Corea del Nord, doppiopesismo e ipocrisia
di Alessio Pizzichini - 10/01/2016
Fonte: L'intellettuale dissidente
La Corea del Nord ha testato una bomba all’idrogeno, forse “soltanto” nucleare, e questo ha provocato ovviamente l’indignazione e l’attacco di quel mondo che ama definirsi libero. Sulla Corea si sa poco o nulla, perché poco o nulla lasciano trapelare. Di una cosa si può esser certi: quando i mass media attaccano Kim Jong-un o è una totale invenzione, o è fatto in malafede e utilizzando “due pesi due misure”. Di seguito alcuni punti per chiarire l’azione della Corea del Nord, per cercare di aprire gli occhi su ciò che è accaduto e accadrà.
1. I media parlano di violazione del Trattato di proliferazione nucleare, in vigore dal 1970 e sottoscritto dalla Corea del Nord nel 1985, dal quale però si ritirò nel 2001. Quindi la Corea del Nord non fa parte del Trattato e per quanto questo non possa piacere non è assolutamente tenuta a rispettare un patto firmato da altre nazioni.
2. Sono nove i paesi che oggi dispongono di testate nucleari: Russia, Stati Uniti, Francia, Cina, Regno Unito, Israele, Pakistan, India e Corea del Nord, per un totale di circa 20000 testate. Di queste la Corea del Nord ne possiede circa dieci, mentre stati instabili e sempre sull’orlo del conflitto come Israele e Pakistan circa un centinaio a testa. Gli Stati Uniti, perennemente in guerra, 8500.
3. Dal 1945, e in maniera decisamente più accelerata dopo la caduta del Muro di Berlino e il disfacimento dell’URSS, gli Stati Uniti e i loro vassalli aggrediscono qualsiasi nazione sovrana che decide di non svendersi al nemico e di non convertirsi al capitalismo, visto sia come sistema economico (liberismo, sfruttamento, finanza) sia come ordinamento sociale (globalizzazione, appiattimento dell’io, annullamento di tradizioni e religioni, consumismo, predominio dell’economico sull’umano). I paesi rimasti ad opporsi a questo sono pochi, decimati in questi decenni. La Corea del Nord dunque si sente legittimata a dare costantemente prove di forza per far capire ai paladini della libertà che è meglio per tutti che non provino ad invaderla. Questa strategia si chiama deterrenza, e si basa sull’intimidire il nemico così da evitare che questo attacchi, ed è una strategia di difesa.
4. La Corea del Sud si è sentita la più minacciata, poiché in un’eventuale guerra tra le due la parte comunista potrebbe distruggerla in un attimo. Kim Jong-un, e prima Kim Il-sung, lotta da sempre per la riunificazione della patria, non in un’ottica di annessione della parte capitalista a quella socialista, ma accettando un’unica Corea dentro la quale vi siano le due parti con i loro rispettivi modelli. A riguardo il 15 Giugno del 2000 venne firmata la “Dichiarazione congiunta Nord-Sud”, con la quale i leader delle due Coree si impegnarono per l’unificazione pacifica e per la cessazione di ogni ostilità. Quella che sembra non voglia unificarsi veramente è la Corea del sud, che sottosta ubbidientemente ai dettami di Washington.
Chiariti questi quattro punti va specificata quella che in tempi normali sarebbe un’ovvietà: quanti paesi ha aggredito la Corea del Nord? Quante guerre ha dichiarato? Zero. Quanti paesi ha invece aggredito gli Stati Uniti? In quante guerre sono immischiati? Quanti terroristi hanno creato e foraggiato per i propri interessi? Quanta distruzione, morte e disperazione hanno portato in Serbia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Siria, e in tanti tanti altri paesi aggrediti? Non si tratta di elogiare la Corea del Nord e il suo sistema, ma di difendere ad ogni costo l’autodeterminazione dei popoli e la sovranità delle nazioni contro l’imperialismo. La differenza tra i due riguardo il nucleare è che uno, la Corea del Nord, lo usa per deterrenza e ha circa dieci testate; l’altro, gli USA, ne ha circa 8500, è costantemente immischiato in conflitti e già in passato ha usato bombe nucleari a guerra finita contro un popolo inerme causando un genocidio. Se qualcuno si vuol erigere a paladino dell’anti-nucleare almeno sia giusto ed utilizzi un peso per tutti, altrimenti può far pensare che fa gli interessi di qualcuno in particolare.