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Il colore viola

di Manuel Zanarini - 20/12/2009

 


Nello scenario geopolitico eurasiatico, un nuovo fenomeno sta prendendo piede negli ultimi anni: il diffondersi delle “Rivoluzioni Colorate”. Si può considerare un’evoluzione rispetto alla “strategia della tensione” della Guerra Fredda, e consiste nel tentativo, a volte andato a buon fine altre no, di sovvertire il Governo di una nazione, precedentemente appartenente al Patto di Varsavia, sostituendo un esecutivo troppo vicino a Mosca, con uno “amico” di Washington. Come è facile intuire, si tratta di operazioni organizzate, e spesso gestite dai servizi segreti statunitensi, e in special modo dalla CIA. Numerosi sono gli esempi che si possono citare: Ucraina, Serbia, Georgia, Moldavia, Iran, ecc.
VI sono alcuni tratti caratteristici comuni a tali “rivoluzioni”:

1) Delegittimazione del legittimo Governo nazionale. L’esecutivo in carica viene attaccato accusandolo di essere illegittimo, e quindi se ne chiedono le immediate dimissioni, o perché avrebbe vinto le elezioni tramite brogli (Moldavia e Iran, su tutte) o perché sarebbe immorale (Serbia, Georgia ad esempio).
2) Manifestazioni di piazza, caratterizzate dall’uso di un colore specifico. Vengono organizzate manifestazioni di piazza, spesso violente, di qualche decina di migliaia di persone, spacciate come mobilitazione dell’intero popolo, nelle quali, tutti i manifestanti indossano indumenti o reggono bandiere di un colore specifico: arancione in Ucraina, rosa in Georgia, verde in Iran, ecc.
3) Utilizzo di Internet, e in particolar modo dei social network, per organizzare le mobilitazioni. Le agitazioni nascono, o vengono gestite, attraverso l’utilizzo della “rete”. Come è noto, Internet nasce come mezzo di comunicazione rapido di informazioni militari, ideato dal Pentagono; inoltre, se è vero che ha la qualità di essere “libero”, per questa sua stessa caratteristica, è anche facilmente “infiltrabile” e “manipolabile”. Esempio tipico di tale caratteristica è la cosiddetta “Rivoluzione Twitter” in Moldavia.
4) Candidatura di un politico, finanziato e promosso dai servizi segreti USA e dai potenti circoli lobbistici ad essi collegati (Rockefeller, Kissinger, Bilderberg Group, Trilateral Commission, ecc.), che spinga il paese verso gli Stati Uniti, presentando la politica filo-russa dell’esecutivo in carica, come svendita della libertà nazionale. Numerosi sono gli esempi a riguardo, citerei per brevità solo Khatami in Iran e Saakashvili in Georgia.

Ora che è stato delineato nelle sue linee chiave il fenomeno delle “Rivoluzioni Colorate”, penso che sia interessante, paragonarlo agli ultimi avvenimenti politici accaduti in Italia, anche per cercarne una chiave di lettura che vada oltre la cosiddetta “verità ufficiale”. La cosa sconcertante è notare quante similitudini vi siano tra questi ultimi e gli avvenimenti accaduti nelle repubbliche del Centro e Medio Oriente, normalmente considerate “democrazie di serie b”, in paesi alla meglio ritenuti in via di sviluppo. Da tempo ormai si assiste a tentativi di delegittimazione del governo Berlusconi, il quale è bene ricordarlo è legittimamente al suo posto avendo vinto le elezioni e godendo del consenso della maggioranza del popolo italiano (che questo faccia piacere o no, è tutto un altro discorso…). Siamo partiti con l’accusa di brogli elettorali, poi è stata la volta degli attacchi morali (pedofilo, puttaniere, ladro, corruttore…), in seguito è arrivato il “pentito a orologeria” Spatuzza, per finire con l’aggressione fisica e relative scene di giubilo, seppur virtuali.
Abbiamo avuto anche la manifestazione di piazza colorata (il colore scelto per l’Italia è stato il viola), organizzata e fomentata via internet, stavolta sono stati utilizzati blog e facebook, gli strumenti telematici più diffusi nel Paese. E, giusto per non farci mancare niente, abbiamo anche il politico pronto a subentrare al Presidente del Consiglio, molto ben voluto in ambito atlantista e sionista: Gianfranco Fini. Il suo atteggiamento, nell’ultimo periodo, è chiaramente, e unicamente, volto a screditare il Governo in carica, e a presentarsi ai circoli atlantisti e sionisti, come alternativa di garanzia. Il tempismo delle sue “picconate” (termine non casuale e che fa riferimento al noto uomo della CIA, Francesco Cossiga, personaggio che sicuramente sa più di quel che dice riguardo le stragi che hanno insanguinato il nostro Paese), rispetto all’avvicinamento del Cavaliere a Mosca e a Tripoli, non può essere casuale. Allo stesso modo, non può essere non-voluta la sua ultima provocazione sul voto di fiducia sulla finanziaria. E’ chiaro che in aula gli ex-AN avrebbero “tradito” la maggioranza, impallinando il “Berlusca ferito”; prova ne sia, che sugli OdG dell’opposizione presentati al mattino l’esecutivo ha perso un paio di votazioni, dovendo, al pomeriggio, approvarli quasi tutti.
Certo, si potrebbe dire che siano frutto di coincidenze; ma, penso sia importante sottolineare come l’abbassamento della moralità della politica, e il coincidente aumento delle provocazioni (verbali e fisiche), attuato in questi mesi dall’opposizione e dal Presidente della Camera, coincide con il tentativo da parte di Berlusconi di spostare l’asse degli interessi geopolitici del Paese dall’Atlantico al Mediterraneo (Libia) e al cuore dell’Eurasia (Mosca). E’ chiaro che lo scopo di Washington sia salvare l’ “Impero”, e con le difficoltà militari segnate in Iraq e Pakistan, direttamente, e nella guerra russo-georgiana, indirettamente, l’unica arma rimasta in mano a Obama è il controllo delle risorse energetiche. Il fatto che l’Italia voglia mettere in piedi due assi come quelli Roma-Tripoli e Roma-Mosca,  è malvisto dai poteri atlantisti, non tanto per paura di perdere il mercato del Belpaese, quanto per l'ventualità di veder nascere un’Eurasia economicamente ed energeticamente indipendente, che strizzi l’occhio ai paesi asiatici e africani mediterranei: l’incubo del “padrino” del nuovo Presidente statunitense, il politologo Zbigniew Brzezinski (ben agganciato all’interno dell’intelligence tramite Henry Kissinger).
Ecco allora che una “Rivoluzione Colorata” in Italia assume un significato concreto, e penso sia un’ipotesi che debba essere presa seriamente in considerazione.