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Veri e falsi stupri ad Abu Ghraib

di Paola Pisi - 04/02/2008

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18 gennaio 2008

Il 10 gennaio 2008 Wayne Madsen, sedicente giornalista investigativo ed ex-agente della NSA, ha pubblicato alcune foto "esclusive" di " guardie carcerarie militari Usa che sodomizzano una ragazza irachena detenuta nell'infame campo di concentramento di Abu Ghraib a Baghdad". Come al solito, Madsen non rivela chi gli ha fatto pervenire le eccezionali diapositive [1]. L'interrogativo sulla sua fonte trova però una risposta immediata: le ha trovate su internet.

Le immagini infatti sono un noto e vecchio falso, che già nel 2004 erano state spacciate come foto prese ad Abu Ghraib, e avevano avuto una larga circolazione sul web. In realtà, come si è scoperto non molto tempo dopo, si trattava di diapositive tratte da un sito pornografico . Il 12 maggio 2004 le false fotografie erano state pubblicate, seppure con un certo scetticismo, perfino dal Boston Globe, che due giorni dopo si è scusato con i propri lettori.

Ora, dopo quasi quattro anni, Wayne Madsen riesuma questa vecchia – e ormai da quasi tutti dimenticata – patacca, e la rivende ai suoi lettori come un inedito di cui è venuto in possesso per le solite vie misteriose che gli farebbero pervenire le innumerevoli fandonie che è solito pubblicare.

Perché l’ha fatto? La risposta parrebbe scontata: i suoi lettori certo non devono avere un palato raffinatissimo, se si bevono senza fiatare tutto quanto Madsen gli rifila, e per sovrammercato sono pure disposti a pagare, per poter avere accesso a simili perle informative (il sito di Wayne Madsen è accessibile solo a pagamento). E’ dunque possibile che in un momento di scarsa creatività, invece di inventare le notizie, come suo costume abituale, il "giornalista investigativo" abbia ritirato fuori dal cassetto una bufala altrui d’antan, presumendo che, dopo tanto tempo, nessuno più la ricordasse e dunque potesse essere rivenduta come nuova di zecca. Le foto sono poi sufficientemente pruriginose da risultare particolarmente allettanti per lettori in cerca di emozioni forti. Potrebbe dunque trattarsi di una "innocente" operazione commerciale: uno dei tanti falsi pubblicati dal suo, come da altri siti di informazione cosiddetta alternativa, che hanno costruito una piccola e lucrosa industria del complotto e delle notizie alternative solo alla realtà, per monetizzare la dabbenaggine dei loro lettori. Ma ci potrebbe essere qualcosa di più e di peggio.

Madsen, infatti, sostiene che le "sue" foto sono il primo documento sicuro do uno stupro su detenute irachene.

In realtà, dal 2004 è noto che esistono riprese di stupri su prigioniere e ragazzini avvenute ad Adu Ghraib. Fra le 1800 diapositive e video di Abu Ghraib che sono state mostrati nel maggio 2004 ai membri del Congresso USA, vi sono, come conferma il rapporto redatto dal generale Taguba , non solo immagini di stupri su detenuti maschi, anche minori, ma anche almeno una una foto in cui un soldato USA ha un rapporto sessuale con una detenuta irachena, difficilmente consenziente. Seymour Hersh, ha più volte affermato che il Pentagono è in possesso di un video che mostra lo stupro di un bambino iracheno.

Per venire a conoscenza delle prove di abusi sessuali – su detenuti di entrambi i sessi – ad Abu Ghraib non è necessario fare una lunga e dettagliata ricerca su internet. E’ sufficiente dare una scorsa a Wikipedia, dove tra l'altro vengono riportate le dichiarazioni del sergente Samuel Provance, che riferisce lo stupro di una sedicenne irachena da parte di due guardie USA. Inoltre, numerose testimonianze di ex-detenute irachene confermano che lo stupro delle prigioniere era una prassi largamente diffusa ad Abu Ghraib e in altri centri di detenzione iracheni [2].

Il motivo per cui Madsen ha riproposto una vecchia – e in tutti i sensi oscena – bufala, spacciandola come un prezioso inedito che documenterebbe per la prima volta l’esistenza di stupri ad Abu Ghraib, potrebbere essere dunque peggiore di un banale e squallido modo per far soldi.

Nel maggio 2004 le false foto del presunto stupro di Abu Ghraib sono state infatti ampiamente usate propagandisticamente dalla stampa e dai siti favorevoli alla guerra: una volta scoperto che quelle foto erano spezzoni di un film pornografico, l’informazione filo-Bush ha gridato che di conseguenza non erano mai avvenuti stupri nei centri di detenzione irachena, quando invece violenze sessuali erano già state ampiamente documentate. Non è possibile risalire a chi per primo ha diffuso le false diapositive, ma è difficile pensare che non lo abbia fatto con il fine di screditare le vere testimonianze relative a stupri su detenute irachene.

Ed è inevitabile il sospetto che Wayne Madsen abbia avuto lo stesso scopo nel pubblicare un falso che sa perfettamente essere tale: il che getta una luce inquietante non solo sul suo già screditatissimo sito, ma anche sulle innumerevoli menzogne che vengono continuamente rifilate ai propri lettori da alcuni siti "alternativi". E’ solo un mezzo per lucrare sulla credulità del prossimo o invece si tratta di un gioco più sporco rispetto a una semplice, per quanto rivoltante, operazione commerciale? Quale che sia la risposta, è comunque venuto il momento di smascherare non solo le menzogne dei mainstream media, ma anche quelle, a volte peggiori, di chi sta diffondendo disinformazione spacciandola per informazione alternativa.

Note

1. Basta comunque leggere il sito del "giornalista investigativo" per vedere che Madsen pubblica solo inverosimili - e regolarmente smentite dai fatti – rivelazioni pervenutegli da "credibili fonti" anonime. Più che di investigazione, sembra trattarsi di libera creatività. E per questo motivo Madsen gode di un vasto successo nel mondo surreale di una certa informazione alternativa anglosassone. Preciso subito però che non è mia intenzione criticare il solitamente ottimo sito italiano che ha tradotto l’alrticolo di Wayne Madsen: è evidente che si è trattato solo di uno scusabilissimo errore in buona fede.

2. Ad esempio:
SEXUALIZED VIOLENCE AGAINST IRAQI WOMEN BY US OCCUPYING FORCES

Systematic Pattern of Rape by US Forces

The Other Prisoners

Iraqi Woman Recalls Abu Ghraib Rape Ordeal

Human rights groups: Iraqi women raped at Abu Ghraib jail