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Decifrare l’ultima frustrazione del Pentagono contro la Russia

di M.K. Bhadrakumar - 14/07/2015

Fonte: Controinformazione



In due settimane gli Stati Uniti hanno intensificato le tensioni con la Russia, tramite due dichiarazioni altamente provocatorie fatte dal Pentagono. La prima è costituita dal rapporto di Strategia MilLa prima è’ costituita dal rapporto  di Strategia Militare Nazionale 2015, pubblicato una quindicina di giorni fa dallo Stato Maggiore, che nomina Russia e Cina come due potenze con le quali gli USA potrebbero essere costretti a combattere una guerra dalle “conseguenze immense”. La seconda è arrivata la settimana scorsa durante la testimonianza, al Comitato per i Servizi Armati del senato USA, del generale dei Corpi Marittimi, Joseph Dunford, che ha definito la Russia come la maggiore minaccia alla sicurezza nazionale statunitense. Ecco cosa ha affermato Dunford:
“Oggi la mia valutazione… è la che la Russia rappresenta la maggiore minaccia alla nostra sicurezza nazionale. Se volete parlare di una nazione che potrebbe rappresentare una minaccia esistenziale agli Stati Uniti, devo indicarvi la Russia. E se guardate al suo comportamento, è niente meno che allarmante.”
Tuttavia, per il fatto che queste sono le parole di un generale designato da Obama come prossimo capo di Stato Maggiore, come successore del generale Martin Dempsey, si potrebbe considerarle come una pura spacconata e riderci sopra. Ma cosa è successo per arrivare ad assumere una simile visione apocalittica dell’equilibrio strategico globale? Resta il fatto che, nonostante la soverchiante superiorità statunitense nelle forze convenzionali, esiste un equilibrio strategico globale ed è inconcepibile che la Russia usi la sua capacità termonucleare se non per difendersi da un attacco esterno.

Quel che è certo è che gli USA non si trovano a dover fronteggiare alcuna “minaccia esistenziale” dalla Russia né la dovranno mai fronteggiare a meno che non si lancino in qualche azione stupida come un’aggressione, nel qual caso Mosca certissimamente userebbe tutta la forza a sua disposizione per resistere. Messa in altro modo, la minaccia che gli USA si trovano di fronte è quella della capacità di risposta della Russia, che resta intatta nonostante la disintegrazione dell’Unione Sovietica. Di fatto la Russia è l’unica potenza a possedere tale capacità, il che ne fa teoricamente una questione esistenziale per gli USA.

Ma allora, cos’è che turba davvero gli USA? A riguardo si possono dare 3 interpretazioni. Una è che il Pentagono stia cercando di aumentare il suo budget gridando al lupo russo. Questa è l’ipotesi di Charles Tiefer, articolista di Forbes che tratta di appalti governativi, Pentagono e congresso. Tiefer sottolinea che Dunford non stava parlando della minaccia rappresentata dalle armi russe convenzionali, ma da quelle nucleari. Scrive Tiefer:
“Tuttavia, che si arrivi ad usare le armi nucleari, durante la Guerra Fredda non è mai successo. Possediamo ancora l’enormemente potente arsenale nucleare strategico che agiva da deterrente perfino per l’Unione Sovietica, quando minacciava il mondo al culmine della Guerra Fredda. Perché questa non è la risposta anche per il futuro, come lo è stata per il passato? Perché per il futuro il generale Dunford teme l’invecchiamento della triade strategica americana (missili ICBM, bombardieri, sottomarini e le armi nucleari che trasportano), in servizio ormai da molti decenni. La missione del generale Dunford è di spaventare il pubblico americano abbastanza da fargli autorizzare l’enorme spesa a lungo termine necessaria per modernizzare tale triade nucleare strategica.”

Teifer fornisce una lista molto semplificata di cosa l’esercito statunitense vuole, e ne stima il costo da un minimo di 872 milioni a 1.082 miliardi di dollari. Proprio così: 1.000 miliardi di dollari per modernizzare l’intera triade strategica, ed ecco come si potrebbero spiegare gli argomenti di Dunford. Conclude Teifer: “Ovviamente il generale Dunford spaventerà il paese a morte, come venne detto di fare al presidente Truman all’inizio della Guerra Fredda.”
Ovviamente conosciamo il complesso militare industriale americano e la propensione di tutti gli eserciti ad esagerare la percezione delle minacce per gonfiare a dismisura i bilanci militari. Teifer potrebbe aver ragione.

Tuttavia, c’è una seconda spiegazione plausibile per gli strani processi mentali di Dunford. La sua retorica potrebbe essere un’esortazione rivolta agli alleati della NATO affinché si mettano in linea e facciano la loro parte per aumentare la loro spesa militare fino almeno al 2% dei rispettivi PIL, cosa che Washington chiede con forza da molto tempo. Naturalmente gli alleati europei dipendono in larga parte dalle armi americane e ciò costituirà un affare d’oro per gli appaltatori statunitensi. Ma il problema con questa ipotesi è che gli europei sono abbastanza intelligenti da capire che il Pentagono sta rullando i tamburi di guerra per far loro spendere più soldi nell’acquisto di armi americane.

Il che ci porta a una terza spiegazione. Potrebbe essere che gli USA si stiano davvero preoccupando per la Russia e la Cina e le loro mosse recenti, e che il Pentagono non stia esagerando? Consideriamo questi punti:
Sia il rapporto del Pentagono, che prevede una guerra contro Russia e Cina, che i commenti sensazionali di Dunford sono avvenuti in prossimità dei summit dei BRICS e dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, a Ufa, in Russia. (Tra l’altro, nella visione di Dunford la Russia è la preoccupazione numero uno in una lista che comprende anche la Cina, il cui esercito in rapida espansione allarma gli ufficiali del Pentagono). Il nociolo della questione è che ciò che è emerso la settimana scorsa dai summit BRICS e SCO è l’intesa strategica tra Russia e Cina, maturata negli anni recenti. Il presidente russo l’ha riassunta brevemente quando ha detto alla sua controparte cinese Xi Jinping: “Unendo gli sforzi, senza dubbio supereremo tutti i problemi di fronte a noi.” Una simile dichiarazione non era mai stata fatta apertamente a un incontro sino-russo del massimo livello.

L’affermazione di Putin di fatto rende Russia e Cina alleate, in quanto è un invito a sostenersi a vicenda sulle questioni importanti per ciascuna nazione. Ma va molto oltre questo: Putin in effetti ha invitato ad “unire” gli sforzi per vincere le sfide di fronte ai due paesi. Non ha nominato gli USA ma l’implicazione è chiara: gli USA non hanno speranza di sfidare la Russia o la Cina se queste restano fianco a fianco e uniscono gli sforzi.

Il momento più significativo dei summit di Ufa è stato il 10 luglio, con la convergenza di BRICS, SCO e Unione Economica Eurasiatica su di una singola piattaforma. Xi ha suggerito a Putin di trasformare la SCO in una “importante piattaforma per collegare l’iniziativa cinese per la Cintura Economica della Via della Seta con l’aspirazione russa sotto la struttura dell’Unione Economica Eurasiatica, espandere gli spazi per la loro cooperazione pratica e facilitare lo sviluppo, la collaborazione e la prosperità dell’intero continente eurasiatico.” Putin ha concordato che la “decisione di allineare le due iniziative instillerà sicuramente una forte energia nella cooperazione economica bilaterale.”, e ha a sua volta proposto che Russia e Cina “aumentino la coordinazione all’interno della struttura di SCO e BRICS, così da permettere insieme ai due blocchi di promuovere l’unità e la cooperazione tra gli stati membri e svolgere un ruolo chiave nelle questioni di interesse comune.”

Ad Ufa è stata presa la decisione di lanciare negoziati tra la Cina e l’Unione Economica Eurasiatica (composta da Russia, Kazakistan, Bielorussia, Kyrgyzstan e Armenia) riguardo a un accordo di partenariato economico per allineare regole, meccanismi e aree di cooperazione, il quale prevede anche un ruolo cruciale della SCO “come collegamento e piattaforma”. Putin ha affermato altrove che Mosca spera che la SCO diventi una piattaforma per risolvere questioni internazionali.
Basti dire che Russia e Cina hanno oggi raggiunto una tale straordinaria “profondità strategica” sul continente eurasiatico che le strategie di contenimento degli USA sono state rese inefficaci. Di più: l’entente sino-russa in Eurasia significa anche che le due potenze possono portare avanti i loro rapporti economici con l’Europa isolate dall’influenza statunitense.
Chiaramente, a meno di lanciare una vera e propria guerra contro Russia e Cina (dalle conseguenze imprevedibili), diventa impossibile per gli USA vessare queste due grandi potenze ribelli. Esse non perseguono il confronto con gli USA, ma semplicemente “unendo i loro sforzi” possono rendere un confronto di gran lunga troppo costoso per gli Stati Uniti.
L’obiettivo sfuggente del “Nuovo Secolo Americano” appare oggi sempre più come una chimera. E’ questo senso di profonda inquietudine del pensiero americano che si riflette nel rapporto del Pentagono e nello sfogo di Dunford.

Fonte:Strategic  Culture.org

traduzione: Anacronista