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La Cia si vuole rafforzare nell’ex cortile di casa

di Alessia Lai - 23/10/2010


La Central Intelligence Agency statunitense, la Cia, ha firmato un accordo con Asociación Hispana de Universidades (l’Associazione ispanica di college e università) per reclutare studenti universitari ispanici. La versione ufficiale parla della volontà di dare spazio, nelle strutture pubbliche statunitensi, alle minoranze. La realtà è diversa: l’ occhio nordamericano è all’ex cortile di casa. Washington non ha digerito i cambi di governo latinoamericani degli ultimi anni. Governi che vanno dai più socialisti e antiamericani di Hugo Chávez, in Venezuela, o Daniel Ortega, in Nicaragua, a quelli con una gradazione di “rosso” meno intensa ma sempre “pericolosa”, come quelli argentino o brasiliano. Non stupisce che la Casa Bianca abbia quindi una certa attenzione nei confronti di un territorio che ha sempre considerato come un’estensione verso sud dei propri domini. Un atteggiamento che il governo Obama ha esercitato dal precedente, repubblicano, storicamente propenso alla militarizzazione della zona, come dimostrato dal ripristino della IV Flotta nel Caribe voluto da George W. Bush nel 2007. Con l’arrivo del presidente democratico in molti si aspettavano un approccio diverso, magari teso alla distensione dei rapporti più difficili. È quello che mr Obama cerca di far emergere, salvo attuare, in sordina, una politica per nulla diversa da quella del cow boy millenarista che lo aveva preceduto nella Stanza Ovale. Qualche mese fa gli Usa hanno infatti schierato migliaia di marines e decine di navi della Guardia Costiera nelle acque territoriali del Costa Rica con la solita scusa del contrasto ai traffici di droga. Hanno installato sette nuove basi militari in Colombia e , nel 2009, hanno favorito – se non organizzato – il golpe militare in Honduras contro il presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya. Il terremoto di Haiti, poi, è stato un’ottima occasione per militarizzare la poverissima isola caraibica e ottenere così, senza colpo ferire, una vera e propria base militare statunitense a guardia di Cuba e delle coste venezuelane. Le ultime manovre Cia fanno probabilmente parte di questo accerchiamento “silenzioso”. Obama sembra non occuparsi dell’America latina nello stesso modo in cui lo faceva il governo repubblicano, non abbaia contro i regimi “dittatoriali” bolivariani, ma con fare suadente – come accaduto questa settimana - invita Chávez, a dimostrare che le sue ambizioni nucleari non riguardano il settore militare (film già visto con Teheran), esprime preoccupazione per quelle che definisce limitazioni della libertà di stampa e associazione, per il sostegno al traffico di droga, le tendenze antidemocratiche di alcuni Paesi latinoamericani. Solo preoccupazioni, non minacce: lui tende una mano salvo, con l’altra, mestare nel torbido delle destre oligarchiche e permettere l’accerchiamento militare dei Paesi “problematici”. Attualmente la Cia, che cerca soprattutto giovani ispanici che risiedono negli Stati Uniti e che hanno espresso interesse per le questioni internazionali, tiene segreto il numero dei dipendenti di origine latinoamericana sul suo libro paga. TeleSur, che ha pubblicato la notizia, ha ricordato come il giornalista investigativo canadese, Jean Guy Allard, abbia denunciato in più occasioni che “in termini numerici, Washington detiene il record assoluto mondiale per l’attività di intelligence, e il suo bilancio è calcolato, molto prudentemente, in almeno 30 miliardi di dollari, un importo molto più elevato del reddito di vari paesi del terzo mondo” e che , durante la Conferencia Internacional de Revolución e Intervención en América Latina, svoltasi nel 2008 in Venezuela, ha elencato le agenzie di spionaggio statunitensi che agiscono in America Latina: la Cia, la National Security Agency, l’ Agenzia di Intelligence e Difesa, il Dipartimento della sicurezza interna, la US Drug Enforcement Administration (Dea) e Federal Bureau of Investigation (Fbi). Una presenza che la dice lunga sull’importanza che questa regione riveste per Washington.