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Mullah Omar? Per me un Che Guevara asiatico

di Massimo Fini - Adriano Scianca - 29/07/2015

Fonte: intelligonews


Mullah Omar, il suo biografo Massimo Fini: 'Occhio a pista interna. Per me un Che Guevara asiatico'
Dei morti, si sa, si parla sempre bene. Massimo Fini, però, del mullah Omar parlava bene anche quando sembrava che fosse ancora vivo. Figurarsi se oggi, dopo la notizia della sua presunta morte, può aver cambiato idea: "Mi sembra una persona totalmente rispettabile, una sorta di Che Guevara asiatico". E sul motivo della morte, lo scrittore rivela a IntelligoNews: "Per me è una pista interna ai talebani".

La prima domanda da porsi è questa: dobbiamo credere o no a questo ennesimo annuncio? 

«Dal 2001, il mullah Omar è stato dato per morto almeno una mezza dozzina di volte. Stavolta la notizia ha maggiore credibilità non tanto perché la dà un funzionario del governo afghano, peraltro anonimo, ma perché arriva in un momento in cui Omar era in duplice difficoltà, stretto fra l'Isis e il governo di Kabul». 

Se la morte fosse confermata possiamo fare delle ipotesi sui responsabili? 

«Francamente non credo possa essere stato l'Isis, che in Afghanistan è del tutto marginale e non potrebbe aver trovato da solo una persona a cui gli americani danno la caccia da anni. Credo che il motivo vada ricercato nei dialoghi sulla pacificazione dell'Afghanistan avviati a Oslo. Sembra che i talebani siano divisi fra chi vuole continuare la lotta a oltranza e chi vuole trovare un accordo con il governo di Kabul»

Una pista interna, quindi? 

«Direi di sì. Forse è stato tradito da qualcuno dei suoi». 

Ora che scenario si prospetta per l'Afghanistan? 

«Se la notizia è vera significa la fine dei sogni di indipendenza del Paese. L'Afghanistan diventerà un protettorato americano. Ma attenzione, la notizia non è favorevole agli occidentali, perché la morte di Omar spalancherà le porte all'Isis».

Come sono i rapporti fra talebani e califfatto? 

«Tesissimi. In effetti, prima di questo, l'ultimo annuncio sulla morte di Omar l'aveva dato proprio l'Isis, nominando al suo posto un nuovo emiro. Era talmente morto, Omar, che questo tizio è stato subito catturato dai talebani»

Eppure noi occidentali spesso tendiamo a fare confusione, l'Islam radicale ci sembra tutto uguale: talebani, Isis, Iran...

«È un grosso errore. Intanto c'è un sostrato pre-ideologico, pre-politico e pre-religioso. Gli afghani non sono arabi. Il loro modo di procedere è totalmente diverso. Dall'Afghanistan non sono mai giunti filmati di prigionieri trucidati. I talebani non hanno mai fatto attacchi verso obbiettivi civili e quando l'hanno fatto i talebani pakistani, che sono tutta un'altra cosa e hanno effettivamente legami con l'Isis, Omar ha condannato il gesto dando solidarietà alle famiglie delle vittime». 

Se la notizia della morte fosse confermata che bilancio ci sarebbe da trarre del personaggio? 

«Io non cambio idea, mi sembra una persona totalmente rispettabile, con una sua coerenza e drittura morale. Parliamo di uno che giovanissimo si è battuto contro i sovietici. Poi ha combattuto i signori della guerra e l'invasore americano. Quando è stato al potere non ne ha approfittato, mantenendo il suo stile di vita spartano. In qualche modo, con tutti i distinguo del caso, è un po' una sorta di Che Guevara asiatico».