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Iraq dopo il voto: una democrazia molto particolare…

di Marcello Foa - 11/03/2010

 

Nelle ultime ore ho seguito su blog di diversi giornali, italiani e stranieri, i titoli sulle elezioni irachene. E’ passato lo stesso messaggio: iracheni in massa alle urne, vince la democrazia. Ho letto diversi editoriali in cui più o meno veniva ripetuta la stessa tesi: un passo avanti, ci sono ancora molti rischi, ma è la dimostrazione che l’Irak sta andando verso la normalità e dunque in una vera democrazia.

Tutto plausibile, eppure….Osservo che in questo caso lo spin ha funzionato alla grande: siccome pochi giornalisti ormai si occupano regolarmente di Irak e pochissimi ci sono stati girando liberamente è facile, per gli spin doctor, far passare il messaggio voluto, perché manca un riscontro oggettivo e visivo della realtà. Ad esempio: decine di candidati sunniti sono stati esclusi a pcohi giorni dal voto perché ex membri del partito Baat. E ancora: l’affluenza alle urne è stata del 62%, alta considerate le bombe e le minacce,  eppure non plebiscitaria

Ma l’aspetto più importante è stato taciuto, da quasi tutti. Una rimarchevole eccezione è quella dell’inviato inglese Robert Fisk, che sull’Independent di ieri, ha spiegato che la democrazia in Irak non è uguale a quella occidentale, ma è ritagliata sul modello libanese o cipriota. Ovvero le quote dei deputati in Parlamento sono in gran parte determinate su basi etniche e di clan, talvolta addirittura settarie. E sarà questo il criterio che verrà seguito per determinare il nuovo governo. A queste elezioni hanno partecipato 6mila candidati di 86 partiti; ci vorranno settimane per sapere chi è stato eletto e sarà tanti mini partiti che verrà formata l’alleanza di unità nazionale che sosterrà il governo.

Bene le elezioni, rappresentano un importante passo avanti, ma nel valutare l’Irak bisogna restare lucidi.  Gli assetti del Paese verranno decisi fuori dal Parlamento, seguendo logiche religiose e settarie, e sotto l’influenza, talvolta occulta e talaltra palese, degli Stati Uniti e dell’Iran.

Non esattamente una vera democrazia… basta esserne consapevoli. O sbaglio?