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Salute e decrescita: demedicalizzare la società

di Valerio Pignatta - 08/01/2009

 

La crescita della medicalizzazione e dell'organizzazione sanitaria ha comportato un aumento spropositato di morti e danneggiati dal sistema medico stesso… Ma è in fondo inevitabile, se pensiamo che le medicine e le cure sono parti integranti del mercato del mito della crescita economica.


 


Secondo Silvio Garattini solo il 10 per cento dei farmaci ha effetti positivi significativi
Il sistema sanitario attuale, secondo alcuni autori, è un sistema che causa più malattie di quante riesca a curarne. Illich aveva analizzato in modo profondo la iatrogenesi del sistema medico occidentale già nel 1976. Grazie al pressing pubblicitario delle multinazionali farmaceutiche si è verificato il diffondersi dell'ossessione della salute a tutti i costi e immediata a fronte di uno stato emotivo e psicologico di dipendenza totale da pillole di sintesi, diagnostica e interventi invasivi, il più delle volte, nel lungo periodo, più dannosi che non efficaci1.

 

In particolare negli Stati Uniti la terza causa di morte dopo malattie cardiache e cancro è l’uso di farmaci e altre cause iatrogene (infezioni ospedaliere, interventi chirurgici, errori di medicazione ecc). Sempre negli USA le sole medicine sono la quarta causa di morte comune2. Che non è poco. E non è nemmeno tutto.

Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, noto farmacologo, in un’intervista al Corriere della Sera del 9 dicembre 2003 sostiene che per i risultati di efficacia dei medicinali “le percentuali siano ancora più basse: un risultato veramente significativo lo si ottiene nel 5-10% dei casi […]. Se ne parla poco ma la realtà è questa. L’infallibilità del farmaco è un mito alimentato solo dall’industria farmaceutica, che molto spesso tace degli effetti collaterali”.

Si ricorda che qui non sta parlando un detrattore fanatico dell'igienismo o di altre discipline storicamente in opposizione al sistema dominante medico-scientifico, ma un esponente di tutto rispetto di tale mondo, che dispone nel nostro paese di autorevolezza e credito.

Se il 5-10% è la probabilità di risultati positivi che ci possiamo aspettare da un medicinale, significa che nel 90-95% dei casi esso non funziona. Per non parlare di quando invece regala effetti collaterali di un certo conto.

Ma allora... la medicina “scientifica”, il progresso medico, l’aumento della speranza di vita, la ricerca… Quanti concetti di questo genere di cui ci hanno imbottito la testa andrebbero rivisti radicalmente alla luce di queste affermazioni?

Forse che, semplicemente, regole igieniche e sana e sufficiente alimentazione abbiano fatto il grosso della nostra migliorata situazione sanitaria?

Possiamo fare altri esempi. ”Ancora oggi si ammalano 10 pazienti su 100 che entrano in ospedale e questo anche a causa dell’uso massiccio degli antibiotici”. Anche questa affermazione non è dell’uomo della strada di turno ma è di Enrico Magliano presidente dell’associazione microbiologi italiani dal 1995 al 20053.

Nondimeno, negli ultimi anni ci sono stati aumenti del 30% per TAC, risonanze magnetiche e elettrocardiogrammi (dati della Commissione Finanze della Camera alta4). La medicalizzazione della società quindi avanza e opera anche a livello di diagnostica.

Tuttavia, una volta informati i pazienti cambiano direzione. In Svizzera, secondo Gianfranco Domenighetti, professore di Economia sanitaria alle Università della Svizzera Italiana (Lugano) e di Losanna e per trentasette anni direttore della Sezione Sanitaria del Dipartimento della Sanità e della Socialità del Cantone Ticino: ”il 60% della popolazione (!) [è] disponibile a sottoporsi ad uno screening di assoluta inutilità per l’identificazione precoce, tramite un test poco sensibile e specifico (tumore marker CA 19.9, di un tumore raro (cancro al pancreas) e praticamente incurabile (sopravvivenza a 5 anni: 3%). La disponibilità scende al 13,5% quando sono state date ai probandi informazioni sulla poca sensibilità del test (70% di falsi positivi), sull’incidenza della malattia nella popolazione generale (11 casi su 100.000) e sulla sua pratica non curabilità5.

 


Le sirene farmaceutiche inducono sovraconsumo di farmaci
Il problema dunque è quello di riuscire a far arrivare le informazioni giuste al maggior numero di persone, zittendo le sirene del sistema farmaceutico che inducono sovraconsumo di farmaci e diagnostica, in funzione di un aumento del business e del guadagno spropositato che ruota attorno al mercato della salute, secondo solo a quello delle armi.

 

Senza contare quando l'uno entra nell'altro come il caso venuto alla ribalta nel 2007 del Lancet, uno dei maggiori giornali medico-scientifici al mondo, il cui editore, Elsevier, è una delle quattro sezioni di Reed Elsevier che nella Spearhead (altra sezione delle quattro) ha creato una società che si occupa di organizzazione di mostre mercato di armi a livello internazionale ...6

Il ruolo dei medici in questa lotta di senso di responsabilità e consapevolezza è determinante e forse essi dovrebbero, sia a livello collettivo che individuale, iniziare a rivedere la loro posizione e la loro funzione nella società in termini filosofici ed etici. Il fatto che esista un sistema che guadagna dalla malattia e dalla sofferenza degli individui, non induce certo a pensare che il sistema stesso possa cambiare in altro modo se non un'ipersfruttamento del meccanismo di profitto, così come il mercato economico attuale ci ha insegnato a fare per aumentare le entrate e favorire la crescita dell'azienda in questione e di quello che produce: in questo caso, degli infelici.

Note

1 Cfr. Illich, Ivan, Nemesi medica. L'espropriazione della salute, Boroli, Milano, Milano, 2005 e Szasz, Thomas, Farmacrazia, Spirali, Milano, 2005.

2 Cfr. Cfr. Journal of the American Medical Association, vol. 284, 26 luglio 2000.

3 “Infezioni: in ospedale si ammalano 10 pazienti su cento”, in Libertà, 15 ottobre 2003.

4 Dusi, Elena, “Italiani, malati immaginari”, in La Repubblica, 16 maggio 2004, p. 25. Domenighetti, Gianfranco, Screening: disinformare per convincere, Società Editrice Andromeda, Bologna, 2002, p. 7. Cfr.

5 Domenighetti, G., Grilli, R., Maggi, J.R., “Does provision of an evidence-based information change public willingness to accept screening test?”, in Health Expectations, n. 3, 2000, pp. 145-150.

 

6 Redazione (a cura della), “Lancet e il commercio delle armi del suo editore: la Elsevier”, in Quaderni acp, vol. 14(3), 2007, p. 103. Si tratta di una rivista dell'Associazione Culturale Pediatri.