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L’Afghanistan sta esplodendo

di Enrico Piovesana - 10/09/2006

17 morti a Kabul. Nell'ovest feriti 4 soldati italiani. Nato chiede rinforzi al sud
Elicotteri che volano bassi in un cielo nero di fumo. A terra, carcasse contorte di veicoli in fiamme e corpi straziati e insanguinati. Soldati Usa che si aggirano nervosamente attorno al luogo dell’attentato. Ancora una volta, Kabul come Baghdad.
Questa mattina un attentatore suicida si è lanciato con un'autobomba contro un convoglio militare Usa nei pressi dell’ambasciata statunitense di Kabul. Ci sono almeno 17 morti, tra cui 7 stranieri: soldati o contractors Usa. E decine di feriti tra i passanti.
 
Zona dei combattimentiLa guerra è arrivata anche nella zona di competenza italiana. Nel frattempo, nella provincia occidentale di Farah, un’altra bomba ha investito una pattuglia Isaf di incursori della Marina italiana, ferendo i 4 militari che si trovavano a bordo del veicolo colpito dallo scoppio di un ordigno, probabilmente radiocomandato. Gli italiani conducono in zona operazioni di ricognizione del territorio.
La provincia di Farah, a sud di Herat, rientra – assieme a quelle di Badghis e Ghowr – nell’area di competenza del contingente Isaf italiano. Ma delle tre, Farah è certamente la più pericolosa, in quanto già da tempo “contagiata” dall’influenza talebana.
 
Bombardamenti Nato senza sosta in Helmand: vittime civili. Essa confina infatti con la parte nord della provincia di Helmand: roccaforte della guerriglia e zona di intensi combattimenti tra talebani e forze Isaf britanniche e di continui bombardamenti aerei condotti dall’aviazione Usa e Nato. Da tre giorni, ad esempio, il distretto di Sangin, che si trova in questa zona, è sotto bombardamento da parte dei caccia Isaf. Fonti locali riferiscono di molte vittime tra i civili, in particolare, ieri, nel bombardamento di un accampamento di tende abitato da nomadi migrati da nord, dalla provincia di Ghowr. Già il 25 agosto scorso, l’aviazione Isaf aveva bombardato un corteo nuziale a Musa Qala, uccidendo 12 civili.
 
Soldati Isaf al fronteOperazione “Medusa”: ieri altri 21 morti. 300 in una settimana. E spostandosi ancora qualche decina di chilometri più a sud, nella parte ovest della provincia di Kandahar, ci si trova al fronte, laddove da una settimana è in corso l’operazione Isaf “Medusa”, prosecuzione dell’operazione Usa “Avanzata di Montagna”: la più massiccia offensiva militare occidentale in Afghanistan dal 2001. Ieri le truppe Isaf canadesi, assistite dall’aviazione Isaf Usa, hanno ucciso altri 21 talebani, portando a quasi 300 il numero delle perdite inflitte a ribelli dall’inizio dell’operazione nei distretti di Panjwayi e Zhari. Anche qui, secondo fonti locali (polizia e amministratori locali), la maggior parte dei morti presentati come “talebani” sono in realtà civili: come i 21 civili morti sotto le bombe Isaf nei giorni scorsi nella zona di Zangabad.
 
Soldati italiani delle truppe specialiLa Nato chiede rinforzi anche all’Italia, che intanto invia truppe speciali. Fronti di guerra, questi di Helmand e Kndahar, dove 43 soldati britannici e canadesi sono già morti da quando, il 1° agosto, la missione Isaf-Nato ha preso il comando delle operazioni nel sud dell’Afghanistan. E dove nel giro di pochi giorni potrebbero venire impiegate anche truppe italiane. Nelle prossime ore, il comandante delle operazioni Nato, generale James Jones, incontrerà i generali della Nato in Polonia per chiedere rinforzi da mandare nel sud, dove la situazione è, per sua stessa ammissione, assai critica: “Dobbiamo riconoscere – ha detto nei giorni scorsi – che siamo un po' sorpresi dall’intensità dell’opposizione dei talebani, che in alcune zone non si affida più alla solita tattica del mordi-e-fuggi”. Jones chiederà truppe in particolare a Germania e Italia, i cui contingenti sono dislocati nel tranquillo nord dell’Afghanistan. Richiesta alla quale, una volta formalizzata, il governo italiano dovrà rispondere entro 72 ore. La decisione, già presa, di inviare a Kabul un piccolo contingente – circa 80 uomini – di truppe speciali della Marina (Comsubin) e dell’Esercito (Col Moschin) non è forse una semplice coincidenza.