Renzi si “congratula” col turco Erdogan
di Luciano Lago - 29/07/2015
Fonte: controinformazione
Renzi manifesta la sua solidarietà’ al turco Erdogan, uno dei principali sponsor del terrorismo, arricchitosi con il commercio del petrolio acquistato dall’ISIS e rubato alla Siria.
Mentre emergono le prove ed i documenti che dimostrano la complicità’ delle autorità’ turche con lo Stato Islamico, in particolare i documenti che dimostrano l’acquisto del petrolio rubato alla Siria dall’ISIS e rivenduto ai turchi, Renzi non trova di meglio che chiamare al telefono Erdogan e manifestare la sua solidarietà’ a questo personaggio ambiguo che viene considerato uno dei peggiori sponsor del terrorismo jihadista.
Naturalmente Renzi presta fede alla finta conversione del turco nella lotta al terrorismo che in realtà ‘ tutto sembra meno che un vero attacco all’ISIS con cui il governo turco mantiene ottimi rapporti di collaborazione. In Medio Oriente non ci crede nessuno alla conversione di Erdogan che viene vista solo come una mossa tattica e tutti sanno che il vero obiettivo di Erdogan e’ quello di annientare i gruppi armati curdi che combattono l’ISIS ed indebolire l’Esercito siriano nell’ambito del vecchio sogno del turco di rovesciare il governo di Bashar al-Assad.
Alla sincera svolta anti terrorista del Governo turco, membro della NATO, soltanto Renzi ci crede ma forse sarà stato Obama che ha ordinato di crederci e, si sa che, a quello che dice il “principale”, il fiorentino crede sempre (“yes we can believe”).
Nel frattempo il giornale británnico “The Guardian” aveva publicato la domenica scorsa un informativa in cui venivano testimoniati i legami e l’appoggio fornito dalla Turchía al gruppo terrorista dell’ISIS (Daesh, en arabo). Secondo questo media británnico, esistono chiare evidenze che confermano che alti funzionari turchi e importanti membri dello Stato Islamico sono stati in contatto diretto ed hanno portato a termine transazioni finanziarie e accordi circa la vendita di petrólio dall’ ISIS alla Turchía.
Le prove, ha rivelato The Guardian, sono arrivate in mano degli ufficiali occidentali dopo dell’assalto eseguito dalle forze speciali USA alla residenza di Abu Sayyaf , un alto comandante del Daesh il quale, anche lui, se dedicava al contrabbando del petrolio dall’ISIS alla Turchía. Vedi:” Fuerzas especiales de EEUU matan a comandante de Daesh en Siria “.
“Esistono adesso migliaia di files, di USB e documenti che abbiamo ottenuto da quella incursione nel covo dell’ISIS”, ha dichiarato un ufficiale occidentale, probabilmente statunitense, che ha chiesto di mantenere l’anonimato.
“Stiamo analizzando i contenuti ma le prove sono talmente chiare che potrebbero avere profonde implicazioni per la nostra relazione con Ankara”, ha sostenuto. Le prove contenute in queste memorie USB e nei documenti sono prove innegabili delle transazioni tra il Governo della Turchia e gli alti dirigenti dello Stato Islamico.
Naturalmente non ci sarebbe da meravigliarsi se dovesse arrivare dai vertici USA l’ordine di distruggere tutto, vista la necessità di sostenere la “narrazione” propagandistica degli USA e dei media atlantisti, quella della “grande coalizione che lotta duramente contro il terrorismo”.
In pratica è emerso che, una delle principali fonti di finanziamento dello Stato Islamico, oltre ai milioni di petroldollari generosamente versati nelle casse dell’ISIS tramite l’Arabia Saudita ed il Qatar, proveniva dalla vendita del petrolio estratto dai pozzi dei territori occupati in Iraq ed in Siria, una cifra tra gli 8 ed i 10 milioni di dollari al giorno, ricavati mediante le transazioni commerciali con la Turchia che comprava il greggio a condizioni “di favore” dalla Stato Islamico. Si sa che tra ferventi islamisti sunniti, era previsto un super sconto sugli acquisti, con reciproco vantaggio.
Dallo scorso Sabato il governo di Ankara, forse per sviare i sospetti, ha annunciato il suo intervento diretto nella lotta contro lo stato islamico: da una base turca sono partiti 4 caccia bombardieri F-16 che hanno bombardato le postazioni dell’ISIS vicino la frontiera turca e si sono poi dirette verso le posizioni curde del PKK in Siria per “regolare i conti” con il movimento indipendentista curdo che sta combattendo sul terreno contro l’ISIS.
Secondo l’agenzia Tass, nel corso dell’operazione sono stati uccisi un centinaio di militanti curdi, colti di sorpresa dall’attacco, fra questi i rappresentanti della struttura di comando dell’organizzazione. L’obiettivo primario dell’Esercito di Ankara sono gli accampamenti curdi da cui il governo turco sostiene che partano gli attacchi contro il territorio turco. Sono stati distrutti magazzini e infrastrutture realizzate dal PKK.
Per rappresaglia le forze curde hanno condotto un attacco in territorio turco, nella località di Agri, contro un gas dotto e questo ha prodotto una grande esplosione ed un incendio, secondo le informazioni trasmesse dal giornale Todays Zaman, si tratta di un gas dotto che trasporta il gas dall’Iran verso la Turchia. Le forze di sicurezza turche sono accorse sul luogo ed i pompieri accorsi sulla zona hanno propvveduto a spegnere l’incendio.
Si segnala che nella zona della città di Sanliurfa, in territorio turco, da tempo è attivo un ospedale segreto destinato ai jihadisti dell’ISIS che risultano feriti in combattimento. In questo ospedale vengono trasportati i feriti ad opera del servizio di intelligence turco, il MIT, mentre nella stessa zona esiste un campo di addestramento militare dove vengono addestrati i terroristi dell’ISIS da istruttori turchi e nord americani. I terroristi vengono poi fatti infiltrare in territorio siriano con la complicità delle guardie di frontiera turche. Un sistema ben programmato, finanziato anche dai sauditi e dagli USA che ha alimentato da diversi anni la guerra per procura che si svolge in Siria. Nessun segreto ma, per chi lo scopre soltanto adesso, una sorta di scoperta dell’acqua calda, visto che esisteva una abbondante documentazione dei traffici del governo turco con i gruppi terroristi in Siria ed in Iraq.
Soltanto Renzi non sapeva o non ne era informato, visto che lui crede ciecamente alla narrazione fatta dal Pentagono e non legge mai le agenzie del Medio Oriente che questi fatti le denunciavano da anni.
Dopo la visita avuta pochi giorni fa in Israele ed il forte sostegno espresso da Mattero Renzi a Netanyahu, dopo la conversazione telefonica mantenuta con il turco Erdogan e le congratulazioni manifestate a questi, rimarrebbe una sola azione di completamento per la diplomazia di Renzi: farsi un viaggio anche a Riyad in Arabia Saudita ed inchinarsi al nuovo re dei Saud, come già hanno fatto il suoi colleghi Francosi Hollande e David Cameron. magari potrebbe anche ottenere la benevolenza della casa dei Saud per qualche investimento in Italia.
Se non ci avesse ancora pensato, si tratta di un suggerimento che possiamo fornirgli noi anche gratis.
Con la Monarchia Saudita, salda alleata degli USA e dei paesi NATO, sarebbe completa la triade dei grandi sponsor del terrorismo in Medio Oriente. Renzi si confermerebbe un “buon amico di tutti e tre”.
Fonti: The Guardian Hispan TV