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Spagna, fuga radioattiva nella centrale

di Gian Antonio Orighi - 17/04/2008

 

 

 

Paura per una fuga radioattiva dalla centrale nucleare della catalana Asco I, (180 km a Ovest di Barcellona), proprietà della società elettrica Endesa, a sua volta controllata al 66,7 per cento dall'Enel, a sua volta al 30 per cento proprietà dello Stato italiano. La perdita di materiale atomico è avvenuta lo scorso 26 novembre ma è stata notificata al Consejo de Seguridad Nuclear (Csn), l'Autorithy statale, solo lo scorso 4 aprile. Non solo: le particel-le atomiche fuoriuscite durante la manutenzione sono cento volte superiori a quelle ammesse. E, mentre sono già state visitate 579 persone risultate non contaminate, ieri Bndesa ha licenziato in tronco sia il direttore di Asco sia il capo della protezione dell'impianto.

 

L'impatto radiologico, il quarto incidente più grave nella scala di quelli del genere occorsi in Spagna - dove Endesa controlla sette delle nove centrali nucleari esistenti - è venuto a galla grazie alle denunce fatte sabato scorso dagli ecologisti. L'incidente ad Asco I, un paesino di 1.600 abitanti adagiato a fianco dell'importante fiume Ebbro, che vive di servizi e del doppio sito nucleare, è occorso durante il trasporto delle barre di combustibile atomico, che provocato la fuoru-scita di 150 particelle, che sarebbero rimaste in un'area distante cinquanta metri dal sito. Ma nella zona c'era vento, che probabilmente le ha trasportate più lontano. «Il Csn allargherà la ricerca radioattiva oltre l'Ebro», rivela, allarmato, il quotidiano «La Vanguardia».

 

La grave negligenza del sito di Asco (della cui gestione si occupano gli spagnoli di Acciona, soci di Enel in Endesa) è stata quella di minimizzare un incidente che adesso tutti sperano non abbia gravi conseguenze. In ogni caso, appena ricevuto il rapporto, il Csn ha portato il livello di allarme dal grado 1 al grado 2 (il massimo è 7).

 

I tecnici della centrale hanno trovato, durante un controllo eseguito il 14 marzo, una prima particella radioattiva all'esterno del «camino». Poi, il 2 aprile, i controlli hanno scoperto altri isotopi. Ma il primo rapporto in cui si ammetteva la fuga di materiale è arrivato solo giovedì scorso, 10 aprile. Quasi un mese dopo.

 

L'Authority ha inviato propri ispettori in zona e ha assicurato che non dovrebbero esserci problemi per la salute degli abitanti di Asco. «Siamo delusi, ci hanno fornito informazioni inadeguate», ha dichiarato Manuel Rodriguez, vice-direttore di protezione radiologica del Csn. Mentre gli abitanti continuano a essere molto preoccupati, la polemica si ingigantisce perché ben sei scolaresche hanno visitato gli impianti a rischio quando le particelle erano già nell'aria.

«Hanno lasciato entrare i ragazzi sapendo da novembre quello che era successo», protesta Robert Serra, uno dei direttori scolastici. E in una Spagna dove il premier socialista Zapatero vuole uscire dal nucleare favorendo le fonti rinnovabili e non contaminanti, «La Vanguardia» commenta: «La scarsa informazione ha messo alla berlina l'industria dell'energia atomica proprio quando si discute sulla convenienza di questa fonte nel nuovo scenario che impone il cambiamento climatico».