Quello che nasconde la campagna mediatica di pietismo sull’accoglienza dei profughi
di Luciano Lago - 07/09/2015
Fonte: Controinformazione
Gli avvenimenti eccezionali che determinano decisioni improvvise ed a volte nettamente inaspettate e contrastanti con l’orientamento dei governi espresso in precedenza, quando sono accompagnati da massicce campagne mediatiche destinate a produrre una ondata emozionale nell’opinione pubblica per far prevalere una tesi sulle altre (accoglienza senza condizioni), non possono non destare sospetti.
Questo è esattamente il caso dell’ondata di profughi che ha investito ultimamente l’Europa e le ultime decisioni prese da alcuni governi europei in favore dell’accoglienza dei profughi siriani, divenuti una minoranza di fatto privilegiata nell’accoglienza da parte dei governi di Germania, Regno Unito e Francia (sembra che adesso facciano a gara nell’accoglierli), si presta a varie interpretazioni nella spiegazione dei fatti accaduti , stranamente tutti in contemporanea ed in forma tale da far ritenere la presenza di una accorta regia dietro lo sviluppo degli avvenimenti.
Che ci sia uno sciacallaggio nella speculazione sulla foto del bimbo siriano affogato e riverso sulla costa turca, ripresa da tutte le TV e giornali, questo è un fatto evidente, tanto più che questo sfruttamento dell’emozione suscitata dalla foto del povero bimbo viene fatto da quei media, quotidiani e reti TV, che mai avevano voluto mostrare le altre foto di bimbi uccisi dai bombardamenti dell'”armata del bene” (quella degli USA/Israele/ NATO ) in Iraq, a Gaza e nella stessa Siria martoriata dal terrorismo e dai bombardamenti della coalizione.
Tanto meno questi media hanno fatto vedere le foto dei bimbi yemeniti uccisi in qusti giorni dai bombardamenti effettuati dall’aviazione saudita, con il sostegno di USA/Israele/NATO, anzi quel conflitto (che è in corso dal Marzo di quest’anno ed è una vera e propria aggressione ad un paese sovrano) e quelle vittime sono del tutto oscurati dai grandi media occidentali, visto che si tratta di un fedele alleato dell’Occidente, l’Arabia Saudita, la ricca monarchia petrolifera, sulla quale , pur essendo uno lo Stato in assoluto più oscurantista e totalitario, che pratica il taglio della testa anche per l’adulterio, non vengono mai accesi i riflettori dei media occidentali (chissà perchè).
Quindi, per l’apparato mediatico occidentale, ci sono vittime di serie A, utili per scatenare campagne mediatiche di indignazione, dirette verso obiettivi predestinati, e vittime di serie B che non risulta opportuno mostrate (potrebbero “disturbare” coloro che si occupano della regia).
Gli obiettivi su cui si può indirizzare l’indignazione possono essere, nel contesto italiano, la Lega di Salvini che osa opporsi all’accoglienza e viene additata come il partito delle “bestie” e degli “inumani” da parte di Matteo Renzi, salito furbescamente sul carro dell’indignazione facile.
Tuttavia, a parte le beghe politiche in Italia, la campagna mediatica mira molto più in alto ed i veri obiettivi sono i paesi che si oppongono all’arrivo delle ondate di migranti e profughi (Ungheria, Repubblica Ceka e Slovacchia) e l’obiettivo finale è sempre lo stesso: la Siria del governo di Bashar Al-Assad, ostile all’Occidente e per questo assediata da un esercito mercenario jihadista infiltrato nel paese dalla Turchia ed armato dagli USA e dai loro alleati (Francia, GB, Arabia Saudita, Turchia, Qatar ).
In effetti sembra apparentemente strano che la massiccia ondata migratoria, costituita da siriani ma anche da afghani, pakistani ed altre etnie, sospinta dalla Turchia e da organizzazioni mafiose dei trafficanti che fanno capo ai servizi di intelligence turchi, attraversi un percorso piuttosto lungo e travagliato come quello del transito attraverso i Balcani, dalla Macedonia alla Serbia ed all’Ungheria, creando una situazione di forte turbativa e dissesto sociale in piccoli paesi dei quali due (Macedonia e Serbia) non fanno parte della UE e della NATO ed hanno sempre manifestato posizioni contrarie all’immigrazione. Non si comprende il motivo per cui l’ondata migratoria non sia stata indirizzata dalla Grecia a dirigersi via mare all’Italia e da questa per farla arrivare direttamente in Austria e Germania. Strano anche che le masse di profughi e migranti, dovendo risalire i Balcani, non transitino piuttosto per l’Albania e la Bulgaria che sono paesi strettamente alleati della NATO e soci della Germania.
Questo fa pensare che si voglia dare una “lezione” al governo di Orban ed ai governi di Macedonia e Serbia, troppo legati alla Russia e recalcitranti ad accettare le direttive di Berlino e di Washington in quanto a sanzioni ed apertura delle frontiere e adesione alle direttive occidentali. In attesa di una prossima probabile “rivoluzione colorata”, questo può essere un primo segnale.
In ogni caso, dopo l’apertura della Merkel, disposta ad accogliere i profughi siriani senza limitazione, si sono affrettati a comunicare la stessa disponibilità anche la Francia e il Regno Unito e questo ha fatto salire il prezzo dei passaporti falsi siriani e documenti simili venduti sul mercato nero dai trafficanti.
Persino David Cameron, il premier britannico, quello che non faceva passare i migranti e profughi da Calais (forse perchè quelli sembrano troppo “abbronzati”) ed aveva chiuso del tutto le frontiere del Regno Unito, improvvisamente ha cambiato idea e, oltre ad aprire ai profughi siriani, ha subito chiarito che la Gran Bretagna si appresta ad intervenire direttamente in Siria, seguito a ruota dal suo eterno socio e competitor, Francois Hollande, il presidente francese, anche lui pronto a inviare aerei e truppe in Siria. Facile pensare che entrambi abbiano ricevuto la telefonata di Obama che ha suggerito loro la linea di condotta.
Naturalmente tutti i governi occidentali dichiarano ed assicurano che l’intervento sarà finalizzato a combattere l’ISIS ma nessuno ci crede, visto che erano già presenti per quello da un anno in Siria ed in Iraq le forze anglo francesi, oltre a quelle degli USA ed ai turchi di Erdogan, ognuno a perseguire i suoi fini, senza concludere null’altro che la destabilizzazione ed il caos, proprio le cause che hanno prodotto l’esodo dei rifugiati in massa.
Alla fine abbiamo tutti compreso, e non era poi così difficile da capire, dove sarebbero andati a parare e perchè è stata orchestrata la massiccia campagna buonista di compassione e porte aperte ai migranti siriani.
Gli Stati Uniti cercavano un buon pretesto per un massiccio intervento della NATO in Siria ed hanno creato tutto loro: prima la false flag dell’attacco con le armi chimiche (rivelatesi poi fornite dai turchi ai ribelli siriani) poi l’ISIS, lo Stato Islamico, appositamente creata dai servizi di intelligence di USA ed Israele (come risulta da una quantità di prove) per portare il caos nella regione e spezzare le resistenze degli sciiti iracheni e delle forze siriane fedeli ad Al-Assad, poi la massa di profughi da far sbarcare in Europa per avere il pretesto e la giustificazione di un intervento NATO in Siria per abbattere definitivamente lo Stato siriano, svuotarlo di buona parte della sua popolazione, istituire un protettorato occidentale in Siria sotto la rete dell’Arabia Saudita, il fedele alleato degli USA e del Regno Unito nella Regione. Vedi: Dichiarazione bomba di un Generale francese al Senato: “L’Isis è stato creato dagli Stati Uniti
Ovviamente tutta l’operazione parte con l’obiettivo ufficiale di ” combattere l’ISIS”, con le forze militari sotto il controllo NATO senza alcuna autorizzazione dell’ONU nè tanto meno alcun permesso del governo siriano che ha ben chiaro quale sia la reale finalità dell’ISIS e chi lo ha creato e perchè.
Una operazione analoga a quanto fatto in Libia con alcune varianti dovute alla coriacea resistenza siriana che dura da 4 anni e mezzo, grazie al suo esercito ed al sostegno dell’Iran all’alleato siriano e grazie alle forniture militari ed assistenza della Russia di Putin che, in ogni caso, “ha mangiato la foglia”, come si dice in gergo e non rimarrà passivamente ad assistere ad una demolizione controllata del suo alleato siriano dove, fra l’altro, esiste l’unica base navale russa nel Mediterraneo. Ci possiamo scommettere.
Questa della Russia costituisce l’unica vera incognita che, ancora una volta, potrebbe far saltare tutto il piano statunitense, o in alternativa causare un allargamento del conflitto, coinvolgendo l’Iran e la stessa Russia con conseguenze imprevedibili.
D’altra parte il piano per il nuovo assetto del Medio Oriente era stato disegnato già da molti anni dagli strateghi israeliani (vedi il piano Yinon) e da quelli statunitensi (Zbigniew Brzezinski e Paul Wolfowitz) ed in base a quel piano sono stati attuati gli interventi in Iraq, in base al pretesto delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, poi rivelatesi inesistenti, in Libia con l’operazione neo coloniale ideata dagli USA ed attuata dalla NATO con Francia e Regno Unito in prima fila e la vergognosa partecipazione italiana, con il pretesto di “portare la democrazia”. Vedi: Greater Israel”: The Zionist Plan for the Middle East
La Siria di Basar al-Assad, uno stato laico ed educato alla convivenza inter religiosa fra comunità alawita, sciita, sunnita, cristiana e drusa, nemico ostinato di Israele ed alleato dell’Iran, non poteva essere tollerato dall’elite dominante dell’Impero anglo USA sionista. Si è predisposto a tavolino il piano dell’annientamento dello Stato siriano e della deportazione della sua popolazione, in modo simile a quanto accaduto per i palestinesi .
Nelle prossime settimane possiamo prevedere che inizierà l’intervento militare massiccio dei “portatori di democrazia”, inizieranno i “bombardamenti mirati” e l’apparato mediatico di propaganda ci racconterà delle “prodezze” dei “liberatori”.
Quello sarà il momento in cui si inizierà ad attuare il piano di annientamento della Siria, a lungo studiato e che, nei calcoli dell’elite dominante, dovrà servire da monito a tutte le altre popolazioni e stati che volessero osare sfidare l’Impero e sottrarsi all’egemonia anglo USA sionista.
Facile prevedere che “la campana suonerà” poi anche per le orecchie di Teheran e dell’Iran che, dopo l’accordo sul nucleare, dovrà attendere il prossimo pretesto e la prossima campagna mediatica occidentale, in quel momento potrà comprendere che sarà arrivato il suo turno. Soltanto questione di tempo.