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Atomiche virtuali e reali (insomma "il toro che dà del cornuto all'asino")

di Filippo Ghira - 20/07/2015

Fonte: Il Ribelle


A Barack Obama, come ai suoi predecessori, non manca di certo la faccia di bronzo. L'accordo raggiunto a Vienna con l'Iran, ha spiegato, ha evitato che gli Stati Uniti utilizzassero la forza militare per impedire lo sviluppo del nucleare di Teheran in funzione della costruzione di bombe atomiche. Non esiterei in futuro ad utilizzare la forza per impedirlo. Si tratta, ha insistito, dei nostri interessi nazionali e della nostra sicurezza

Furioso per l'accordo Benjamin Nethanyhau che ha giudicato l'accordo «un errore di proporzioni storiche» ed una «licenza di uccidere» garantita a Teheran. L'accordo in questione che, almeno in teoria, segna dal 2016 la fine delle sanzioni economiche contro l'Iran, nelle dichiarazioni di facciata dell'inquilino della Casa Bianca, avrebbe diminuito di molto la possibilità di guerre nell'area del Medio Oriente. Siamo insomma ad una riedizione del copione già messo in piedi dai predecessori di Obama con l'accusa rivolta all'Iraq di avere accumulato nei propri arsenali le famigerate “armi di distruzione di massa”. Armi chimiche che, una volta sconfitto Saddam Hussein e dissolto il regime baathistaa, non furono trovate, perché non esistevano, in quanto il Rais non le aveva costruite. Ma questo non impedì agli Usa di lanciare la seconda guerra del Golfo e di gettare le premesse per la destabilizzazione dell'intera area. 

Con l'Iran, il giochetto è stato ripetuto, raccogliendo la solidarietà e la complicità delle diplomazie europee che quando sentono la parola “nucleare” entrano in fibrillazione, si scoprono democratiche pacifiste, pur avendo avallato guerre di aggressione come quella contro la Serbia, e che trovano immediatamente la scusa per seguire gli amici americani. 

Si tratta in ogni caso di un processo alle intenzioni perché a nessun Paese, dotato di centrali nucleari, è stato imposto, sotto la minaccia di una guerra di aggressione, quello che è stato imposto all'Iran. Ma si sa, l'Iran è un Paese “oscurantista” che vuole disporre di bombe atomiche per imporre il proprio predominio sull'intera area, da cui proviene la maggior parte del petrolio che si consuma nel mondo. 

L'Iran, ha insisto il governo israeliano, “continuerà a diffondere la metastasi delle sue cellule terroristiche in tutte le direzioni”. Buttarla sull'oscurantismo costituisce un infortunio non da poco sia per gli Usa che per Israele, considerato che l'Iran, rispetto ad una Arabia Saudita, è un avamposto di tolleranza e di progressismo. E se pure è il clero a supervisionare la vita politica interna, è altrettanto vero che gli iraniani hanno votato liberamente, con diversi candidati a disposizione, per eleggere l'attuale presidente e i suoi predecessori. 

Quanto poi alla destabilizzazione dell'area, e al finanziamento del terrorismo, è appena il caso di ricordare che sono stati due Stati “oscurantisti” (secondo i canoni occidentali) come l'Arabia Saudita e il Qatar a finanziare l'Isis (mentre Washington lo aveva rifornito di armi al suo nascere) per colpire l'unico regime laico dell'area, vale a dire la Siria. Quanto inoltre all'aspetto del possedere o meno armi nucleari, basta ricordare che gli Stati Uniti sono stati l'unico Paese ad utilizzare l'atomica contro obiettivi civili (Hiroshima e Nagasaki) provocando oltre 200 mila morti nell'immediato e altrettanti successivamente a causa delle radiazioni. E si deve pure ricordare che Israele, che non ha mai firmato il trattato di non proliferazione nucleare, è l'unico Paese dell'area a possedere da decenni armi nucleari (comprese quelle all'idrogeno) sviluppate nel centro di Dimona nel deserto del Neghev. È un segreto di Pulcinella che questo sia stato possibile grazie alla collaborazione di Francia, Stati Uniti e del Sudafrica dell'apartheid che hanno fornito la tecnologia e la materia base, l'ossido di uranio. Ed oltre a questo, Israele possiede missili balistici intercontinentali grazie ai quali potrebbe cancellare dalla faccia della terra tutti i suoi potenziali nemici. È proprio grazie a queste armi, dunque, che Israele può fare il bello e il cattivo tempo con i suoi dirimpettai, trattare i palestinesi a bombe in faccia, ignorare il loro diritto ad avere una Patria, come peraltro stabilito dal voto dell'Onu del 1947 e continuare ad occupare illegalmente la Cisgiordania, dopo essersela di fatto annessa. È per questo motivo che i suoi nemici, tipo Hamas o Hezbollah, devono limitarsi ad una guerriglia asimmetrica che in passato è inevitabilmente sfociata in episodi di terrorismo. 

In questa vicenda, emerge da ultimo - si deve pur sottolinearlo - il ruolo inconsistente dell'Europa anche se la facente funzioni di ministro degli Esteri, madama Federica Mogherini, ha cercato di far credere il contrario. Il mondo è più sicuro, ha sostenuto, si apre un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali

Già: quello che vedrà l'Unione Europea sempre a rimorchio degli Usa ma millantando e illudendosi di contare qualcosa.