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La mecca del crimine

di Luca Ricolfi - 21/02/2009


 
Periodicamente l`opinione pubblica si allarma per il problema della criminalità e della violenza. I giornali soffiano sul fuoco. Il governo tenta di fare qualcosa (è di ieri l`approvazione in Consiglio dei ministri del decreto anti-stupri).

Maggioranza e opposizione tirano acqua ai rispettivi mulini. Quando al governo c`è la sinistra e all`opposizione c`è la destra, il copione è già scritto: la sinistra minimizza e la destra drammatizza.

Quando invece, come oggi, i ruoli di governo e opposizione sono invertiti, il copione va in crisi. La sinistra vorrebbe cavalcare la paura, ma non può farlo perché i suoi riflessi condizionati buonisti le suggeriscono di sdrammatizzare. La destra, per contro, vorrebbe tanto drammatizzare, ma deve trattenersi perché è al governo e teme di essere considerata responsabile di quel che succede.

Dopo i recenti casi di stupro a danno di donne italiane e straniere siamo dunque tornati a farci le solite domande.

La criminalità è in aumento? CONTINUA A PAGINA 33 LUCA RICOLFI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA Gli stranieri delinquono di più degli italiani? I romeni hanno una speciale vocazione per i reati di violenza sessuale? O sono tutte «percezioni»? Sull`andamento della criminalità non si può dire molto. Con i dati finora disponibili (non definitivi e fermi al 1 ° semestre 2008) possiamo solo fissare qualche punto. La criminalità è aumentata molto subito dopo l`indulto: +15,1% in un anno, fra il primo semestre 2006 e il primo semestre 2007. Nel primo semestre del 2008 è diminuita rispetto al 2007, presumibilmente a causa dell`elevato numero di «indultati» recidivi, liberati e poi riacciuffati dalle forze dell`ordine. Ma la diminuzione non è stata sufficiente a compensare l`impennata del 2007, cosicché due anni dopo l`indulto il numero di delitti era un po` maggiore di quello pre-indulto.

Per esempio abbiamo più rapine (+4,9%), più omicidi volontari consumati (+7,7%), più truffe e frodi informatiche (+10,7%). In breve: le carceri sono strapiene, esattamente come lo erano prima dell`indulto (60 mila detenuti), e il numero di delitti è un po` maggiore di allora.

Sul tasso di criminalità dei cittadini stranieri è difficile lavorare con statistiche precise, perché si ignora il numero esatto degli irregolari, però la situazione è piuttosto chiara. Il tasso di criminalità degli stranieri regolari è 3-4 volte quello degli italiani, il tasso di criminalità degli stranieri irregolari è circa 28 volte quello degli italiani (dati 2005-6). Fino a qualche anno fa la pericolosità degli stranieri, pur restando molto superiore a quella degli italiani, era in costante diminuzione, ma negli ultimi anni questa tendenza sembra essersi invertita: la pericolosità degli stranieri non solo resta molto superiore a quella degli italiani, ma il divario tende ad accentuarsi.

Resta il problema della violenza sessuale e degli stupri. Qui la prima cosa da dire è che i mass media sono morbosamente attratti dalle violenze inter-etniche - lo straniero che stupra un`italiana, l`italiano che stupra una straniera e riservano pochissima attenzione alle violenze intra-etniche, che a loro volta sono spesso intra-famigliari (donne violentate da padri, zii, suoceri, partner più o meno ufficiali). Ma i mass media, a loro volta, amplificano una distorsione che è già presente nelle denunce:

l`assalto di un branco di adolescenti a una ragazzina all`uscita da scuola ha molte più probabilità di essere denunciato di quante ne abbiano le vessazioni di un padre-padrone, non importa qui se dentro un campo nomadi o in una linda villetta piccolo borghese.

Basandosi esclusivamente sulle denunce, quel che si può dire è che la propensione allo stupro degli stranieri è 13-14 volte più alta di quella degli italiani (dato 2007), e che - anche qui - il divario si sta allargando: l`ultimo dato disponibile (2007) indicava un rischio re- lativo (stranieri rispetto a italiani) cresciuto di circa il 20% rispetto a tre anni prima (2004).

Infine, i romeni. In base ai pochi dati fin qui resi pubblici, la loro propensione allo stupro risulta circa 17 volte più alta di quella degli italiani, e una volta e mezza quella degli altri stranieri presenti in Italia. Lo stupro non è però il reato in cui i romeni primeggiano rispetto agli altri stranieri. Nella rapina sono 2 volte più pericolosi degli altri stranieri (e 15 volte rispetto agli italiani), nel furto sono 3-4 volte più pericolosi degli altri stranieri (e 42 volte rispetto agli italiani). Nel tentato omicidio e nelle lesioni dolose, invece, sono leggermente meno pericolosi degli altri stranieri, ma comunque molto più pericolosi degli italiani (7 e 5 volte di più rispettivamente).

Si può discettare all`infinito sul perché il tasso di criminalità degli stranieri, anche regolari, sia cosi più alto di quello degli italiani. Razzisti e xenofobi diranno che l`alta propensione al crimine di determinate etnie dipende dai loro usi e costumi, se non dal loro Dna. Ma la spiegazione più solida, a mio parere, è tutta un`altra: se gli stranieri delinquono tanto più degli italiani non è perché noi siamo buoni e loro cattivi, ma perché i cittadini stranieri che arrivano in Italia non sono campioni rappresentativi dei popoli di provenienza.

Con la sua giustizia lentissima, con le sue leggi farraginose, con le sue carceri al collasso, l`Italia è diventata la Mecca del crimine. Un luogo che, oltre a una maggioranza di stranieri per bene, attira ingenti minoranze criminali provenienti da un po` tutti i Paesi, e cosi facendo crea l`illusione prospettica dello straniero delinquente.

Perciò hanno perfettamente ragione gli italiani che hanno paura degli immigrati, ma hanno altrettanto ragione gli stranieri onesti che si sentono ingiustamente guardati con sospetto. I cittadini italiani privi di paraocchi ideologici non possono sorvolare sul fatto che uno straniero è dieci volte più pericoloso di un italiano. Ma farebbero ancor meglio a rendersi conto che ogni comunità straniera è costituita da due sottopopolazioni distinte: gli onesti attirati dalle opportunità di lavoro, e i criminali attirati dalla debolezza delle nostre istituzioni. Il problema è che le due sottopopolazioni non si possono distinguere a occhio nudo, e quindi - in mancanza di segnali che consentano di separarle - la diffidenza diventa l`unico atteggiamento razionale. Un atteggiamento che non si supera con lezioncine di democrazia, tolleranza e senso civico, ma solo rendendo l`Italia un paradiso per gli stranieri di buona volontà e un inferno per i criminali, stranieri o italiani che siano.