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La battaglia identitaria che terrorizza il sistema

di Dario Leotti - 04/12/2013

Fonte: iltalebano


 

convegno salvini de benoist

Il day after sui giornali, siti e blog dell’incontro con Salvini e De Benoist hanno dimostrato l’impatto dell’evento nel panorama politico-culturale nostrano. La sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi non si è rivelata abbastanza capiente per contenere le circa duecento persone accorse lunedì al convegno organizzato dal circolo culturale Il Talebano, dal titolo: “La fine della sovranità – La dittatura del denaro che toglie il potere ai popoli“. L’appuntamento ha visto la partecipazione del noto intellettuale francese Alain De Benoist, del saggista Marco Della Luna e di Matteo Salvini. Un terzo incontro, successivo a quelli con Massimo Fini e Pietrangelo Buttafuoco, per aprire le porte ad intellettuali controcorrente, non omologati al pensiero dominante, per attualizzare le battaglie per la sopravvivenza delle nostre comunità. Dando alla lotta per l’indipendenza un significato differente, quasi rivoluzionario, che identifica nell’Europa burattino, nei “burocrati di Bruxelles”, il nuovo nemico della libertà dei popoli contro il quale lottare.

De Benoist ha descritto cosa significhi, per i popoli europei essere “sull’orlo del baratro” e quali elementi storici abbiano contribuito a creare le condizioni per l’avvento del “turbocapitalismo”. Un capitalismo dai tratti inumani, sconnesso dall’economia reale, assoggettato all’autocrazia di banche e finanza, disciplinato da logiche antiterritoriali e alimentato da speculatori determinati all’annichilimento delle Patrie, attraverso la morsa usuraria del debito pubblico, che diviene giorno dopo giorno impossibile da pagare. Questo nuovo libero mercato, soggiogato ad una nuova classe di imprenditori senza più radici né legami territoriali, scaturirebbe quale inevitabile risultato di scelte politiche, che negli anni passati hanno introdotto la progressiva deregolamentazione e la crescente delocalizzazione.

L’euro, dapprima presentato dai governi europei quale strumento di integrazione e convergenza fra i vari Paesi, si è invece rivelato quale strumento di frammentazione e divergenza. Tale divergenza è secondo De Benoist, oggi più che mai chiara, se si confronta l’agonia in cui versano le economie dei paesi del Sud Europa con quelle dei paesi del Nord. La crisi economica attuale non deve e non può essere ritenuta crisi congiunturale. E’ necessario cambiare sistema economico più che aggiustare il tiro di quello attuale. Il rischio più grande è determinato dalla perdita della sovranità da parte dei popoli, che si traduce in schiavitù. Si esce da questa situazione solo difendendo strenuamente ciò che è identità, autonomia, popolo, tradizione. Smettendo i panni del consumatore per tornare ad esser cittadini.

Per farlo, occorre stringere alleanze transnazionali e fare quadrato con tutti quei movimenti che credono sì nell’Europa, ma non in quella delle banche. Ognuno con le proprie differenze e specificità, ma tutti con un’intenzione comune: la voglia di abbattere il sistema attuale. Insomma, un’alleanza a progetto. La cui lungimiranza ha già attirato l’attenzione di molti movimenti identitari, all’estero come nel nostro Paese. A destra e a sinistra, come ha dimostrato la partecipazione trasversale di referenti politici all’appuntamento di ieri sera. Un primo masso nello stagno che auspichiamo si tramuti in una vera e propria sassaiola. Superare i recinti per far fronte comune.