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L'Iraq è ricco e gli Usa pagano

di Antonio Marafioti - 15/09/2010



 


Un rapporto stilato dal Gao rivela che le casse statale irachene sono in attivo di 52,1 miliardi di dollari mentre il debito pubblico degli Usa negli anni della guerra è arrivato a 13.400 miliardi di dollari

Gli Stati Uniti impiegano soldi pubblici per ricostruire l'Iraq quando l'Iraq ha un'eccedenza nei bilanci statali di 52,1 miliardi di dollari. Questo l'inquietante quadro ricostruito dall'ultimo rapporto del Government Accountability Office (Gao), l'agenzia statale incaricata di controllare l'impiego dei fondi pubblici da parte di Washington.

Verità nascoste. Il dossier di settantotto pagine si apre subito con un dato allarmante "Dal 2003, gli Stati Uniti hanno impegnato 642 miliardi di dollari per le operazioni militari americane in Iraq e hanno fornito circa 24 miliardi di dollari per la formazione, le attrezzature e gli altri servizi per le forze di sicurezza irachene [mentre] Le analisi del Gao sui dati del governo iracheno hanno dimostrato che l'Iraq ha generato un surplus di bilancio complessivo stimato in 52,1 miliardi di dollari fino alla fine del 2009". Di questo surplus poco, o niente, è stato impiegato dal governo di Baghdad per la ricostruzione del Paese martoriato, dal 2003 fino allo scorso 31 agosto, da ben sette anni di guerra. Nonostante tutto, i contabili dell'ufficio federale sono riusciti a scoprire inedite ricchezze nelle casse statali irachene analizzando l'ammontare e la disponibilità del bilancio statale; i saldi dei depositi bancari; e le spese che Baghdad ha riservato alla sicurezza interna. Per la conduzione della verifica oltre i dati finanziari iracheni e le documentazioni statunitensi, gli analisti hanno anche intervistato i funzionari dei rispettivi Paesi.

Deficit in aumento. Dal giorno in cui l'ex presidente George W. Bush decise di invadere l'Iraq a oggi, il debito pubblico statunitense è più che raddoppiato: da 6,400 miliardi di dollari del 2003 agli attuali 13,400 miliardi di dollari. E mentre gli Usa hanno chiesto, e continuano a chiedere, prestiti per i conflitti in giro per il mondo, anche per quello appena terminato in Iraq, dall'altra parte della barricata il Prodotto Interno Lordo annunciato dal governo di Baghdad è aumentato fino a toccare, nel 2009, quota 65,8 miliardi di dollari. Cifra raggiunta, secondo il Gao, a causa di discrepanze nei metodi di contabilizzazione delle somme di denaro che, stando alle affermazione del ministero del Tesoro iracheno, includono "i fondi per le lettere di credito, gli anticipi sui contratti nazionali, e altre innovazioni". Lo stesso Consiglio Superiore di controllo iracheno ha ammesso che, riporta il dossier, "le debolezze nel sistema di registrazione degli anticipi potrebbe comportare l'appropriazione indebita di fondi statali e la presentazione non accurata delle spese". Ma all'establishment di Washington questo sembra importare poco visto che lo stesso presidente Barack Obama ha da poco chiesto il finanziamento di 2 miliardi di dollari aggiuntivi nel bilancio per l'anno fiscale 2011 per sostenere le spese della formazione e l'equipaggiamento dei militari e della polizia irachena.

Ora il Gao si attende l'intervento del Congresso che, scrivono i redattori del rapporto, "dovrebbe considerare le risorse finanziarie disponibili dell'Iraq nel momento del riesame delle future richieste di finanziamento per sostenere le forze di sicurezza irachene". Per il controllo dei bilanci statali l'agenzia federale statunitense si appella al Fondo Monetario Internazionale affinché monitori gli anticipi di spesa dichiarati dall'Iraq che proprio il prossimo 30 settembre dovrà presentare presso l'istituzione di Bretton Woods un resoconto dettagliato di quei "progressi (attivi di bilancio ndr) che potrebbero essere impiegati per spese future". E dovrà farlo nel modo più preciso possibile visto che ancora non è chiaro l'ammontare esatto dei depositi finanziari vincolati dalle amministrazioni nazionali succedutesi negli anni presso istituti come la Banca centrale irachena, il Fondo di Sviluppo per l'Iraq - con sede a New York - e le varie banche di proprietà statale. Secondo le ultime stime del Gao, nel 2009, il saldo dei depositi accumulati in questi istituti da parte del governo iracheno oscilla fra i 15,3 e i 32,2 miliardi di dollari. Mentre queste cifre rimangono pressoché intatte i contribuenti statunitensi continuano a pagare il prezzo della guerra.