Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'Italia spenderà 1,7 miliardi di euro per rispettare Kyoto

L'Italia spenderà 1,7 miliardi di euro per rispettare Kyoto

di Andrea Boretti - 23/12/2010


L'ultimo rapporto realizzato da Sandbag, ente non governativo britannico che si occupa di cambiamento climatico e di emissions trade, rivela che il ritardo dell'Italia per rispettare gli obiettivi di Kyoto è tale da costringere il governo a comprare carbon credits in Cina.


riscaldamento globale
Il costo di questi crediti stimato da Sandbag che l'Italia dovrà comprare è di 1,7 miliardi di euro, tutti soldi pubblici

Ancora una volta un ente internazionale sottolinea come il nostro paese, il Bel Paese, stia perdendo tempo - oltre che, come vedremo, soldi - in quello che è ormai diventato un obbligo politico oltre che morale: il taglio delle emissioni di CO2.

L'ente in questione è Sandbag - un istituto non governativo britannico che si occupa appunto di cambiamento climatico e di emissions trade - che nel suo ultimo rapporto boccia senza discussioni le azioni del governo italiano in questo campo.

Il discorso è semplice. Nel 2012 scade il protocollo di Kyoto e l'Italia, come sappiamo, non riuscirà a raggiungere questi obiettivi. In conseguenza di ciò partiranno delle sanzioni ONU che un'Italia già economicamente in ginocchio non può sopportare. Che fare allora? La risposta è una sola: acquistare crediti di emissione dai paesi in via di sviluppo - Cina in primis - in modo da rientrare nei limiti di Kyoto.

Il costo di questi crediti stimato da Sandbag in base alla situazione italiana è di 1,7 miliardi di euro, tutti soldi pubblici. A questi si dovranno aggiungere ulteriori 500 milioni di euro che le imprese italiane soggette all'Emission Trading si troveranno a spendere per trasferire le proprie riduzioni all'estero, soldi, questi, che ovviamente non potranno essere investiti in innovazione.


Il taglio delle emissioni di CO2 è un obbligo politico oltre che morale

Se questo non fosse sufficiente, altre due sono le segnalazioni di Sandbag riguardo all'Italia. La prima riguarda i carbon credits che verranno acquisiti dall'Italia e che al momento sono sotto inchiesta perché pare che i paesi che li detengano abbiano ricevuto erroneamente più crediti di quanti effettivamente non servissero loro. La seconda segnalazione è che il governo italiano ha già distribuito gratuitamente a grossi gruppi industriali italiani quali Gruppo Riva, Edipower e Italcementi, 2,5 miliardi di euro di permessi che comporteranno per queste società guadagni oltre ogni immaginazione.

Insomma, la soluzione, al solito, è una sola dice Sandbag: "Il governo deve mettere in atto politiche climatiche nazionali più severe per costringere le aziende italiane ad investire in nuove infrastrutture per l'energia, piuttosto che pagare per gli offset a buon mercato. Inoltre, gli Stati Ue dovrebbero ampliare la portata del sistema Ue Ets all'Encompass a più settori al fine di rendere le obbligazioni del settore non-trading più gestibili".

Come dire, la palla ancora una volta è alla politica. Saranno parole al vento?