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Ma quale comunità internazionale!!!

di F. D'Attanasio - 28/09/2009

 

Chissà perché proprio in concomitanza del vertice del G20 la questione dell’atomica iraniana scoppia con tutta la sua urgenza, improvvisamente acquista importanza pari o addirittura superiore alle grandi tematiche alla base della convocazione del vertice, quali la crisi economica mondiale, la regolamentazione dei mercati finanziari e l’emergenza ambientale. Secondo alcune fonti il capo dell’organizzazione iraniana dell’energia atomica Ali Akbar Salesi avrebbe dichiarato di aver reso nota l’esistenza del sito per l’arricchimento dell’uranio secondo i tempi previsti dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Tesi, fra l’altro, confermata dall’agenzia dell’Onu con sede a Vienna, il quale avrebbe confermato sostenendo che l’Iran avrebbe comunicato il tutto con lettera inviata il 21 Settembre scorso. Gli USA avrebbero ribattuto che già da tempo i suoi servizi segreti e quelli di altri paesi occidentali erano a conoscenza dell’impianto che Teheran, sapendo di essere stata scoperta, ha deciso di rendere di dominio pubblico per cercare di dimostrare la propria buona fede. Il punto è che la questione sarebbe dovuta rimanere del tutto segreta fino al vertice tra la stessa Iran ed il gruppo dei paesi del 5+1 previsto per il primo Ottobre ed avente come oggetto di discussione proprio i piani di sviluppo dell’energia atomica da parte del paese degli Ayatollah; l’obiettivo sarebbe stato quello di far fallire il vertice, usando strumentalmente la scoperta dei servizi occidentali, accusando l’Iran di non collaborare con l’Aiea, riuscendo così nell’intento di far approvare nuove sanzioni contro un paese del tutto inaffidabile e pericoloso per la stabilità internazionale. Chi avrebbe dunque informato l’Iran? E’ chiaro che molti paesi avrebbero potuto farlo, giacché non corrisponde assolutamente a verità il solito mantra diffuso da giornali e televisioni, secondo il quale l’Iran starebbe sfidando la comunità internazionale. Ma cos’è questa benedetta comunità internazionale? Una formula vuota, un concetto del tutto indecifrabile ed aleatorio, buono per tutte le stagioni che fa esattamente il pari a quello di democrazia, in pratica ad uso e consumo di chi si arroga il diritto di averne l’esclusività. La realtà è che l’Iran sta sfidando gli USA ed Israele, o meglio, sta prendendo serie contromisure per assicurarsi un futuro migliore, per cercare di svincolarsi dal giogo a cui è sottoposto proprio dalle potenze occidentali, ma per far questo, non agisce in maniera irrazionale e cieca. Difatti sembrerebbe proprio che detta comunità internazionale si stia sempre più restringendo, se paesi come l’Iran o addirittura la Corea del Nord sembrano così spavaldi, tanto da infischiarsene degli avvertimenti della super potenza, è perché si sentono, in un certo qual modo, rassicurati da nazioni di ben altro peso. Conosciamo bene infatti a riguardo  quali siano le posizioni di paesi oramai non più marginali sulla scena internazionale, quali la Russia (sebbene in questi ultimissimi giorni Medvedev sembra si sia dimostrato anche lui favorevole ad appoggiare sanzioni all’Iran, dichiarazioni comunque da prendere con molta cautela, proprio perché Russia e Stati Uniti attualmente sono i protagonisti principali di una complessa quanto agguerrita partita diplomatica in Medio Oriente ed Asia centrale), la Cina ma anche minori quali ad esempio il Venezuela. Addirittura il presidente del Brasile Lula in queste ultime ore è uscito letteralmente allo scoperto dichiarando di non avere alcun dubbio sulle buone intenzioni delle autorità iraniane a riguardo dello sviluppo del nucleare per soli scopi civili e non militari. In più da segnalare sicuramente le parole del vicepresidente brasiliano Jose Alencar secondo cui è necessario che il Brasile debba arrivare a possedere armi atomiche in quanto ciò costituirebbe “un fattore di dissuasione e di grande importanza per un Paese che ha 15 mila chilometri di frontiere e un mare di quattro milioni di chilometri quadrati con grandi riserve di petrolio da difendere”.

In definitiva quindi dobbiamo essere sempre pronti a svillaneggiare chi insiste imperterrito a fornici una visione del mondo in via di pacificazione, di tutt’altra sostanza si tratta e ciò risulta ancor più evidente se si tiene conto del fatto, oramai sotto gli occhi di tutti, che i famosi e sempre più frequenti G non partoriscono assolutamente niente di concreto ma solo una montagna di chiacchiere.