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Folli, stupidi o imbroglioni?

di Gianfranco La Grassa - 10/03/2007

 

 

Anche Epifani adesso dice – ma quanti se ne ricorderanno domani – che le imposte incidono negativamente già a partire dai redditi di 1200, massimo 1300 euro al mese (spero netti e non lordi). Fonti non certo di destra riconoscono che in effetti i conti pubblici sono molto più a posto di quanto non blaterassero TPS e Visco (e tutto il Governo) pochi mesi fa. Si parla di una continua diminuzione del tasso di inflazione e la Banca europea alza dello 0,25% il tasso di sconto per combattere le pressioni inflazionistiche (con effetti pesanti sui mutui immobiliari a tasso variabile).

L’inflazione bassa e calante è comunque una invenzione che ha fatto il suo tempo, perfino gli economisti cominciano a dare ragione alle impressioni precise della “gente”; ma l’Istat e l’Eurostat continuano imperterriti a sfornare dati demenziali. Sulla crescita il medesimo comportamento. A parte che fa ridere il trionfalismo sull’1,9% di crescita nel 2006 (e un poco di più per la UE), che è tasso da stagnazione sostanziale. Comunque, ci accorgeremo fra uno-due anni, come per l’inflazione, che ci raccontano balle. Inoltre, passa in sordina l’aumento della produttività del lavoro che, l’ultima volta che l’ho letto su un giornale, era di circa il 3%; così stando le cose, perfino accettando il dato sulla crescita, non può che aumentare la disoccupazione, l’occupazione precaria, il periodo di tempo impiegato nel cercare la prima occupazione, ecc.

La Fiat continua a macinare primati – nelle statistiche truccate – e intanto continua a chiedere sovvenzioni pubbliche (mobilità lunga, cioè prepensionamenti, e rottamazione); e la Consob ci svela anche complessi marchingegni finanziari usati per mantenere la proprietà alla famiglia Agnelli, mentre alcuni suoi alti dirigenti compiono operazioni su cui non si indaga pur odorando di insider trading. Anche qui senza considerare che è strategia perdente insistere sull’auto mentre si sacrificano industrie di eccellenza (si vuol ad es. smembrare l’Eni, separando produzione e distribuzione) e la ricerca scientifico-tecnica.

Non solo Tremonti, ma fior di giornali economici e gli organismi europei strepitavano contro il dumping cinese per quanto concerne i prodotti tessili, minacciando ritorsioni e magari perfino dazi doganali. In questi giorni si annuncia trionfalmente che le magliette italiane stanno battendo la concorrenza cinese nel suo stesso paese; solo che quest’ultimo aumenta vertiginosamente gli investimenti nella ricerca, nell’industria militare (in specie aerospaziale, dai missili ai satelliti, ecc.) e in tutti i settori di punta; e lo stesso dicasi della Russia. Altro che magliette o anche auto!

Potrei continuare all’infinito poiché quelle sopra riportate sono solo alcune delle demenziali notizie sfornate nelle due-tre ultime settimane; sono però esausto di citare imbecillità nostrane ed europee. Vorrei sapere dagli amici storici se ci sono altri periodi in cui si è avuta la sensazione, in questa parte del mondo, di trovarsi in una simile gabbia di matti o di idioti e irresponsabili; e, naturalmente, di mentitori e imbroglioni. Il popolo resta invece esattamente quello del grande “Nerone” di Ettore Petrolini che diceva (lo riferisco con parole non proprio esatte, ma quasi): “Il popolo, più lo insulti e gli dici le paroline che non capisce, e più s’affeziona”. Grande conoscitore, in anticipo, dell’animo delle masse odierne. Se poi rileggessimo le poesie del Belli, ne potremmo citare di quelle che sembrano dipingere l’elettore medio di questi tempi di decadenza!   

P.S. Sono tante le malefatte di questo Governo che ci si dimentica sempre qualcosa. Qualcuno si ricorderà che un paio di mesi fa ho rilevato che il Governo, ma anche la Banca d’Italia, sapevano certamente che i conti pubblici non erano disastrati, ma lo si era nascosto per portare avanti una finanziaria da incubo e “tirar su soldi” che servivano a questi manigoldi per tutte le loro operazioni di corruzione, di magna-magna, di aiuto all’impresa decotta (sovvenzioni alla Fiat come al solito, o alla Merloni, ecc.) e anche per favorire i loro amici-padroni del settore finanziario (mettiamo, a mo’ di esempio, la fusione Intesa- San Paolo con gli esuberi che produrrà, ecc.).

In questi giorni, niente meno che Visco ha ammesso che ci sono 8 miliardi e mezzo di euro in più rispetto alle previsioni nelle casse dello Stato. Nello stesso momento, si viene a sapere che l’INPS ha ben 30.000 dipendenti ai quali verrà corrisposto (il decreto sta per essere approvato, e nessuno solleva opposizioni clamorose come meriterebbe la notizia) un aumento medio di stipendio del 35%, che credo non si sia mai visto in alcuna azienda di qualsiasi genere. Inoltre, su 30.000 ben 6.000 sono stati nei tempi più recenti nominati vicedirigenti, quindi con ulteriori scatti di stipendio. Sembra di essere nel romanzo I ragazzi della via Paal, nella cui banda tutti erano ufficiali ed uno solo era soldato. Credo che mai si siano visti, di colpo, 6 impiegati su 30 divenire capetti; ancora una volta in nessuna azienda di un qualsiasi tipo.

Questo scherzo costerà 420 milioni di euro nel 2007 e 500 nel 2008 (solo per gli aumenti di stipendio, non è stato calcolato quanto peserà la suddetta promozione di 6 impiegati su 30). Quindi, la sola INPS si porterà via presto una bella fetta degli 8 miliardi e mezzo in più appena sopra considerati. Gli altri verranno via via mangiati da un apparato che è il più marcio e corrotto della storia della Repubblica. E che lo faccia con leggi ad hoc non muta affatto lo schifo. Anzi dimostra un di più di arroganza e di sfrontatezza rispetto ai vecchi magnoni della prima Repubblica, perseguiti da “mani sporchissime”.

Si prova vero disgusto quando si pensa che si blatera tanto di riforma delle pensioni, che implica – visto che è fatta per “risparmiare” – un deciso peggioramento dell’intero sistema. E dall’estero – UE e FMI e società di rating, ecc. – coadiuvano i governanti a compiere questo scempio. Tuttavia, lo spreco rappresentato da un elefantiaco apparato che gestisce la Previdenza non è combattuto da nessuno. Guardate che, una piccola indagine, appurerebbe lo stesso andazzo nel campo della sanità “pubblica”. Si preme per ridurre le prestazioni di quest’ultima, ma si accrescono gli apparati che la gestiscono sempre più burocraticamente e inefficientemente; degradano paurosamente Ospedali e strutture sanitarie in genere (quelle che prestano i servizi essenziali, non quelle che compilano scartoffie e manovrano per sistemare nell’impiego “pubblico” parenti, amici, elettori, ecc.).

Nel contempo ci si (pre)annuncia che prima dell’estate avremo due nuovi comandanti supremi nella Guardia di finanza di stretta osservanza governativa; e si punta alle Forze armate (i servizi segreti, come si sa, sono già stati sistemati), all’Ansa e in ogni dove. Ripeterò fino all’ossessione: questi lazzaroni gridavano al lupo Berlusconi, perché erano intenzionati ad apportare un colpo definitivo alle vestigia “democratiche” di questo paese; con 24000 voti di vantaggio alla Camera (e 250.000 in meno al Senato), questi qui hanno occupato ogni spazio. Favoriti, questo è certo, dalla pochezza e dalla voglia di intrallazzo dell’opposizione, dove altri “uomini di malaffare” intrigano per cercare di portare a casa qualche appannaggio. Non sto a descrivere tutte le mene che portano avanti perché sarebbe troppo lungo. Manca in Italia chi possa “darsi un colpo di reni” e compiere un “cambiamento radicale” purchessia, ma almeno mirato a spazzare via tutta questa merdaglia, appoggiata da una plebaglia complessiva, in cui certo si distingue quella di “sinistra”, costituita dal “ceto medio” dei servizi e di tutti i vari lavori inutili legati al finanziamento (corruzione) da parte del settore “pubblico” (che è manovrato da interessi privatissimi). Ovviamente al servizio di una masnada di subdominanti italiani e di predominanti stranieri (USA), di cui si è detto mille volte.