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Aleister e Antonello. Due maghi a Cefalù (in ordine alfabetico)

di Marco Iacona - 30/01/2011

Fonte: scandalizzareeundiritto


Mare, se non il più bello d’Italia poco ci manca, e montagne. In mezzo un paesello di 13mila anime, la cattedrale normanna, la casa-museo del barone Pirajno di Mandralisca (che colleziona opere d’arte), i ristoranti, le viuzze coi turisti e, in giro, tanta eleganza e gentilezza. Siamo a Cefalù a pochi chilometri da Palermo, in un pezzo di Sicilia inconfondibilmente siciliano; qui è tutto come ti aspetti: antico – le mura, il lavatoio, le chiese e i fedeli – ma moderno quanto basta per non far rimpiangere luoghi ed edifici più a Nord.
 A Cefalù se chiediamo un’informazione sul mago-esoterista, artista (sessuomane), scrittore e molte altre cose Aleister Crowley, che qui visse nei primi anni Venti, ce la danno sicuramente. Il problema è che (forse per il tipo in questione, forse no), va a finire che più notizie si hanno e peggio è. La casa in cui visse? Sì, è di fronte al cimitero (luogo simbolo…); no, è sulla strada che conduce a Gibilmanna; no, è in contrada Santa Barbara… imboccate la salita e la troverete subito… ma attenti alla recinzione… Gli uomini dicono di esserci stati, tutti, di aver visto… curiosato fra i ruderi, i dipinti e quel che resta dell’antica “abbazia di Thelema” (praticamente nulla), le donne invece non ci sono mai state (così dicono…), mai state in quel luogo strano, pieno di simboli – che in pochi conoscono – dove quasi un secolo fa ci facevano le orge: uomini, donne, animali e non si sa chi o cos’altro
 Di vero in tutta la storia del mago a Cefalù (anni fa ci scrissero pure un libro con ricerche ben dettagliate edito da Mediterranee, un libro introvabile a Cefalù e “custodito” nella bellissima biblioteca del museo Mandralisca), c’è che la casa esiste ancora, che è oramai un rudere e che i proprietari – gente di Palermo, così si dice – la tengono lì, in attesa di non si sa cosa, forse di qualcuno che si decida a valorizzarla come bene artistico, storico o su per giù e a cacciar fuori parecchia grana. Di vero c’è che la casa si trova in un luogo, oramai poco “esoterico” di fronte lo stadio; e di recinzione neanche l’ombra, solo un sentiero poco praticabile e una finestra aperta. Il resto lo fa la fantasia, o se si ha il “coraggio” di saltar dentro qualche dettaglio, dato che i dipinti sono nascosti e rovinati (su internet si vedono molto bene, però); il resto lo fanno le chiacchiere e i pettegolezzi della gente del luogo, gente in verità assai tranquilla che vive senza “ombre” di maghi dietro le spalle e che campa di turismo e di normalità, una delle “cose” più difficili, peraltro, in Sicilia.
 La gentilezza in Sicilia non la compri nelle botteghe agli angoli della strada. Se si è gentili lo si è a prescindere (come diceva Totò). In albergo, dal barbiere, in biblioteca, chiediamo del mago-Crowley? Tutti ci dicono qualcosa. Cinque minuti appena e si diventa amici, ci si saluta per la strada e ci si dà appuntamento al giorno dopo, eventualmente. Crowley permettendo
 Perfino chi è contrario per fede, religione o altro, se sa parla volentieri. E sorride… «Scusi cerco la casa del mago Crowley, m’hanno detto in paese che è da queste parti…». Risposta in “camilleriano” stretto: «A casa do’ diavulu?... Nenti sacciu, sugnu evangelista, ma… ma… se girate l’angolo la vedete là, d’in facci al campo sportivo…». Un’informazione oggi, una domani, la si trova finalmente. Niente fili spinati, niente recinzioni. “Clima” semplice: campagna e abitazioni (cento anni fa isolata, c’è da crederlo, oggi circondata da case e villette), coi bambini che giocano a nascondersi fino all’ingresso della “misteriosa” abbazia. L’uscio è “off-limits”, l’hanno detto mamma e papà.
 Abbazia? Mah… casetta o “casuzza” più che altro, cento metri quadrati, forse più forse meno. Pare che Crowley ispirato da non si sa quale rivelazione avesse progettato una specie di edificio con colonne, cupola e vetrate, poi però s’era dovuto accontentare: una villetta in affitto da occupare con le concubine (due), bambini e gli ospiti occasionali. Oggi la casa è chiusa, porte sbarrate e una finestra aperta. Sopra il motto di Crowley: “Fai ciò che vuoi…” (sembra una sentenza fascistica, anche se Crowley fascista non era, anzi per “colpa” del Regime dovette abbandonare l’Italia). La frase è accattivante, è il benvenuto per le coppiette in cerca di brividi o per i semplici curiosi. «Ogni anno vengono decine di persone da fuori… stranieri e turisti…», ci dicono i più informati, ma l’accoglienza? Già… forse l’Abbazia di Thelema è una metafora delle condizioni della Sicilia… fatiscenza, pochi punti di riferimento ma tutt’attorno il paradiso della bellezza.
 L’interno della casa (ciò che è visibile dalla finestra) non è proprio il massimo… Disegni scrostati, una vecchia rete addossata alla parete - servirà per i rapporti sessuali dei giovani “adepti”… - sporcizia che si confonde con qualcos’altro, cioè disegni o riferimenti a verità nascoste o esoteriche…  Perché la casetta è proprio lì, perché Crowley venne a Cefalù? Il più colto, o il più ciarliero cittadino di Cefalù ci risponde che come Torino – città magica e incrocio di influssi che i volgari cittadini non percepiscono – Cefalù si trova al centro di triangoli magici, poi però nel citare gli altri vertici s’impappina un po’… è normale
 Il sentiero per arrivare alla casuzza è peggio dei ruderi. Non ce li vediamo i seguaci di Ronald Hubbard (Scientology), che pare che a Crowley si sia ispirato, avanzare fra la cacca dei cani abbaianti, le palme malaticce e i ferri dei robivecchi di Harlem. Eppure… quelli informati – ancora loro – dicono che Crowley sia uno dei personaggi più importanti del Novecento. Uno di quelli che il Novecento l’“ha fatto” come si direbbe per un sessantottino. Uno capace di mettere d’accordo il diavolo e l’acquasanta. Julius Evola e i Beatles per esempio o i Rolling Stones o Marilyn Manson. Scegliete voi chi siano i maledetti o i benedetti… Il primo ha citato Crowley in una delle sue opere più importanti parlandone bene (“Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo”); i Beatles lo hanno inserito nella mitica copertina di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, fra le “persone che ci piacciono”. Una vera “terza via”, insomma, quella di Crowley l’inglese nato nel 1875 e morto nel 1947.
 Educato rigidamente al protestantesimo, in contatto con la Golden Down, bisessuale, “eroe hippy” per il suo stile di vita, alpinista di gran vaglia e pittore esoterico, il “mago” si trovava in Egitto agli inizi del secolo quando ricevette da un antico stregone – Aiwas – le nozioni per fondare una nuova religione anticristiana. Molto più “adorato” che letto, molto più citato (oltre Evola: Sciascia, Consolo, Umberto Eco e Maugham che a lui si è ispirato per uno dei suoi romanzi) che “digerito”, Crowley resta oggi un autentico mistero. Ciarlatano? Forse no… Anche se mettere il grano di qua e la pula di là è operazione difficile (utile, forse, solo ai fanatici o agli adepti delle sette segrete…). A Cefalù, ovviamente, nessuno se lo ricorda. Pare che in paese girasse acconciato da “mago”, pare che molti ne avessero paura perché si pensava consumasse sacrifici umani… ma gli studiosi non ci credono; è solo una “leggenda”, è la storiella  di chi amava dire di se stesso: “sono l’uomo più malvagio del mondo”.
Chi vuol recarsi a Cefalù, in cerca di “maghi” non dimentichi di visitarne uno vero, però. Al museo Mandralisca c’è il “Ritratto d’Ignoto” di Antonello da Messina, uno dei più grandi pittori del Quattrocento europeo. Beatles o Rolling Stones, anche lui è una persona che “ci piace”, e molto.