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Contribuiamo a salvare il clima con il consumo critico

di Guglielmo Giuliano - 06/02/2007

 

COME CONTRIBUIRE A RIDURRE L’EFFETTO SERRA ATTRAVERSO LE NOSTRE SCELTE DI ACQUISTO QUOTIDIANE

L’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e dei relativi obblighi diriduzione delle emissioni di gas-serra, rappresentano un’occasioneunica per cominciare a porre le basi per la creazione di una società aminore impatto ambientale, meno dipendente dai combustibili fossili epiù attenta all’uso delle risorse naturali. Per rendere possibile ciò ènecessario, non solo un forte impegno da parte delle istituzioni edelle imprese, ma anche da parte dei singoli cittadini, a partire daipiccoli gesti quotidiani. Ogni nostra azione, anche se apparentementetrascurabile, se moltiplicata per  milioni di persone, può averedegli effetti di vasta portata.
Tra i comportamenti che tutti noi dovremmo cominciare a cambiarespiccano in particolare le nostre scelte di acquisto quotidiane che,pur apparendo ai nostri occhi come innocue, comportano spesso unimpatto ambientale notevole. Ogni bene che comperiamo portainfatti  con sé un “bagaglio” di anidride carbonica (il principalegas responsabile dei cambiamenti climatici), dovuto ai consumi dienergia e di combustibili fossili connessi al suo processo produttivo,al trasporto del prodotto dal produttore al consumatore, alla suagestione e conservazione, e al suo smaltimento finale. Ecco perché ènecessario che ognuno di noi diventi maggiormente consapevole delleproprie scelte al momento di fare la spesa, e le orienti verso queibeni che riducono al minimo l’impatto sul clima. Il consumo criticorappresenta inoltre una leva potentissima in grado di condizionare ledinamiche dei mercati e di indurre le imprese ad adottare comportamentipiù attenti nei confronti dell’ambiente.
Qui di seguito troverete degli utili consigli che potrete mettere inpratica fin da subito al momento di fare la spesa. Rappresentano soloun inizio per “cominciare a calare la barca in acqua e partire versouna grande rotta”.
 
1. La prima regola che dovremmo mettere in pratica consiste nel ridurregli sprechi, stando attenti a consumare tutti i prodotti alimentarientro la data di scadenza ed evitando di “cestinare” con eccessivafacilità gli avanzi. Lo stesso criterio vale per gli altri tipi di beni(scarpe, vestiti, apparecchiature elettriche ecc.) che, una voltadanneggiati, gettiamo via con estrema facilità, ma la cui vita potrebbeessere allungata attraverso piccoli interventi di riparazione. Oggipurtroppo il sistema economico in cui viviamo rende spesso piùconveniente sostituire i prodotti danneggiati o difettosi con altrinuovi di zecca, piuttosto che ripararli. Un consumatore responsabiledovrebbe però guardare non solo al costo dei prodotti espresso dal loroprezzo di mercato, ma anche al loro “costo ambientale”, rilevabile dalconsumo di risorse e di energia necessari per produrlo. Consumare menoe meglio, recuperare, riparare, riutilizzare e riciclare dovrebberopertanto diventare i “comandamenti” di un eco-consumatore.
 
2. Per i beni di largo consumo (acqua, frutta, verdura, latte ecc.)sarebbe meglio preferire quelli la cui zona di produzione è più vicinapossibile a quella di acquisto. Così facendo si eviterà di contribuiread accrescere l’inquinamento atmosferico connesso al trasporto deibeni, che quasi sempre avviene “su gomma”, dal luogo di origine eproduzione al luogo di acquisto e consumo. Si stima ad esempio chenegli Stati uniti le derrate agricole percorrano in media 2000chilometri dal produttore al consumatore, con evidenti effetti negativiin termini di congestionamento delle strade e di peggioramento dellaqualità dell’aria.
 
3. Un’altra regola importantissima consiste nel comprare esclusivamentefrutta e verdura di stagione. Molti ortaggi tipici dei periodi estivi(peperoni, pomodori, zucchine ecc.) che ormai troviamo nei supermercatiin qualsiasi periodo dell’anno vengono spesso coltivati, nei periodifreddi, all’interno di serre che per essere riscaldate consumanotantissima energia. Preferiamo inoltre frutta e verdura proveniente dacoltivazioni biologiche in quanto, oltre a non far uso di pesticidi econcimi di sintesi, preservano la naturale fertilità del suolo e lapermanenza in esso di una notevole quantità di sostanza organica, cherappresenta un naturale “magazzino” di anidride carbonica. Bastipensare che un aumento del solo 0,15% della sostanza organica presentenel suolo consentirebbe di fissare in esso una quantità di CO2corrispondente alle emissioni complessive dell’Italia per un anno!!!
 
4. Evitiamo l’acquisto di prodotti surgelati che comportano deglienormi costi energetici per il sostenimento della “catena del freddo”.Sarebbe inoltre preferibile comprare prodotti semplici, da utilizzarecome materie prime per ricette casalinghe (zuppe di verdure, pizze,biscotti, dolci, marmellate ecc.) invece di quelli eccessivamenteelaborati, come piatti preconfezionati, cibi liofilizzati, merendine esnack prodotti industrialmente. Ne trarranno benefici la salute,l’ambiente e le nostre tasche!
 
5. Se proprio non possiamo fare a meno di acquistare acquaimbottigliata preferiamo il vuoto a rendere (riciclare una bottigliaintera consente un risparmio energetico cinque volte superiore allafusione del vetro rottamato) oppure informiamoci sulla possibilità diinstallare al proprio rubinetto un depuratore. I migliori sono quelliad “osmosi inversa” in quanto, facendo passare l’acqua attraverso unamembrana semipermeabile dai pori infinitesimali, trattengono ognipossibile fonte di inquinamento (nitrati, tensioattivi, cloro, traccedi pesticidi ecc.). Così facendo avremo ogni giorno acqua pura adisposizione, senza dover ogni volta andarla a comprare, ed eviteremolo spreco di energia e petrolio connesso alla produzione dellebottiglie e al loro trasporto. La spesa viene oltretutto ammortizzatanell’arco di pochissimi anni.
 
6.  Limitiamo i nostri consumi di carne in quanto per produrla ènecessario adibire a pascolo o a produzione di foraggio estese aree diterritorio, a discapito delle foreste, che rappresentano i principaliassorbitori naturali di CO2. Questo problema è particolarmenterilevante nelle zone equatoriali dove ogni anno migliaia di ettaridi  foresta  vengono tagliati per creare pascoli per ilbestiame al fine di soddisfare la crescente domanda di carne dei paesiricchi. La produzione di carne comporta inoltre uno spreco di risorsein quanto la stessa superficie di terra che, se usata per allevarebestiame, può sfamare una sola persona, coltivata a cereali e legumi nepotrebbe sfamare dieci! Infine anche le mucche, con le loro flatulenze,producono gas-serra che contribuiscono sensibilmente all’alterazioneclimatica.
 
7. Un altro modo per contribuire a salvare il patrimonio forestale èconnesso ai nostri consumi di carta e legno. Per l’acquisto di prodotticartacei (risme di fogli per fotocopie, quaderni, tovaglioli,fazzoletti e carta igienica) preferiamo quelli realizzati in cartariciclata, possibilmente non sbiancata con cloro (ogni tonnellata dicarta riciclata consente infatti di risparmiare circa 1600 litri dipetrolio ed evita l’abbattimento di diversi alberi).  Sarebbeinoltre buona regola sostituire i tovaglioli ed i fazzolettini di cartacon quelli di stoffa, riutilizzabili centinaia di volte. Per ciò cheriguarda i prodotti in legno (mobili, tavole, porte, finestre, parquetecc.) prima di acquistarli controlliamo che abbiano la certificazionedi provenienza  da foreste coltivate in modo sostenibile (in cuigli alberi abbattuti vengono sostituiti da giovani piante). In linea dimassima è preferibile comprare il legno europeo (betulla, rovere,faggio, acero, robinia ecc.) rispetto a quello proveniente da forestetropicali, spesso tagliate in modo illegale. Per ciò che concernel’acquisto di mobili esistono inoltre delle aziende che produconopannelli in truciolato utilizzando come materia prima esclusivamentelegno di scarto, che altrimenti finirebbe in discarica.
 
8. Un efficace espediente che permette di risparmiare soldisalvaguardando l’ambiente consiste anche nella condivisione dei beni.Potremmo ad esempio contribuire a limitare il numero di giornali, librie riviste che invadono sempre più le nostre case attraverso lacreazione di una rete di scambio tra amici, oppure recandoci presso lebiblioteche comunali, dove possono essere liberamente consultati ed inmolti casi anche presi in prestito, a costo zero.
 
9. Evitiamo l’acquisto di bombolette spray che, pur non contenendo piùcome gas propellenti i famigerati clorofluorocarburi, responsabilidell’assottigliamento dell’ozonosfera, hanno al loro posto altri gas ilcui “potere climalterante” (consistente nella capacità di trattenere ilcalore), risulta essere oltre 20 volte superiore all’anidridecarbonica. Al loro posto è quindi preferibile acquistare i prodotti“no-gas”.
 
10. Durante i nostri acquisti è inoltre importante fare attenzione agliimballaggi e agli  involucri in cui sono confezionati i prodotti,la cui produzione e smaltimento comporta il consumo di  notevoliquantità di risorse e di energia. Spesso risultano essere composti damateriali difficilmente riciclabili ed occupano un volume che moltevolte è maggiore dello stesso prodotto che contengono. Sarebbe pertantoimportante seguire alcune fondamentali regole: evitare di acquistareprodotti usa e getta (come piatti e bicchieri di “carta”), preferendoquelli riutilizzabili; comprare confezioni “formato famiglia” anzichéquelle monodose; scegliere i prodotti sfusi al banco al posto di quellipreconfezionati; preferire prodotti con minor  imballaggio econfezionati con materiale riciclato o facilmente riciclabile(cartoncino, vetro, P.E.T. ecc.); per i saponi liquidi e i detersiviscegliere le ricariche da svuotare nel contenitore acquistato la primavolta; portare con sé borse riutilizzabili in cui riporre la spesa,invece di farsi dare alla cassa nuovi sacchetti in plastica; evitare diacquistare rotoli e vaschette di allumino  per avvolgere  econtenere il cibo (la produzione di questo metallo comporta infatticonsumi elevati di energia e causa molte emissioni nocive) preferendoinvece altre soluzioni come la carta per il pane, i vasetti vuoti dellamarmellata o le comode vaschette riutilizzabili in plastica alimentare.
 
11. Preferire i prodotti che riportano il marchio di qualità ecologicadell’Unione Europea (ecolabel) riconoscibile da una margheritacostituita da una “E” circondata da 12 stelle. Questo marchiocontraddistingue quei prodotti che, durante l’intero ciclo di vita(produzione, utilizzo e smaltimento finale), consentono un ridottoinquinamento dell’aria e dell’acqua, un basso consumo di energia, unuso limitato di sostanze nocive, una minore produzione di rifiuti, ecc.In Italia sono attualmente presenti sul mercato oltre 800 prodottiappartenenti a 11 categorie merceologiche: carta, vernici, concimi,detersivi, lampadine, lavatrici, lavastoviglie, calzature, ecc.
 
….MI RACCOMANDO ALLORA: RICORDIAMO SEMPRE DI METTERE NEL CARRELLO DELLASPESA ANCHE UNA BUONA DOSE DI SENSIBILITA’ E COSCIENZA!!!