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Il Dollaro USA è il maggior fiasco della settimana

di Peter Schiff - 27/11/2006


 
 
 

 
Mentre gli statunitensi erano occupati a digerire i banchetti del Ringraziamento, il resto del mondo vomitava i dollari. Come risultato dei nostri massivi deficit commerciali, gli stranieri certamente hanno il ventre pieno di dollari. La condotta di questa settimana nei mercati Forex (1) indica che essi forse hanno finalmente mangiato il loro ripieno. Sfortunatamente il cattivo sapore probabilmente perdurera', perche' la rotta del dollaro e' solo appena cominciata.

Poiche' i consumatori Usa affollavano i negozi questo "venerdi' nero" (2), pochi avranno avuto notizia che e' avvenuto il piu' significativo ribasso nel valore della loro valuta. Se di qualcosa puo' dirsi che e' stato annerito questo venerdi', questo e' il dollaro Usa. Mentre i media rimangono concentrati a riferire dei dollari che gli statunitensi stanno irresponsabilmente spendendo, la notizia reale risiede nella perdita di valore di quei dollari che gli stranieri stanno insensatamente risparmiando. Le perdite sono particolarmente piu' pronunciate tra le banche centrali straniere, in misura piu' notevole la Cina, le cui riserve di valute straniere, in vasta maggioranza costituite di dollari Usa, recentemente hanno superato un ammontare pari ad 1 trilione di dollari. Quando gli stranieri finalmente decideranno che ne hanno avuto abbastanza, la loro riluttanza ad accumulare dollari aggiuntivi comporterà che la perpetua febbre di acquisti degli statunitensi arriverà finalmente ad uno stridulo alt.

Questa settimana il dollaro Usa e' stato tagliato come un tacchino per il Ringraziamento. Nei confronti di franco svizzero, euro, sterlina inglese e yen giapponese, il dollaro ha perduto rispettivamente 3%, 2,2%, 2% e 1,8% del suo valore. Per porre in prospettiva quei ribassi, in termini di euro il declino di oltre 60 punti del Dow Jones di questa settimana si traduce nello equivalente di un arretramento di 320 punti, quando lo misuriamo in euro. Infatti dall'inizio dell'anno il Dow e' in rialzo di solo circa un 3,5% se misurato in euro, in confronto al suo progresso del 14,5 % quando viene valutato in dollari Usa, che sono in corso di deprezzamento. Dal suo massimo del 2000, il valore del Dow, misurato in euro, e' in ribasso di oltre il 27%. In termini di oro, la sola moneta mondiale legittima, il quadro e' anche peggiore. Se misurato in oro, il Dow e' in ribasso di oltre il 50% dal suo picco del 2000, ed attualmente in calo di oltre il 7% finora questo anno. Sicche' non merita di disquisire oltre del fasullo rialzo di Wall Street !

A rischio di usare a sproposito il termine, la forza relativa nel mercato delle obbligazioni e' un enigma, data la recente debolezza del dollaro. Dal punto di vista dei nostri creditori, la sola cosa peggiore che detenere dollari e' possedere diritti futuri ai dollari, il che e' quello che le obbligazioni in sostanza rappresentano. Quando gli stranieri cominciano a scontare un aggiuntivo 10 % di ribasso annuale del dollaro nel valutare i rendimenti delle obbligazioni Usa in valuta, le quotazioni di queste ultime andranno rapidamente a capofitto.

Inoltre non cessa mai di stupirmi la maniera in cui gli investitori Usa possano essere tanto concentrati sui prezzi delle azioni, e tuttavia rimanere immemori di quello che tali quotazioni in effetti indicano. Le quotazioni azionarie naturalmente rappresentano importi di dollari. Pertanto i reali valori del mercato azionario in effetti dipendono dal potere di acquisto del dollaro. Concentrarsi sul primo elemento, e nel frattempo ignorare il secondo e' uno dei maggiori errori che la maggior parte degli investitori compiono.

Sfortunatamente la previsione tecnica per il dollaro, e per estensione quella della intera economia Usa e dei mercati finanziari che essa sostiene, si sta rapidamente deteriorando. L'Indice del dollaro, ora valutato attorno a 83,5 , ha rotto gli argini, nonostante alcuni fondamentali livelli di supporto, ed il prossimo appoggio che proverà sarà probabilmente il suo record minimo di tutti i tempi, poco al di sotto di 80. Se quel tentativo fallirà, come con grande probabilita' succederà, guardate a valori inferiori. Una volta che il dollaro si avventurasse in territorio sconosciuto, le vendite si intensificherebbero, con l'indice del dollaro trattato al di sotto di 70 in un battibaleno. La mia previsione finale per tale indice è 40, che letteralmente taglierebbe il valore del dollaro a meta'. Ritengo che l'intero ribasso avverrebbe in appena due anni. Ponendo di nuovo tale declino in prospettiva, esso sarebbe l' equivalente di un ribasso di oltre 6.600 punti del Dow. Naturalmente questa valutazione presume che la Fed finalmente diventi seria e che il Congresso ed il Presidente diano ascolto alla sua predica. Se cio' non accadesse, e l' iper-inflazione ne conseguisse, l' indice del dollaro cadrebbe molto piu' in basso, forse persino scenderebbe al di sotto del valore 10, prima di fermare la caduta su terreno solido.

Non fate l'errore di ritenere che questo sia in qualche modo un problema che riguardi gli stranieri. Saranno gli statunitensi che avvertiranno le perdite nella maniera piu' dolorosa, perche' cio' portera' a significativi aumenti sia nei prezzi al consumatore che nei tassi di interesse, e condurra' al ribasso dei valori patrimoniali, in modo particolare per le proprieta' immobiliari ad uso residenziale. In altre parole, ciò che possediamo varrà molto meno e quello che abbiamo bisogno di comprare costera' molto di piu'.

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Peter Schiff, amministratore delegato e responsabile delle strategie globali presso Euro Pacific Capital, Inc.

Versione originale:

Peter Schiff
Fonte: http://www.safehaven.com
Link: http://www.safehaven.com/article-6367.htm
24.11.06

Versione italiana:

Fonte: http://francescocaselli.blogspot.com/
Link: http://francescocaselli.blogspot.com/2006/11/il-dollaro-usa-e-il-maggior-fiasco.html

Traduzione di Francesco Caselli

Note del Traduttore:

1) Il Forex e' il mercato internazionale delle valute.

2) Il giorno successivo a quello del Ringraziamento, che e' il quarto giovedi' di novembre, viene considerato da una teoria con una certa diffusione in Usa il primo giorno dell'anno in cui i negozi cominciano a fare utili, da scrivere pertanto con inchiostro nero (donde il nome), essendo i precedenti giorni dell'anno serviti solo ad appianare le spese, registrabili con inchiostro rosso.