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Il volo della fenice

di Francesco Lamendola - 15/07/2014

Fonte: Arianna editrice



 

Alessandro Martinisi, nato a Novara nel 1980, giornalista pubblicista attualmente dottorando presso la prestigiosa Università Di Sheffield, si è già rivelato con un libro originale ed estremamente interessante, «Il sogno sognato di Karol Szymanowski» un saggio dedicato alla genesi ed allo sviluppo del libretto e della partitura dell'opera «Re Ruggero», capolavoro del teatro musicale del maggior compositore polacco dopo Chopin: Karol Szymanowski. In quell’opera di esordio, Martinisi aveva mostrato la sua ampia cultura, la sua raffinata sensibilità artistica e musicale e il suo speciale interesse per i significati simbolici e allegorici che si nascondono, o che si racchiudono, all’interno di opere pittoriche, poetiche, musicali, spesso nella totale inconsapevolezza del vasto pubblico.

Tutti sanno, ad esempio – o quasi tutti – che, dietro quadri come «I tre filosofi» di Giorgione o «Et in Arcadia ego» di Poussin, si celano reconditi messaggi esoterici, alchemici, cabalistici; e la stessa cosa vale per opere musicali come «Il flauto magico» di Mozart o «Una notte sul Monte Calvo» di Mussorgskij. Così pure, molti hanno sentito dire, più o meno vagamente, che l’architettura delle grandi cattedrali gotiche rispecchia una complessa trama di simbologie, di proporzioni, di allusioni ad un sapere iniziatico, che solo pochissimi sono capaci di riconoscere e decifrare; e molti hanno sentito dire la stessa cosa per le terzine della «Divina Commedia».

Si sa anche che scrittori moderni, come l’austriaco Meyrink, con il romanzo «Il Golem», hanno ripreso queste tematiche e le hanno suggerite a quei lettori capaci e desiderosi di spingersi “oltre il velame” del significato immediato del testo. Anche Strindberg – che, come è noto, cerava di realizzare la trasmutazione dei metalli vili in oro – ha parlato, ma con una certa discrezione, delle sue ricerche alchemiche, testimoniando il fatto che l’uomo contemporaneo non sente il fascino del sapere esoterico meno di quanto lo sentissero gli antichi membri della scuola pitagorica, o certi studiosi medievali, o i membri della confraternita rosacrociana.

Pochi, però, pochissimi sono, fra i lettori ordinari, coloro i quali hanno avuto la curiosità si approfondire queste vaghe nozioni e le confuse intuizioni personalmente sperimentate nel contemplare certe opere pittoriche o architettoniche o nel leggere certi testi letterari o, ancora, nell’ascoltare certi brani musicali. La cultura oggi imperante – o, forse, meglio sarebbe dire: la sottocultura – si basa sul dogma, indimostrato e indimostrabile, dell’egualitarismo intellettuale e spirituale: pertanto guarda con sospetto e diffidenza, quando non la derida semplicemente, ad ogni forma di sapere esoterico; salvo poi abbandonarsi a generose ubriacature pseudo-intellettuali e pseudo-spirituali, mettendosi alla mercé di sedicenti “maestri” e affiliandosi a società segrete, sette e conventicole estremamente equivoche e, a volte, francamente poco raccomandabili. Tale è la contraddizione di uno scientismo e di un materialismo tanto radicali quanto superficiali, il cui rovescio consiste, appunto, nella imprudente disponibilità a gettarsi in qualunque avventure della mente e dell’anima, con una leggerezza e con una faciloneria che rasentano l’incoscienza, vista e considerata la posta in gioco.

Alessandro Martinisi, che non è un dilettante allo sbaraglio, ma un tenace cultore e un sottile indagatore dei saperi iniziatici, pur conscio dei rischi che una tale ricerca comporta per chi non sia ben preparato, né possieda la necessaria umiltà e la consapevolezza spirituale, con il suo nuovo libro, «Il volo della fenice», ci guida in un percorso affascinante che, snodandosi per le vie di una megalopoli moderna come New York, ci conduce alla scoperta inaspettata di un sapere alchemico che attecchisce e si tramanda proprio là dove meno ce lo saremmo aspettato, ad onta di tutto e a dimostrazione del fatto che la fame e la sete di assoluto non diminuiscono, semmai aumentano, in un mondo brutalmente secolarizzato e solo in apparenza divenuto adulto e capace di prendere in pugno il proprio futuro, rifiutando la trascendenza e la spiritualità.

Non dubitiamo che, leggendo le circa cento pagine di questo racconto lungo, o romanzo breve che dir si voglia – ma che, in realtà, è qualcosa di più e di diverso che non un semplice racconto o un semplice romanzo – il lettore sarà preso e sedotto dalla magia che emana da esse, dallo strano aroma di un sapere antichissimo che si sprigiona in mezzo ai tentacoli di una immensa e, per certi aspetti, mostruosa metropoli, cresciuta all’ombra del dio Progresso, positivisticamente inteso, e dell’ancora più inquietante divinità del moderno paganesimo, il dio Denaro.

Eppure non vi è angoscia, né pessimismo, nell’opera di Alessandro Martinisi, al contrario: essa racchiude un messaggio di speranza che il lettore è invitato a recepire, insieme alla sorprendente scoperta che il mondo delle nostre certezze quotidiane si rivela, in gran parte, frutto di una serie di convenzioni quasi automatiche, e che, al di sotto di esso, traspare, a chi lo sappia vedere, una dimensione molto più profonda, luminosa, eterna, indistruttibile: quella dell’essere, che permane oltre il continuo fluire delle cose contingenti.

Non vogliamo dire di più. Chi prenderà in mano «Il volo della fenice» e inizierà a leggerlo, crediamo che sarà indotto ad andare avanti di pagina in pagina, sino allo scioglimento finale, attratto, incuriosito, affascinato da un “viaggio” che si rivela innanzitutto un viaggio interiore, un viaggio verso le profondità dell’anima, là dove cadono le barriere illusorie della separatezza e si finisce per comprendere il grande segreto dell’Unità della Vita.

 

Alessandro Martinisi. Il volo della fenice. Dialoghi alchemici a New York. Lampi di Stampa Editore. http://www.lampidistampa.it/alessandro-martinisi/il-volo-della-fenice/2083.html

Per informazioni scrivere a info@martinisi.org