Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I blogger che criticano il governo potrebbero finire in galera

I blogger che criticano il governo potrebbero finire in galera

di Steve Watson - 22/01/2007


 
 
   

Sareste perdonati se pensaste che questa è una nuova forma di restrizione alla libertà di espressione che è stata introdotta nella Cina Comunista. Ma non lo è. Il governo Statunitense vuole obbligare i blogger e gli attivisti di base che operano on line a registrarsi e a documentare regolarmente le proprie attività al Congresso USA, e questo nel corso dell'ultimo incredibile attacco che è stato scagliato contro Internet e il Primo Emendamento della Costituzione.

Richard A. Viguerie, Presidente di GrassrootsFreedom.com, un sito web il cui scopo è quello di combattere qualunque tentativo di ridurre al silenzio i movimenti di base, afferma:

"La Sezione 220 di S. 1, il progetto di legge per la riforma delle attività dei gruppi di pressione che è al momento in discussione al Senato, richiede a quegli attivisti di base, blogger compresi, che comunicano con 500 o più membri del pubblico su questioni di politica, di registrare e di documentare ogni quattro mesi le proprie attività al Congresso nella stessa maniera in cui già fanno i grandi gruppi di pressione di K Street. Se venisse introdotta, la Sezione 220 emenderebbe la legge esistente di documentazione sui gruppi di pressione, dando così vita alla più estesa intrusione nei diritti che sono riconosciuti dal Primo Emendamento che sia mai stata introdotta. Per la prima volta nella storia, i critici del Congresso avranno bisogno di registrarsi e di documentare le proprie attività al Congresso stesso".


In altre parole, Nancy Pelosi e i Democratici potrebbero ridefinire il significato atttribuito alle attività dei gruppi di pressione per far sì che le comunicazioni politiche ai / fra i cittadini siano ricomprese nell'ambito della medesima legislazione.

Secondo la legge attuale qualunque "lobbista" che "intenzionalmente e a propria discrezione viene meno all'obbligo di fare archiviare o di documentare" le proprie attività al governo ogni quattro mesi può essere incriminato nell'ambito del codice penale, compresa la possibilità di essere condannato ad una pena detentiva della durata massima di un anno.

Al momento l'emendamento è in stallo al Senato.

Questo ultimo attacco contro i blogger se ne fuoriesce bollente dalla proposta del Senatore Repubblicano John McCain di introdurre una nuova legge che consentirebbe di multare i blog fino ad un massimo di 300.000 dollari per dichiarazioni offensive, foto o video che sono stati pubblicati dai visitatori nelle finestre di un sito destinate ai commenti.

La proposta di McCain è stata presentata sotto l'insegna di voler salvare i bambini dai predatori sessuali e di voler incoraggiare gli informatori a vendere i gestori di siti web al National Center for Missing and Exploited Children – Centro Nazionale per i Bambini Scomparsi e Sfruttati, che poi passerebbero l'informazione alle competenti autorità di polizia.


Nonostante la totale mancanza di una qualunque prova che dimostri che i bambini sono le vittime in massa da parte dei blogger o delle persone che lasciano commenti sui blog, sembra certo che la proposta diventerà legge in una qualche maniera. È ben risaputo che McCain prova una forte antipatia nei confronti dei suoi critici nella blogosfera, e questo provoca un evidente conflitto di interessi ogni qualvolta una proposta per la ristrizione dei blog viene da lui presentata.

Nei mesi scorsi, un coro di propaganda inteso a demonizzare Internet e a drenarlo verso un percorso di stretto controllo è stato vomitato fuori da numerosi organi dell'establishment:

- Durante un'apparizione con la moglie Barbara su Fox News durante lo scorso mese di Novembre, George Bush senior ha attaccato i blogger di Internet accusandoli di creare un "clima ostile e disgustoso".

- La strategia de-classificata della stessa Casa Bianca per "vincere la guerra al terrore" evidenzia come obiettivo le teorie cospirative di Internet definendole un terreno fertile per il reclutamento di terroristi e minaccia di volerne "diminuire" la relativa influenza.

- Il Pentagono recentemente ha annunciato il suo tentativo di infiltrare Internet e di propagandare la guerra al terrore.

- In un discorso del mese scorso, il direttore della Sicurezza Naziale Michael Chertoff ha identificato il web come un "campo di addestramento del terrorismo", attraverso cui "le persone disaffezionate che vivono negli Stati Uniti" stanno sviluppando "ideologie radicali e in forma potenziale anche capacità di tipo violento". Chertoff ha promesso di disseminare agenti della Sicurezza Nazionale nei dipartimenti della polizia locale allo scopo di fornire aiuto nella cattura di terroristi domestici che fanno uso di Internet come fosse uno strumento politico.

- Un caso legale di estrema importanza in favore della Recording Industry Association of America e di altre organizzazioni che sono attive nel commercio globale cerca di criminalizzare qualunque attività di "file sharing" su Internet defindola una violazione del copyright, contribuendo in questa maniera alla chiusura del world wide web – e la loro argomentazione è sostenuta dal governo degli Stati Uniti.

- Un altro fondamentale caso legale a Sidney va ancora più in là, stabilendo la trappola che consentirebbe di distruggere Internet per come lo conosciamo e di porre fine ai siti web di informazione alternativa e ai blog, e questo con la creazione di un precedente secondo cui la semplice presenza su di un sito di link ad altri siti web significa infrangere la legge sul copyright e rappresenta un atto di pirateria.

- L'Unione Europea, guidata dall'ex Stalinista e potenziale futuro Primo Ministro Inglese John Reid, ha anch'essa promesso di voler fermare i "terroristi" che fanno uso di Internet per diffondere propaganda.

- Recentemente la UE ha anch'essa proposto una legislazione che impedirebbe agli utenti di poter caricare una qualunque forma di materiale video senza possedere una licenza.

- In precedenza abbiamo anche svelato come siano in atto numerosi tentativi di limitare la neutralità di Internet nonchè di designare una nuova forma altamente ristretta dello stesso conosciuta con il nome di Internet 2.

Non fate errori, Internet, che è uno dei più grandi avamposti della libertà di espressione mai esistito, è sotto il costante attacco da parte di personaggi potenti che non possono operare all'interno di una società dove l'informazione scorre liberamente e senza filtri. Tutti questi tentativi sono una replica delle storie che sentiamo ogni settimana e che provengono dalla Cina Comunista Controllata dallo Stato, dove Internet è strettamente regolato ed esiste virtualmente come un'entità a se stante, tenuta ben lontana dal resto del web.

Le frasi "governo Cinese" e "Mao Zedong" sono state addirittura censurate nei siti ufficiali Cinesi perchè sono considerate "frasi sensibili". Lasceremo che i nostri ipotetici governi Democratici implementino lo stesso tipo di politiche restrittive anche qui da noi?

Secondo la sezione 220 della proposta di legge per la riforma dei gruppi di pressione, Infowars.net potrebbe essere obbligato a cercare di ottenere una licenza solo per potervi offrire questo tipo di informazione. Se ci venisse garantita una licenza, verremmo poi obbligati a documentare le nostre attività al governo quattro volte all'anno solo per potervi offrire questo tipo di informazione. Tutto questo vi pare essere libertà di espressione o piuttosto totalitarismo?

***********

E' il momento di mobilitarsi:

Oltre che telefonare al Senato USA, vi suggeriamo di andare su GrassrootsFreedom.com dove c'è una petizione che potete firmare contro la sezione 220 di S. 1, la proposta di legge per la riforma delle attività dei gruppi di pressione.

A questo resoconto ha contribuito Paul Joseph Watson.

Steve Watson
Fonte: http://www.infowars.net/
Link: http://www.infowars.net/articles/january2007/180107Bloggers_Prison.htm
18.01.2007

Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info & www.comedonchisciotte.org