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Federico II di Svevia il siciliano temuto dalla Chiesa

di Enea Baldi - 15/02/2007



Fu un uomo intelligentissimo e colto, favorì la scienza e l’economia, abolì i monopoli di Stato, i dazi e le limitazione all’importazione dei prodotti nel suo impero. Conosciuto alla storia come lo “stupor mundi”, a soli quattro anni fu re di Sicilia, poi imperatore del Sacro Romano Impero, re di Germania e di Gerusalemme.
Federico II discendente della famiglia di Hohenstaufen, nacque a Jesi da Enrico VI figlio di Federico Barbarossa e da Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II il normanno, il 26 dicembre del 1194. L’imperatrice stava raggiungendo il marito a Palermo, che era stato incoronato re di Sicilia proprio il giorno prima, quando fu colta dai dolori del parto. Parto che avvenne in piazza, su di un letto a baldacchino protetto dagli sguardi indiscreti; l’accesso al talamo della puerpera fu consentito solo ad alcune donne. Il motivo di questo parto bizzarro, scaturì dal fatto che Costanza non più giovanissima - aveva infatti 40 anni - poteva far nascere dicerie e pettegolezzi circa la maternità del futuro imperatore.
Nel 1197 muore Enrico VI e l’anno dopo è la volta di sua madre Costanza. Dopo la morte del marito, Costanza si era raccomandata al Papa Innocenzo III di occuparsi del regno e del piccolo Federico, qualora anche lei fosse venuta a mancare. Quando Costanza morì però, Innocenzo III mantenne solo la promessa della reggenza, lasciando che Federico crescesse tra le strade di Palermo; solo all’età di quattordici anni Federico assunse la carica di regnante.
Nel luglio del 1214 nella famosa battaglia di Bouvines, Filippo Augusto di Francia alleato di Federico, sconfisse l’allora imperatore del Sacro Romano Impero Ottone IV di Germania, alleato degli inglesi. A quel punto Federico II si trovò nella condizione - tanto temuta da Innocenzo III - di regnante di Sicilia e dell’Impero.
Quell’Impero che inevitabilmente e più volte si trovò a combattere lo Stato Pontificio. Federico subì ben tre scomuniche e Papa Gregorio IX, successore di Innocenzo III, lo definì secondo una leggenda medievale l’Anticristo; infatti secondo la leggenda, l’Anticristo sarebbe nato da una vecchia monaca e un frate: Costanza d’Altavilla quando partorì Federico aveva 40 anni e prima di contrarre matrimonio all’età di 32 anni, aveva vissuto in un convento; Enrico VI religiosissimo, in gioventù aveva espresso il desiderio di farsi monaco.
Il 9 settembre del 1227, Federico II incalzato da Papa Gregorio IX, parte per la sesta crociata, ma una pestilenza lo costringe a tornare, per questo motivo riceve la sua prima scomunica. Nonostante la scomunica, il 28 giugno del 1228 parte per una nuova crociata in Terrasanta; in quell’occasione Gregorio IX con l’aiuto dei Templari e dei Giovanniti, fa sterminare migliaia di crociati per impedirne la partenza. Federico parte lo stesso alla volta di Gerusalemme dove, senza combattere, firma un trattato con il sultano Ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino e il 18 marzo del 1229 nella chiesa del Santo Sepolcro, s’incorona re di Gerusalemme per diritto acquisito dal matrimonio con Isabella d’Inghilterra.
Il disappunto di Gregorio IX per questa vicenda è tale da costringere Federico, sostenuto dai ghibellini fedeli all’Impero, a nuove dispute con i guelfi della Lega Lombarda, che muovono in difesa del Papa. Tra le famiglie fedeli a Federico in queste dispute, ricordiamo gli Ordelaffi di Forlì, ai quali l’Imperatore offrì onorificenze, aiuti e privilegi, quali ricompense per la fede prestata.
Nonostante le guerre e i problemi con il Papa, Federico nel 1224 istituì nella città di Napoli la prima università laica della storia d’occidente, da contrapporre a quella di Bologna, originariamente nata laica ma poi finita sotto il controllo della Chiesa. Pur non essendo Napoli la capitale del regno, Federico la scelse per il suo già affermato ruolo culturale e intellettuale. L’università solo nel 1987 è stata intitolata a Federico II.
Sotto il suo regno la Sicilia ebbe una fioritura culturale mai vista in precedenza; Federico riorganizzò l’amministrazione, favorì il commercio e le attività manifatturiere, coniò la prima moneta d’oro d’occidente dai tempi carolingi.
Si dice che Federico II parlasse nove lingue, compreso l’arabo e che avesse diversi interessi culturali: filosofia, geografia, astrologia e scienze; fu anche un buon poeta che contribuì a far divenire la città di Palermo un centro culturale di livello europeo, quale punto d’incontro tra la cultura araba, bizantina, ebraica e latina.
Contribuì ad innovare la lingua e la letteratura italiana attraverso la Scuola siciliana, che ingentilì il siculo-pugliese con il provenzale, il quale influenzò non poco il fiorentino letterario di Dante Alighieri. Quel Dante che nel X canto dell’inferno lo nomina tra gli epicurei (coloro che negano l’immortalità dell’anima).
Federico aveva già in passato emanato numerose leggi: a Capua nel 1220, a Messina nel 1221, a Melfi nel 1224, a Siracusa nel 1227 e a San Germano nel 1229, ma soltanto ad agosto del 1231, nel corso di una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulgò la raccolta organica ed armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di una gruppo di giuristi quali Roffredo di Benevento, Pier delle Vigne e Giacomo di Capua. Questo corpo organico preso a modello come base per la fondazione di uno stato moderno, è passato alla storia col nome di “Costituzioni di Melfi”, anche se il titolo originale “Constitutiones Regni Utriusque Siciliae, rende più esplicita la volontà di Federico di riorganizzare il Regno di Sicilia: quest’ultimo infatti fu ripartito in undici distretti territoriali detti “giustizierati”, poiché governati da funzionari di propria nomina, i “giustizieri”, che rispondevano del loro operato in campo amministrativo, penale e religioso ad un loro superiore, il “maestro giustiziere”, referente diretto dell’imperatore, vertice di questa struttura gerarchica piramidale.
Pur essendo re di Germania, Federico si occupò poco della sua patria d’origine, preferì la Sicilia e il mediterraneo che ritenne culturalmente più stimolanti ed avanzate. Era indubbiamente un regnante insolito per il suo tempo, da molti intellettuali e storici - non solo moderni - fu ritenuto addirittura il primo imperatore rinascimentale; per questo fu chiamato “Stupor Mundi”. Un altro appellativo dato al regnante fu quello di “Puer Apuliae”, (Fanciullo della Puglia).
Federico ebbe molte relazioni amorose e diverse mogli, tra le quali Costanza d’Aragona, Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra; ma il suo grande amore fu Bianca Lancia (Lanza), dalla quale ebbe il figlio prediletto, Manfredi di Sicilia.
Circa la sua morte, esiste una profezia secondo la quale l’imperatore sarebbe deceduto in un luogo contenente la parola “fiore”; per tale motivo Federico evitò Firenze (Florentia), senza sapere però, che vicino a San Severo si ergeva il borgo di Castel Fiorentino, dove appunto morì il 13 dicembre del 1250, forse a causa di un’infezione intestinale.
La salma di Federico II fu imbalsamata e trasportata a Palermo, per essere tumulata nella Cattedrale (all’interno di un sepolcro di porfido), accanto alla madre Costanza, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II. Nel XVIII secolo la tomba fu aperta e il corpo mummificato appariva in buono stato di conservazione, aveva calzari di seta, una dalmatica ricamata e una corona a cuffia.
Una curiosità: la moneta da un centesimo dell’attuale Euro, riproduce uno dei più importanti castelli di Federico, Castel del Monte di Andria in Puglia.