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Gli argini d’Europa non reggono

di Marcello Veneziani - 11/02/2014


Illustri europeisti che vi spaventate per il successo dei populisti in Svizzera, volete davvero frenare l'onda antieuropeista che s'ingrossa a vista d'occhio?


Illustri europeisti che vi spaventate per il successo dei populisti in Svizzera, volete davvero frenare l'onda antieuropeista che s'ingrossa a vista d'occhio?

C'è solo un modo per farlo: in sintesi, proteggere l'Europa. Siamo sotto attacco da tre parti: in alto dalla speculazione finanziaria internazionale, in basso dall'immigrazione incontrollata, di fianco dall'invasione di prodotti asiatico-cinesi. I tre flussi vengono accolti nel nome del nuovo fatalismo: la libera circolazione di capitali, uomini e merci.

Ma se volete restar fedeli a questo fatalismo sfascerete l'Europa perché non ne sopporta il peso. Naturalmente, il rimedio non è barricarsi in casa, pussa via migranti e protezionismo assoluto. Ma è il realismo, cioè governare i flussi, arginarli, regolamentarli, frenarli quando è il caso. Avendo come priorità non il principio-Globale ma il principio-Europa. Da lì discende la necessità che l'Europa difenda gli europei dentro e fuori i suoi confini (anche in India, per intenderci). E si doti di una polizia di frontiera europea, di una politica estera, energetica e militare europea e di un governo politico eletto dai popoli europei.

L'onda antieuropea si sconfigge con più Europa. Ora invece l'Europa si protegge dagli europei, cioè contro di loro; tra procedure d'infrazione, rigidità di parametri e di norme, tirannia del debito e del fisco, è un massacro di Stati nazionali e cittadini. Fate un'Europa estroversa, cioè più libera al suo interno, più protettiva al suo esterno e fermerete i populisti euroscettici.