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Perché arrivano i barconi?

di Paolo De Gregorio - 21/04/2015

Fonte: Arianna editrice



Tutto l’occidente cristiano, imperialista, multinazionale, capitalista, guerrafondaio, colonialista, schiavista, è pienamente responsabile della instabilità sociale e politica di tutto il Medioriente, a cominciare dai primi del ‘900 quando gli imperialisti inglesi tracciarono da rozzi padroni confini e stati, senza tener conto di differenze religiose e culturali profonde, che nel tempo si rivelarono buone per tenere quell’area in stato di tensioni e guerre permanenti, soprattutto basandosi sulle divisioni tra sunniti e sciiti e sulla presenza di Israele, creato dalla distruzione della nazione palestinese.

Attualmente vi è una nuova dimensione geopolitica ed economica globale di cui tener conto, per cui l’intero Medioriente è inserito fra due potenze mondiali come la Russia e la Cina (non più in contrasto tra loro) in grado di integrarsi e gestire il petrolio fuori dal dollaro e dalle rotte navali con un sistema di oleodotti e gasdotti in grado di alimentare anche la crescita economica dell’India.

E la pacificazione dell’area mediorientale sarebbe un colpo mortale per le aspirazioni egemoniche dell’Occidente, in particolare degli USA, perché sarebbero gli interessi economici tra confinanti a prevalere, come sarebbe naturale che l’Europa e la Russia si integrassero economicamente e l’Europa buttasse al cesso il residuato della guerra fredda, la NATO, che ci costa miliardi e impedisce di fatto questo avvicinamento.

 I barconi che arrivano sulle nostre coste pieni di disperati sono il frutto avvelenato di due fattori principali: è gente in fuga da guerre innescate, fatte o pilotate dagli USA e dai suoi alleati, è gente in fuga da paesi ricchi di materie prime, le cui classi dirigenti si sono fatte comprare dalle multinazionali, senza contare il peso dei debiti contratti con il FMI e la Banca Mondiale e che i Fondi sovrani di vari stati hanno acquistato terreni fertili in Africa, di fatto sottraendoli agli agricoltori locali. Questa  situazione  genera un eterno sottosviluppo che si chiama neocolonialismo.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso, ma senza chiarezza sul perché del fenomeno migratorio, risulta la destra a trarre vantaggio politico dal disagio popolare causato dall’immigrazione clandestina, rintroducendo la categoria del razzismo in un fenomeno che è invece sotto la nostra occidentale responsabilità e, come sempre, ha ragioni economiche e predatorie.