La "saggezza" di Panebianco
di Mauro Tozzato - 22/09/2009
Questa è la parte finale dell’editoriale di Panebianco apparso sul Corriere di oggi, 21.09.2009:
<<Poiché la guerra va ora male per gli occidentali, si è diffusa la tesi (consolatoria) secondo cui ciò che là accade avrebbe poco a che fare con il terrorismo islamico. Dipenderebbe dalle lotte fra i pashtun e le altre etnie, dai riflessi della rivalità indo-pachistana, eccetera. Questi elementi esistono. Ma sarebbe cecità non vedere che il conflitto ha due facce: la prima legata alle specificità locali e la seconda alle sorti del terrorismo internazionale. Ma come la mettiamo, qui da noi in Italia, si sente ripetere, con l’articolo 11 della Costituzione? L’articolo 11 venne scritto perché i costituenti avevano in mente le guerre di aggressione del fascismo. Sono quelle guerre che la Costituzione vieta. Significa far torto alla intelligenza e al patriottismo dei costituenti sostenere che essa ci impedisce di partecipare, con gli alleati, ad azioni militari tese a contrastare (oggi in Afghanistan, domani forse in Somalia e in altri luoghi) la diffusione del terrorismo. >>
Non avevano invece in mente i Costituenti, secondo Panebianco, le guerre di Liberazione come per esempio la Resistenza partigiana e le varie guerriglie contro gli invasori della propria patria. Guerriglie che fin dai tempi antichi venivano combattute preparando agguati feroci ed improvvisi, tali da impedire la reazione di avversari che in campo aperto avrebbero facilmente avuto la meglio. Forse Panebianco interpreta la Costituzione nel senso che l’articolo 11 non è valido quando si tratta di combattere guerriglieri che attaccano - nel modo più adeguato alle proprie risorse materiali e strategiche – coloro che hanno invaso il loro territorio armati di tutto punto. Panebianco non pensa che la guerra in Afghanistan sia una guerra <<di aggressione>> e ritiene implicitamente che se noi fossimo occupati da forze molto superiori alle nostre non avremmo il diritto di resistere in tutte le maniere possibile perché facendo questo diventeremmo anche noi dei criminali <<terroristi>>.
Ho capito bene ?
Questa è la parte finale dell’editoriale di Panebianco apparso sul Corriere di oggi, 21.09.2009:
<<Poiché la guerra va ora male per gli occidentali, si è diffusa la tesi (consolatoria) secondo cui ciò che là accade avrebbe poco a che fare con il terrorismo islamico. Dipenderebbe dalle lotte fra i pashtun e le altre etnie, dai riflessi della rivalità indo-pachistana, eccetera. Questi elementi esistono. Ma sarebbe cecità non vedere che il conflitto ha due facce: la prima legata alle specificità locali e la seconda alle sorti del terrorismo internazionale. Ma come la mettiamo, qui da noi in Italia, si sente ripetere, con l’articolo 11 della Costituzione? L’articolo 11 venne scritto perché i costituenti avevano in mente le guerre di aggressione del fascismo. Sono quelle guerre che la Costituzione vieta. Significa far torto alla intelligenza e al patriottismo dei costituenti sostenere che essa ci impedisce di partecipare, con gli alleati, ad azioni militari tese a contrastare (oggi in Afghanistan, domani forse in Somalia e in altri luoghi) la diffusione del terrorismo. >>
Non avevano invece in mente i Costituenti, secondo Panebianco, le guerre di Liberazione come per esempio la Resistenza partigiana e le varie guerriglie contro gli invasori della propria patria. Guerriglie che fin dai tempi antichi venivano combattute preparando agguati feroci ed improvvisi, tali da impedire la reazione di avversari che in campo aperto avrebbero facilmente avuto la meglio. Forse Panebianco interpreta la Costituzione nel senso che l’articolo 11 non è valido quando si tratta di combattere guerriglieri che attaccano - nel modo più adeguato alle proprie risorse materiali e strategiche – coloro che hanno invaso il loro territorio armati di tutto punto. Panebianco non pensa che la guerra in Afghanistan sia una guerra <<di aggressione>> e ritiene implicitamente che se noi fossimo occupati da forze molto superiori alle nostre non avremmo il diritto di resistere in tutte le maniere possibile perché facendo questo diventeremmo anche noi dei criminali <<terroristi>>.
Ho capito bene ?