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La questione dell'identità, della cultura, della civiltà

di Gennaro Scala - 06/03/2022

La questione dell'identità, della cultura, della civiltà

Fonte: Gennaro Scala

Se vogliamo recuperare quanto vi era di valido nel marxismo, non possiamo eludere quella che si è dimostrata la sua principale tara storica, ovvero la questione dell'identità, della cultura, della civiltà. Sottolineo che bisogna ragionare a livello di culture e civiltà, non di nazioni, anche per evitare la commistione di socialismo e nazionalismo come si verifica in certo rossobrunismo, che spesso si risolve nel fare il tifo per la Cina o per la Russia in opposizione all'Occidente. Per avere un'idea del fattore "cultura" bisogna avere presente che tutte le potenze che si oppongono all'Occidente, che si potrebbero opporre in futuro, e che sono comunque da esso distinte, sono tutte eredi di grandi civiltà storiche dalla Russia, alla Cina, all'India, all'Iran, alla Turchia.
Qui mi preme una questione che non ho affrontato nel mio libro Per un nuovo socialismo (consultabile in wwww.gennaroscala.it, a cui rimando per i dettagli in merito a quanto scrivo) la ragione profonda per cui nonostante quella di Marx fosse una visione del mondo universalista-occidentalista fu utilizzata dalla civiltà russa e dalla civiltà cinese per la loro riscossa. Innanzitutto, sia la Russia che la Cina sono stati e continuano ad essere "imperi" ovvero i centri di una civiltà che comprende più identità singole, specialmente la Russia. E gli "imperi" in quanto tali hanno una visione universalistica non grettamente nazionalistica. Inoltre, Marx in un articolo della fine del 1848 sulla  Neue Rheinische Zeitung, scriveva la "vecchia Inghilterra verrà abbattuta solo da una guerra mondiale", poco dopo si trasferì in Inghilterra dove si convinse che il predominio del capitale (inglese) poteva essere solo sconfitto "dall'interno" tramite una rivoluzione sociale, ma che allo stesso tempo la diffusione mondiale del capitalismo tramite il colonialismo era complessivamente positiva (pur denunciandone la "barbarie"). Fu proprio per la sua componente universalistica che il comunismo potè essere una sfida globale al liberalismo capitalista altrettanto universalistico.
Altro fatto significativo è che l'odio contro la Russia di Marx in quanto "bastione anti-rivoluzionario" e principale strumento della sconfitta di Napoleone da parte dell'Inghilterra (vedi suo articolo succitato), si trasformò in russofobia, della quale si dimostrò un campione come scrive Guy Mettan nel suo libro Russofobia. La russofobia inglese fu il "ringraziamento" inglese nei confronti della Russia dopo che se ne servì per sconfiggere Napoleone. Ed era dovuta principalmente al fatto che la Russia costituiva un ostacolo per le mire inglese in Asia. Marx era più russofobo di Lord Palmerston contro cui scrisse un libello, e denunciò più volte la mancanza della necessaria decisione da parte dell'Inghilterra nel voler sconfiggere la Russia durante la Guerra di Crimea del 1853. Sempre per l'odio contro la Russia strinse un'alleanza con un politico inglese reazionario turcofilo e antirusso, David Urquhart, che durò più di un decennio. Scrisse un altro libello poco conosciuto Rivelazioni sulla storia diplomatica segreta del XVIII secolo in cui denunciava le mire di "dominio mondiale" della Russia che sarebbero costitutive della sua storia.
Tutto sommato, secondo l'ottica di Marx che visse in un periodo in cui ancora non si scorgevano le "rivoluzioni anticoloniali" che avrebbero cambiato la storia del XX secolo, era plausibile pensare che bisognasse prendere atto che la "vittoria mondiale" dell'Inghilterra fosse ormai stabilita e che "il capitalismo" si potesse cambiare solo "dall'interno" e che per questo fosse positiva la sua diffusione mondiale che "dialetticamente" sarebbe stata rovesciato dall'interno. Successivamente vennero le "repliche della storia", ma non se ne è voluto tenere conto relegando in soffitta anche quanto resta valido della sua teoria: il perseguimento dell'illimitato che nasce in ambito economico e su cui si fonda la civiltà occidentale.