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La diga economica si romperà nel 2007?

di Joseph Stiglitz - 10/01/2007


 
 
   


Il mondo è sopravvissuto al 2006 senza un'importante catastrofe economica, malgrado i prezzi del petrolio schizzati alle stelle ed il Medio Oriente che se ne va vertiginosamente fuori controllo. Ma l'anno ha prodotto abbondanti lezioni per l'economia globale, così come segnali di pericolo sulle sue future performances.

Non sorprende che il 2006 abbia portato un altro rifiuto clamoroso delle politiche fondamentaliste neo-liberali, questa volta da parte degli elettori in Nicaragua ed Equador. Nel frattempo, nel vicino Venezuela, Hugo Chávez ha vinto le elezioni in modo schiacciante: almeno lui aveva portato una certa educazione e delle cure sanitarie ai poveri barrios, che precedentemente avevano ricevuto ben pochi benefici dall'enorme ricchezza di petrolio del paese.

Forse la cosa più importante per il mondo, gli elettori negli Stati Uniti hanno dato un voto di nessuna fiducia al presidente George W Bush, che ora sarà tenuto sotto controllo da un congresso democratico. Quando Bush assunse la presidenza nel 2001, molti sperarono che governasse con abilità dal centro. Critici più pessimistici si consolarono chiedendosi quanto danno un presidente avrebbe potuto fare in pochi anni. Ora conosciamo la risposta: molto.

L'America non è mai stata così in basso agli occhi del mondo. Valori di base che gli Americani consideravano parte centrale della loro identità sono stati sovvertiti. L'impensabile è accaduto: un presidente americano che difende l'uso della tortura, usando tecnicismi nell'interpretazione della Convenzione di Ginevra ed ignorando la Convenzione sulla Tortura, che la proibisce in qualsiasi circostanza. Inoltre, mentre Bush venne acclamato come il primo "presidente MBA" (Master degree in Business Administration, ndt), la corruzione e l'incompetenza hanno regnato sotto la sua gestione, dalla pasticciata risposta all'uragano Katrina alla sua condotta nelle guerre in Afghanistan e Irak.

Infatti, dovremmo fare attenzione a non leggere troppo nel voto 2006: gli Americani non amano essere dal lato perdente di alcuna guerra. E' stato questo fallimento, ed il pantano in cui l'America ancora una volta è entrata con tanta fiducia, che ha condotto gli elettori a rifiutare Bush. Ma il caos del Medio Oriente modellato dagli anni di Bush rappresenta anche un rischio centrale per l'economia globale. Da quando è cominciata la guerra in Irak nel 2003, la produzione di petrolio dal Medio Oriente, il produttore a più basso costo al mondo, non è aumentata come previsto per rispondere alla crescente esigenza del mondo. Anche se la maggior parte delle previsioni suggeriscono che i prezzi del petrolio rimarranno al loro livello attuale o un po' sotto, questo è in gran parte dovuto ad una percepita moderazione della crescita della richiesta, guidata da un'economia degli Stati Uniti che rallenta.

Naturalmente, un'economia Statunitense in fase di rallentamento costituisce un altro enorme rischio globale. Alla radice del problema economico americano ci sono le misure adottate subito durante il primo mandato di Bush. In particolare, l'amministrazione ha fatto approvare una riduzione delle tasse che ha largamente fallito nello stimolare l'economia, perché era progettata per avvantaggiare pricipalmente i contribuenti più ricchi. La difficoltà dello stimolo è stata addossata sulla Federal Reserve Board, che ha abbassato i tassi di interesse a livelli senza precedenti. Mentre soldi poco costosi hanno avuto scarso effetto sull'investimento in affari, hanno ingrossato una bolla sui beni immobili, che ora sta scoppiando, compromettendo le famiglie che hanno chiesto prestiti dando in garanzia i valori delle case in crescita, per sostenere il consumo.

Questa strategia economica non era sostenibile. I risparmi delle famiglie sono diventati negativi per la prima volta dalla grande depressione, con il paese che riceve prestiti per $3 miliardi al giorno dall'estero. Ma le famiglie potevano continuare a ricevere soldi dalle loro case soltanto finchè i prezzi continuavano ad aumentare ed i tassi d'interesse rimanevano bassi. Quindi, tassi di interesse più alti e prezzi delle case in caduta non fanno presagire bene per l'economia americana. Effettivamente, secondo alcune stime, approssimativamente l'80% dell'aumento nell'occupazione e quasi due terzi dell'incremento del P.I.L. negli ultimi anni ha origine direttamente o indirettamente dai beni immobili.

A rendere le cose peggiori, un governo senza controllo che spende ancora più ha sostenuto l'economia durante gli anni di Bush, con un deficit fiscale che ha raggiunto nuove altezze, rendendo difficile adesso per il governo farsi avanti per puntellare la crescita economica mentre le famiglie tagliano i consumi. Effettivamente, molti Democratici, avendo fatto una campagna sulla promessa di tornare ad una sanità fiscale, è probabile che richiedano una riduzione del deficit, che attenuerebbe ancor più lo sviluppo. Nel frattempo, i persistenti squilibri globali continueranno a produrre ansia, particolarmente in quelli le cui vite dipendono dai tassi di cambio. Benchè Bush abbia a lungo cercato di incolpare altri, è chiaro che il consumo a briglia sciolta e l'incapacità dell'America di vivere con i propri mezzi sono la causa principale di questi squilibri. Finchè ciò non cambia, gli squilibri globali continueranno ad essere una fonte di instabilità globale, senza riguardo di ciò che fanno Cina o Europa.

Alla luce di tutte queste incertezze, è un mistero come i premi di rischio possano restare così bassi. Specialmente con la drammatica riduzione nella crescita della liquidità globale dato che la banca centrale ha successivamente alzato i tassi d'interesse, il prospetto di premi di rischio che tornano a livelli più normali è in se stesso uno dei maggiori rischi che il mondo d'oggi deve affrontare.

Joseph Stiglitz
Fonte: http://www.guardian.co.uk
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27.12.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI