Venezuela: l'avvento di un mondo post-westfaliano
di Riccardo Paccosi - 18/12/2025

Fonte: Riccardo Paccosi
VENEZUELA: NO, NON E' QUESTIONE DI RITORNO ALLA DOTTRINA MONROE, BENSI' DI AVVENTO D'UN MONDO POST-WESTFALIANO OVE IL DIRITTO INTERNAZIONALE VIENE CANCELLATO.
.
UNA NECESSARIA PREMESSA
Partiamo da una necessaria premessa: chi ritiene che una situazione in cui il diritto viene sottomesso ai rapporti di forza materiali equivalga a una situazione in cui il diritto è invece completamente assente, semplicemente non conosce la storia e il funzionamento della politica.
A chi quindi commentasse questo intervento tirando in ballo la presunta non-esistenza del diritto internazionale nella storia, non risponderò perché non è mio compito dare ripetizioni sull'abc della politica.
.
DAL MENOPEGGIORISMO DI SINISTRA A QUELLO DI DESTRA
Come molti altri, ho salutato con favore alcuni aspetti del documento americano National Security Strategy 2025: per la prima volta, gli Stati Uniti hanno esplicitamente fatto propria la visione d'un mondo multipolare, ridisegnando altresì - con la suggestione di un C5 fra USA, Russia, Cina, India e Giappone che sostituirebbe il G7 - una leadership post-occidentale.
Il problema che si pone sul piano dell'ordine internazionale, però, è il medesimo che si pone all'interno dei singoli paesi occidentali.
Per decenni, mi sono confrontato con una visione menopeggiorista di sinistra e oggi, con una destra che in Occidente raccoglie il consenso delle masse popolari, mi trovo a discutere con una visione menopeggiorista di segno opposto: il punto è che ritengo oggi non condivisibile la seconda proprio come ieri ritenevo inadeguata la prima.
.
LA SCONFITTA GLOBALISTA SUL FRONTE INTERNO ALLE NAZIONI
La parziale sconfitta dell'asse globalista-progressista (che però è ancora al comando dell'Unione Europea) ha certamente bloccato, nell'immediato, un progetto di ridefinizione della società e della vita stessa in senso totalitario, ma ci sono ragionevoli dubbi sul fatto che abbia parimenti modificato i principi strategici generali.
Difatti, gli esponenti del potere economico sostenitori di Trump come Thiel e Yarvyn accarezzano gli stessi scenari futuri delle loro controparti progressiste, ovvero:
a) il comando diretto delle corporation sulla società;
b) la sostituzione dell'umanità con le macchine.
Semplicemente, la "destra" ritiene di poter raggiungere questi risultati senza bisogno d'imporre ai bambini la cultura del cambio di sesso e senza bisogno di mettere in lockdown il mondo intero.
.
LA SCONFITTA GLOBALISTA SUL FRONTE INTERNAZIONALE
L'omologa sconfitta dei globalisti sul versante internazionale, ha nell'immediato allontanato la possibilità di una guerra termonucleare globale delimitando tale probabilità alla sola Europa.
Eppure, quello che si sta materializzando sotto i nostri occhi è l'esatto contrario di quel mondo - basato sul rispetto di tutte le sovranità nonché su un rinnovato e rafforzato diritto internazionale - che Cina, Russia e documenti BRICS vanno teorizzando da anni.
Diversi commentatori geopolitici, al contrario, stanno parlando di avvento d'un mondo post-westfaliano, ovvero un contesto internazionale dove viene meno non solo a livello fattuale ma anche dal punto di vista giuridico il principio di sovranità delle nazioni sancito dalla Pace di Westfalia nel 1648.
.
IL PRECEDENTE ISRAELIANO
Anche se per miracolo da domani giungesse la pace nei territori palestinesi e si interrompesse il conflitto fra Stati Uniti e Venezuela, le due crisi citate hanno generato in ogni caso dei precedenti che ipotecano pesantemente il futuro delle relazioni internazionali in termini di completa cancellazione del diritto.
1) Nel caso del conflitto israelo-palestinese, la tesi dei sostenitori di Trump è che in realtà il presidente americano avrebbe impedito al governo israeliano sia di portare a escalation il conflitto con l'Iran, sia di proseguire le ostilità in Medio Oriente al fine di creare la "Grande Israele".
Queste considerazioni possono anche essere veritiere ma, dal punto di vista del problema che stiamo affrontando, sono parimenti ininfluenti. Infatti, anche se Netanyahu non è riuscito a ottenere dagli Stati Uniti tutto quello che avrebbe voluto, in ogni caso abbiamo assistito - da parte di Israele e grazie al sostegno americano - a una serie di atti di suprematismo senza precedenti:
a) un massacro deliberato della popolazione civile praticamente svolto nell'impunità (al netto di eventuali sviluppi del procedimento presso la Corte Penale Internazionale);
b) l'enunciazione in sede pubblica e ufficiale d'un principio di superiorità teologica;
c) un'intensificazione del controllo sull'informazione mondiale, finalizzato a rendere illegali le critiche allo stato israeliano.
.
IL PRECEDENTE DELL'AGGRESSIONE AL VENEZUELA
2) Venendo alle vicende del Venezuela, a eventuali sostenitori della tesi sulla non-esistenza storica del diritto internazionale suggerisco un'analisi comparativa dei casi di Iraq, Libia e appunto Venezuela:
a) la guerra all'Iraq del 2003, fu preceduta da un intenso lavoro diplomatico volto a garantire legittimazione giuridica all'aggressione americana, con una fabbricazione di finte prove che coinvolse le agenzie d'intelligence di almeno tre nazioni;
b) l'aggressione alla Libia nel 2011, invece, non necessitò di alcuna finta prova ma soltanto di notizie false che nessuno, all'epoca, osò pensare di verificare; anche in questo caso, però, tutto si svolse alla fine sotto il cappello giuridico delle Nazioni Unite;
c) l'aggressione statunitense al Venezuela, infine, segna un salto di qualità ulteriore poiché non chiede legittimazione giuridica ad alcuna autorità internazionale e, soprattutto, non esprime alcuna motivazione che non sia la conclamata volontà di predazione neo-coloniale.
.
NON RITORNO ALLA DOTTRINA MONROE, MA NUOVO MONDO POST-WESTFALIANO
Fra i sostenitori di Trump, si enuncia che alla fine il ritorno degli Stati Uniti alla Dottrina Monroe - ovvero alla presa imperialista sul Sud America - è un prezzo che vale la pena pagare se la contropartita è poi quella d'un mondo multipolare e pacifico.
A parte l'analogo caso di suprematismo militarista israeliano sostenuto dagli Stati Uniti e che coinvolge tutt'altra parte del pianeta, i precedenti giuridici che l'attuale crisi USA-Venezuela hanno generato sono troppo ampi e troppo macroscopici per poter seriamente pensare che possano rimanere confinati al Mar dei Caraibi.
In sostanza, delle navi sono state affondate senza alcuna prova o indizio del fatto che stessero trasportando droga e questo precedente implica il permesso de facto, per gli Stati Uniti, di compiere atti di terrorismo internazionale senza alcun infingimento o copertura.
L'affermazione rilasciata ieri da Trump secondo cui il petrolio venezuelano apparterebbe agli Stati Uniti, infine, segna un punto di non ritorno: si tratta d'una legittimazione della predazione e della legge del più forte che le potenze coloniali europee del XIX secolo mai avevano osato pronunciare in modo altrettanto esplicito.
Quindi no, non si tratta di ritorno alla dottrina Monroe bensì di precedenti volti a demolire giuridicamente il diritto internazionale.
La domanda che si pone a questo punto è la seguente: come potrà questa logica da Far West, questo paradigma neo-barbarico enunciante il primato della forza sulla legge, essere compatibile con la conclamata volontà di convivere con altri in un mondo multipolare?

