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Consulta islamica: che ci fa l'UCOII?

di Hamza Piccardo - 09/01/2007

Fonte: antiimperialista



«Hamza Piccardo, attuale portavoce e del Consiglio Direttivo UCOII e per otto anni segretario nazionale della stessa organizzazione, interviene a titolo personale, nel dibattito innescato dalle dichiarazioni del ministro Amato sul finanziamento delle moschee.  "Amato farebbe bene a dire a quali moschee si riferisce e a quali Stati stranieri. Mi risulta che le uniche situazioni che ricevono o che hanno ricevuto soldi da Stati esteri siano la grande Moschea di Roma e la Coreis. Il Centro Islamico ai Parioli, è stato costruito  infatti con fondi provenienti in grandissima parte dall'Arabia Saudita e per qualche spicciolo da diversi paesi i cui ambasciatori siedono nel consiglio d'amministrazione, ed è gestito grazie al regolare finanziamento dello stesso Regno mediorientale attraverso la Rabita al islamiyya di Mecca( Lega Islamica Mondiale) una ONG saudita, totalmente dominata dal movimento fondamentalista wahhabita. La Coreis, per la sempre costruenda moschea di via Meda a Milano, ha ricevuto un sostanzioso finanziamento dalla stessa Rabita. Tutte le altre moschee sono gestite con i sudati soldi che escono dalle tasche dei loro frequentatori. Va da sè che alcuni grossi progetti in corso nelle principali città d'Italia, per dotare il nostro paese di edifici di culto islamico dignitosi, sperano nella generosità di privati e istituzioni musulmane nel mondo che hanno a cuore la vita spirituale dei loro correligionari  cittadini o residenti nella penisola.  Dove sarà mai lo scandalo e la minaccia? Chi si scandalizza se le Missioni Consolata, ad esempio, raccolgono denaro in Italia per costruire una chiesa in Africa?
Il problema non è tanto da dove vengono i soldi ma come si usano e, nel nostro caso, la trasparenza delle nostre attività è garantita da una pratica ultra ventennale e da un controllo minuzioso degli organi di polizia e d'intelligence. Continuare come fa Amato a parlare di Islam in termini securitari non gli fa onore e lo mette al livello della Santanchè. Lavoro del ministro sarebbe invece quello di vigilare e denunciare comportamenti devianti se ne avesse prova, e non agitare l'opinione pubblica con dichiarazioni allarmistiche"
Un'ultima stoccata Piccardo la riserva alla Consulta Islamica d'Italia. "E' un organismo inidoneo ad affrontare le problematiche della comunità dei musulmani in Italia per la sua intrinseca estraneità al meccanismo democratico e all'ordinamento dello Stato. Nonostante le dichiarazioni programmatiche di Pisanu, mai rettificate da Amato, la Consulta sta diventando un ente considerato come rappresentativo dalle istituzioni, prova ne sia l'audizione presso la Commissione affari costituzionali  il 10 gennaio in merito alla nuova legge sulla libertà religiosa.
Senza nessuna legittimità democratica, con scarsa relazione con l'insieme della comunità e con competenze specifiche del tutto inadeguate, la Consulta usurpa un ruolo che non le compete. In queste condizioni non è più possibile accettare la permanenza UCOII nella Consulta Islamica. Se il parere della maggioranza dei miei fratelli e sorelle fosse diverso io mi considero già dimissionario dall'appartenza al Consiglio direttivo e quindi dalla carica di Portavoce.» 5 gennaio 2007