A favore del diritto all'autodeterminazione dei popoli. Perchè l'Italia no?
di Luigi Scotto - 15/05/2025
Fonte: Luigi Scotto
La posizione italiana, espressa durante la recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite, suscita profonde preoccupazioni e merita una critica incisiva. L'astensione dell'Italia sulla risoluzione che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo dell'ONU rappresenta non solo una mancanza di coerenza con i principi di giustizia e autodeterminazione, ma anche un'opportunità persa per posizionarsi in modo distintivo nel panorama geopolitico attuale.
Innanzitutto, l'astensione si inserisce in un contesto in cui 143 Paesi hanno votato a favore della risoluzione, ma solo nove hanno espresso un voto contrario, tra cui Stati Uniti e Israele. Questo isolamento crescente di Israele nella comunità internazionale dovrebbe far riflettere l'Italia, la quale, astenendosi, si allinea con le posizioni più retrive e conservatrici, dimostrando una mancanza di coraggio politico. In un momento in cui il mondo sta assistendo a un cambiamento nelle dinamiche di potere, l'Italia avrebbe dovuto riconoscere la Palestina per differenziarsi dai Paesi filo-statunitensi, affermando così la propria indipendenza e la propria visione di una politica estera più equilibrata e giusta.
In secondo luogo, l'argomento utilizzato dal Rappresentante Permanente italiano, Maurizio Massari, secondo cui l'approvazione della risoluzione non contribuirebbe a una soluzione duratura del conflitto, è debole e poco convincente. La storia ci insegna che il riconoscimento dello stato palestinese è un passo fondamentale verso il dialogo e la pace. Ignorare questa realtà significa perpetuare uno status quo che ha portato solo a conflitti e sofferenze. L'Italia, in quanto membro fondatore dell'Unione Europea e attore significativo nel contesto internazionale, avrebbe dovuto prendere una posizione chiara a favore del diritto all'autodeterminazione dei popoli.
Inoltre, l'astensione italiana contraddice il principio del “due popoli, due Stati”, che il governo ha sostenuto per anni. Se l'Italia desidera davvero vedere una soluzione giusta e duratura, deve supportare attivamente il riconoscimento della Palestina, piuttosto che astenersi e lasciare che siano altri a determinare il corso degli eventi. L'assenza di un chiaro sostegno alla causa palestinese non fa altro che delegittimare l'Italia come attore credibile nel processo di pace.
Infine, la crisi umanitaria a Gaza, menzionata da Massari, non può essere risolta senza un impegno chiaro e proattivo nel riconoscere i diritti dei palestinesi. L'astensione italiana appare come un'azione che ignora le sofferenze quotidiane di milioni di persone, contribuendo a perpetuare un ciclo di violenza e oppressione.
In conclusione, l'astensione dell'Italia in Assemblea Generale è una scelta miope che non solo danneggia le aspirazioni del popolo palestinese, ma mette anche in discussione la credibilità e il futuro della politica estera italiana. L'Italia avrebbe dovuto cogliere quest'opportunità per affermare i propri valori e principi, posizionandosi come un autentico sostenitore della pace e della giustizia nel mondo.
Ambasciatore Luigi Scotto