qui intendo quelli che si occupano dei video – ne sanno qualcosa. Ne sanno qualcosa anche gli alti valletti delle élite neocapitaliste globali, che impongono ai popoli un ordine economico stragista, corredato di piani di sterminio. In tal senso, la resistenza a oltranza dell’esercito arabo-siriano in Aleppo e la debole resistenza dei no nel referendum greco fanno parte di un’unica battaglia: quella contro i demoni dell’epoca, che al momento ci appaiono come invincibili.

Un monoteismo intransigente, violento, con accenti chiaramente “satanisti” alleato del potere finanziario assoluto espresso dalle élite neocapitaliste occidentali? Sì, è proprio questo che intendo suggerire.

Le aspirazioni di potere assoluto con un respiro globale, alimentate dal sangue delle popolazioni (stragi effettive, come ad Aleppo, e sociali, come in Grecia) e dalle macerie del vecchio mondo (edifici ridotti in briciole ad Aleppo e classi sociali disintegrate in Grecia) sono comuni al sunnismo monolitico e al disegno demiurgico neocapitalista. Guerra, finanza e comunicazione mediatica sono elementi di primo piano, in quest’epoca “interessante”.  In nome di allah e in nome del libero mercato si commettono crimini enormi, reiterati, in aree sempre più vaste del pianeta. E’ in pieno sviluppo una conquista che non conosce né limiti (etici) né confini (geografici).

In simili contesti, è logico che le popolazioni cambino rapidamente, adattate per le vie brevi – imposizione della shari’a/ sunnah e della “legge” di mercato – al nuovo ordine ipertotalitario. Cambiano per la violenza, le espulsioni e le stragi di massa del satanismo sunnita, adattandosi a (soprav)vivere sotto la shari’a nel maniacale rispetto della sunnah. Cambiano in paesi come l’Italia per l’afflusso, incessante e crescente, di profughi di guerra ed economici e per il collasso dell’ordine sociale precedente, provocato dall’imposizione di una “legge” di mercato sempre più feroce.

Le due leggi, monoteista di mercato e religioso-satanista-monoteistica, entreranno in conflitto per contendersi le terre emerse? In apparenza la risposta non potrebbe che essere positiva, ma, oltre le apparenze, badando alla sostanza – oserei dire all’essenza del moto storico in atto – notiamo che l’imposizione della legge islamosunnita è subordinata comunque ai grandi interessi neocapitalistici occidentali. Infatti, le spregevoli élite saudite e qatariote fungono da trait d’union, o meglio da collegamento, fra gli interessi neocapitalistico-finanziari, che condividono con gli euroamericani e i giudeo-israelo-sionisti, e quelli di emiri e califfi redivivi, chiaramente subordinati ai primi. Basta chiedersi da chi ricevono armi e assistenza i tagliagole sul campo e chi permette l’afflusso, continuo e massiccio, dei cosiddetti combattenti stranieri. Lo sviluppo di un mercato formalmente illegale islamosunnita – petrolio, schiavi, reperti archeologici, addirittura internet point, eccetera – che affianca i cosiddetti mercati legali neocapitalisti ne è una testimonianza concreta, perché le regole sono comuni e i prezzi, ad esempio sul mercato formalmente legale del petrolio, subiscono l’influenza delle contrattazioni “illegali”.

Poco importa che in occidente e nel nord del mondo domini, a livello di sistema politico, la democrazia di matrice liberale, perché questa è ridotta – come osserviamo nel caso italiano – a mero strumento di potere e controllo delle élite neocapitaliste. Il “califfato”, o il più circoscritto ”emirato”, che in apparenza si pongono in aperta e totale contrapposizione a questa democrazia, costituiscono un adattamento del sistema politico – quale compendio, anche in tal caso, del mercato – in paesi e aree del mondo in cui avrebbe poco senso ricorrere agli espedienti del suffragio universale e della rappresentanza. Inoltre, califfato ed emirati assolutisti sono coerenti con le dottrine di dominazione e di morte islamosunnite, costituendo il richiamo (in primo luogo propagandistico) a un passato remoto e sanguinoso, di conquista con la spada.

Le correlazioni fra mercato, sunnismo e democrazia, nel drammatico contesto storico in cui ci troviamo, risultano abbastanza chiare, non appena si va un po’ più in profondità con l’analisi. Mi sento di affermare che le tre cose, oggi, sono intimamente connesse, nel mondo cosiddetto globale che avanza.



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