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Abbiamo finalmente il primo perdente ufficiale del conflitto: la Germania

di Daniele Perra - 15/10/2022

Abbiamo finalmente il primo perdente ufficiale del conflitto: la Germania

Fonte: Daniele Perra

Abbiamo finalmente il primo perdente ufficiale del conflitto: la Germania (non sorprendentemente, il Paese europeo che "ospita" il maggior numero di truppe USA: circa 35.000 a fronte di un esercito tedesco che non supera i 90.000 effettivi).

Per anni la cancelliera Angela Merkel ha cercato di attuare una politica del doppio binario lavorando al contempo con Russia e Stati Uniti per trasformare la Germania nel principale centro di distribuzione del gas russo in Europa. A questo scopo, mentre assecondava i desideri di Washington di boicottare il corridoio meridionale (South Stream) che dalla Russia avrebbe dovuto portare il gas in Europa via Mar Nero, Turchia e Bulgaria, dall'altro lato, spingeva per la realizzazione del North Stream 2. A questo proposito bisogna ricordare che entrambi i corridoi (nord e sud) puntavano ad aggirare l'Europa orientale trasformata dai piani USA in antemurale atlantista contro la Russia. Già alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza del 2007 Vladimir Putin dichiarava: "E adesso, invece, loro stanno cercando di imporre a noi nuove linee di separazione e muri. Muri che, seppur virtuali, nondimeno tracciano divisioni nette, tagliando trasversalmente il nostro continente. Ci vorranno decenni, e diverse generazioni di diplomatici, per demolire questi muri." Va da sé che in quel periodo Putin parlava ancora di “grande famiglia europea”. Qualcosa che non si ritrova più nei suoi discorsi. Il 24 febbraio, infatti, si riferì agli europei occidentali in questi termini: “I loro satelliti [degli USA] non solo accettano docilmente ogni decisione e ripetono 'sì' come pappagalli, ma ne seguono i comportamenti e si conformano con entusiasmo alle regole che vengono loro imposte. Pertanto si può affermare con buona ragione che l'intero blocco occidentale, che gli Stati Uniti hanno plasmato a loro immagine e somiglianza, è intrinsecamente il medesimo impero delle menzogne”.
Tornando a Germania e Stati Uniti, il loro boicottaggio del South Stream ebbe iniziale successo. A seguito di un imponente attacco speculativo al sistema bancario bulgaro e di un incontro a porte chiuse tra i rappresentati del governo di Sofia ed una delegazione USA guidata dal fu John McCain (già protagonista di Euromaidan a Kiev con Victoria Nuland, addirittura raffiguranta in un affresco nella cattedrale di Ternopil – giusto per dare un'idea della desacralizzazione dello spazio ortodosso orientale portata avanti a tappe forzate dal 1999 in poi), la Bulgaria optò per la sospensione dei lavori. A sua volta, il progetto sostitutivo (il TurkStream) dovette subire non pochi attacchi. In quel  periodo (15 novembre 2015) arrivarono l'abbattimento di un caccia russo da parte della Turchia (cosa che portò ad una immediata fuga di capitali da Mosca ed Ankara) ed il tentato golpe contro Erdogan (luglio 2016).
L'obiettivo, naturalmente, era quello di favorire lo sviluppo di corridoi alternativi (TANAP, TAP, BTE) volti a garantire l'afflusso di gas azero in Europa (progetti comunque dal volume piuttosto basso che, al massimo, avrebbero potuto avere un ruolo complementare al South Stream).
Già a partire dal settembre 2016, il riavvicinamento tra Russia e Turchia portò ad un rinnovato interesse per il TurkStream divenuto realtà tra 2017 e 2020. Il controllo russo sulla fascia settentrionale del Mar Nero, in questo senso, è fondamentale per mettere in sicurezza questo corridoio ed evitargli un destino in stile Nord Stream. Il controllo russo sulla Crimea (con la base bavale di Sebastopoli), in particolare, consente alla flotta russa del Mar Nero di avere un prezioso punto di appoggio e rifornimento. Non a caso, l'ex generale USA, ex direttore della CIA ed ora direttore del KKR Global Institute (fondo di investimento al quale appartiene l'Axel Springer SE che possiede i giornali tedeschi Die Welt e Bild) David Petraeus ha suggerito di affondare completamente la flotta russa del Mar Nero in caso di utilizzo russo di armi nucleari tattiche anche a basso potenziale. Cosa che lascia presagire la non remota possibilità di operazioni “falsa bandiera” visto che difficilmente i russi utilizzerebbero armi nucleari in prossimità al loro territorio. Il KKR è anche famoso per aver finanziato l'Operazione Timber Sycamore con la quale la CIA riforniva i “ribelli moderati” in Siria.
La Crimea e Mariupol in mani russe, inoltre, consenteno a Mosca il pieno dominio sul sistema “cinque mari”: una rete idroviaria ideata da Stalin che, attraverso fiumi (Don e Volga) e canali artificiali connette le principali città interne della Russia ai mari del nord (Baltico e Bianco) ed a quelli del sud (Azov, Caspio, Mar Nero).
L'avvento al potere dell'inetto Scholz, il sabotaggio del Nord Stream, ed il protagonismo di Erdogan (che scalzano la Germania dal ruolo che per essa pensò l'ex cancelliera) segnano il definitivo fallimento della strategia di Angela Merkel. Un fallimento di cui è comunque corresponsabile visto che nulla ha fatto realmente per vigilare sul rispetto degli accordi di Minsk negli anni passati. Di fatto, l'unica via che avrebbe potuto frenare il conflitto in corso.

P.S. Da non tralasciare il fatto che da quando il norvegese Jens Stoltenberg (uomo dei Clinton e di Tony Blair) è segretario della NATO (dal 2014, dice nulla?), il suo Paese, nonostante l'usura dei giacimenti e con tanto di nuovo collegamento verso la Polonia, ha enormemente aumentato i propri profitti derivati dalla vendita di gas e petrolio. Per il 2022 si parla di 109 miliardi di dollari di guadagni (un aumento di oltre 80 miliardi rispetto all'anno precedente).