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Impeachment?

di Gianluca Donati - 14/06/2013

 


 

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Il presidente Usa Barack Obama rischia davvero di essere spodestato con un procedimento di Impeachment voluto fortemente dai repubblicani e verosimilmente sostenuto anche da una parte dei democratici, al punto che egli sarà probabilmente costretto a dimettersi prima che ciò accada, per evitare il peggio, e tutto questo a causa del nuovo scandalo del “datagate”, detto anche “webgate”. Fbi e Nsa, hanno spiato per anni ogni forma di comunicazione negli Usa e nel mondo; per molto meno, Richard Nixon fu messo in croce, obbligato alle dimissioni per evitare appunto il procedimento di Impeachment, e a causa di quella “indecorosa” fine, Nixon passò alla storia come uno dei peggiori presidenti della storia Usa, soprannominato addirittura “Nixon il boia”. Se l’amministrazione Nixon fu accusata di “abuso di potere”, allo scopo di indebolire l’opposizione politica dei movimenti pacifisti e del Partito democratico, cosa dovremmo dire dell’amministrazione Obama che "spiava" gestori, società web e carte di credito di tutti i cittadini nel mondo? Quello che valse per Nixon, deve valere ancor più per Obama, considerando che qui la cosa è ben più grave. L’America repubblicana potrebbe in questo modo prendersi una rivincita su quella democratica che sul “caso Nixon” ha sempre speculato; infatti, Watergate a parte, Nixon non fu per niente un pessimo presidente; la guerra in Vietnam non fu lui a volerla, ma Kennedy, e fu aggravata da Johnson, mentre Nixon riportò i soldati a casa, abbandonò lo standard aureo per il dollaro, normalizzò i rapporti con la Repubblica Popolare Cinese, realizzò la più significativa riforma delle politiche ambientali dai tempi di Theodore Roosevelt, e firmò a Mosca il trattato per la limitazione delle armi strategiche (SALT), con Leonid Breznev.

Lo scandalo del Webgate è moralmente molto grave; Obama ha rilevato come non si possa avere sicurezza e privacy entrambi al 100% ma la nazione che è definita retoricamente “la più grande democrazia del mondo” non può comportarsi come l’OVRA del fascismo o il Kgb sovietico. E questo ci spiega anche perché è assolutamente sbagliato sperare nella “web-democrazia” grillina del Movimento 5 stelle; il web sembra in realtà un mezzo in più attraverso il quale le oligarchie cercano di completare il loro controllo globale e giungere al governo mondiale.  

Tuttavia, potevamo realmente credere che le cose non stessero così? E soprattutto, non ha forse ragione Obama quando afferma che il Congresso Usa sapeva? Quelle leggi non sono state fatte da lui, ma dal suo predecessore, Bush, e se Obama ha avuto la colpa di non cambiarle, non è stato certo solo, la verità è che l’11 Settembre è stato usato (provocato?) per giustificare gli interventi militari in Afganistan e Iraq, e per fare delle leggi speciali, che, di fatto, trasformano la democrazia in una “dittatura strisciante”. E allora perché Obama è finito bersaglio di questo scandalo? Semplice, perché una gran parte dell’America vuole liberarsi di lui; lo vuole l’America “bianca”, che non ha mai sopportato un afroamericano alla Casa  Bianca, lo vuole l’America conservatrice, che non accetta un Presidente così “liberal”, l’America oligarchica e capitalista, che non apprezza le sue politiche economiche e fiscali di matrice keynesiana e socialista, e soprattutto l’America “interventista”, che non perdona un presidente così neutralista o esitante, sull’ipotesi d’intervento militare contro Siria e Iran. Intanto, Francia e Inghilterra insistono nell’affermare che vi siano prove inconfutabili che il governo siriano abbia usato armi chimiche contro i ribelli (sebbene, altre fonti affermino che le abbiano invece usate i ribelli), e per questo minacciano d’intervenire, anche militarmente. Obama sembra però esitare, dichiarando che le prove certe dell’utilizzo di armi chimiche non ci siano. È noto che se al suo posto ci fosse il suo vice Joe Biden, gli Usa sarebbero in guerra già da un pezzo, perciò non è difficile capire che come al suo tempo lo fu Nixon, Obama è oggi vittima di un complotto che cerca di scaricare unicamente su di lui responsabilità generali. Oltretutto circolano voci che gli Usa abbiano intenzione di comprare i Titoli di Stato italiani. Questo, secondo qualcuno, salverebbe l’Italia dal debito pubblico, ci libererebbe dall’Euro e dall’Ue germanocentrica, e rilancerebbe l’economia mondiale. Invece, se così fosse, si rischierebbe di passare dalla padella alla brace, perché gli Usa lancerebbero un Opa su Italia ed Europa, senza considerare che se anche rilanciassero “la crescita”, resteremmo imprigionati dentro il medesimo modello di sviluppo capitalista, destinato comunque a implodere successivamente, con conseguenze ancor più gravi, poiché il modello basato sulla crescita continua è insostenibile. C’è il serio rischio che le due cose siano collegate, che gli Usa stiano cioè tentando l’assalto finale di una guerra che è sia economica sia militare, il tentativo Usa di imporre un nuovo secolo americano, dove l’impero Usa sia ancor più globale e autoritario. Per fare questo hanno bisogno di un uomo forte al comando, che intenda proseguire su questa linea, ed ecco perché, con molta probabilità, Obama sarà fatto cadere, per essere sostituito da Joe Biden