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Quando è cominciato il nostro errore?

di Leonardo Boff - 05/09/2011


                             

Oggi sentiamo l'urgenza di stabilire una pace perenne con la Terra. Sono secoli che siamo in guerra
con essa. La affrontiamo in mille modi nell'intento di dominare le sue forze e di approfittare  al
massimo dei suoi servizi. Abbiamo conseguito risultati, ma a un prezzo tanto alto che ora la Terra
sembra ribellarsi contro di noi. Non abbiamo nessuna possibilità di vincerla; al contrario i segnali
dicono che dobbiamo cambiare altrimenti essa potrà continuare sotto la luce benefica del sole, ma
senza di noi.
E' tempo di fare un bilancio e chiederci: quando è iniziato il nostro errore? La maggioranza degli
analisti dice che tutto è cominciato circa 10 mila anni fa con la rivoluzione del neolitico, quando gli
esseri umani diventarono sedentari, progettarono villaggi e città, inventarono l'agricoltura,
cominciarono con le irrigazioni e l'addomesticamento degli animali. Tutto questo permise di uscire
dalla situazione di penuria data dal garantirsi l'alimentazione necessaria, giorno per giorno, solo con
la caccia e la raccolta di frutti. Ora con il nuovo modo di produrre, si creò lo stock di alimenti che
servì di base per armare eserciti, fare guerre e creare imperi. Ma si è disarticolata la relazione di
equilibrio tra natura e essere umani. Cominciò il processo di conquista del pianeta che è culminato
ai nostri tempi con la tecnicizzazione e l’artificializzazione praticamente di tutte le nostre relazioni
con il mezzo-ambiente.
Ritengo, tra l'altro, che questo processo sia cominciato molto prima, nel seno stesso
dell'antropogenesi. Fin dai suoi albori, bisogna distinguere tre tappe nella relazione dell'essere
umano con la natura. La prima era di interazione. L'essere umano interagiva col mezzo senza
interferire, approfittando di tutto quello che esso abbondantemente offriva. Un grande equilibrio
prevaleva tra i due, ambiente e uomini. La seconda tappa fu quella dell'intervento. Corrisponde
all'epoca in cui sorse,  circa 2,4 milioni di anni or sono, l' homo habilis. Questo nostro antenato
cominciò a intervenire sulla natura usando strumenti rudimentali, come un pezzo di legno o una
pietra per meglio difendersi  e impadronirsi delle cose attorno a lui. Si inizia la rottura
dell'equilibrio originale. L'essere umano si sovrappone alla natura. Questo processo si fa sempre più
complesso fino al sorgere della terza tappa, che è quella dell'aggressione. Coincide con la
rivoluzione del neolitico della quale abbiamo riferito prima. Qui si apre un percorso di alta
accelerazione nella conquista della natura. Dopo la rivoluzione del neolitico si sono succedute varie
altre rivoluzioni: l'industriale, la nucleare, la biotecnologica, quella dell'informatica,
dell'automazione e della nanotecnologia. Si sono sofisticati ogni volta di più gli strumenti
dell'aggressione, fino a penetrare nelle particelle sub-atomiche (topquarks, hadrions) e nel codice
genetico degli esseri viventi.
In tutto questo processo si è operato un profondo dislocamento nella relazione: l'essere umano, che
era inserito nella natura come parte di essa, si è trasformato in un essere fuori e sopra la natura. Il
suo proposito è dominarla e trattarla, nell'espressione di Francesco Bacone, il formulatore del
metodo scientifico, come l'inquisitore tratta il suo inquisito: torturarlo finché riveli tutti i suoi
segreti. Questo metodo è largamente imperante nelle università e nei laboratori.
Nel frattempo la terra è un pianeta piccolo, vecchio e con limitate risorse. Da sola non riesce più ad
autoregolarsi. Lo stress può generalizzarsi e assumere forme catastrofiche. Dobbiamo riconoscere il
nostro errore: quello di esserci allontanati da lei, dimenticando che siamo Terra, che è l'unico
focolare domestico che possediamo e che la nostra missione è prenderci cura di essa. Dobbiamo farlo sviluppando una tecnologia più adeguata ad un paradigma di sinergia e di benevolenza, base
della pace perpetua tanto sognata da Kant.
Fonte: Envolverde
Copyleft – E' libera la riproduzione esclusivamente per fini non commerciali, purché l'autore  e la
fonte siano citati e questa nota inclusa

Traduzione dal portoghese e adattamento di Tiberio Collina per l’Associazione Eco-Filosofica