Allarmi son fascisti
di Roberto Pecchioli - 31/10/2025

Fonte: Ereticamente
Sono sinceramente preoccupato: il mondo pullula di fascisti, l’Italia ne è addirittura piena. Spuntano da tutte le parti, come l’acqua durante un’alluvione. Sconfitta nel 1945, l’ideologia del cavaliere Benito Mussolini, maestro elementare di Predappio nella Romagna solatia dolce paese, è più viva che mai. La praticano un po’ tutti, anche se nessun fascista redivivo la riconoscerebbe. Aveva ragione, all’alba della repubblica – democratica e antifascista, ci mancherebbe- Leo Longanesi ( un altro romagnolo) il quale sosteneva che in Italia ci sono due tipi di fascisti: quelli propriamente detti e gli antifascisti. La tesi del sulfureo polemista di Bagnacavallo si è estesa all’universo mondo. Fascisti dovunque, forse discesi da Marte, come nella satira di Corrado Guzzanti. All’armi, son fascisti, stanno dappertutto e iniettano veleno anche nelle tempre più robuste.
A Emanuele Fiano, ex deputato del PD, è stato impedito di parlare a Venezia, all’università Cà Foscari, da un gruppo che sventolava bandiere rosse, disegnava falci e martelli, urlava slogan comunisti. Ebreo, è stato ridotto al silenzio: fuori i sionisti dalle università. Nelle quali evidentemente è sconosciuta la differenza tra ebraismo e sionismo. Il povero Emanuele ha dovuto battere in ritirata, non prima di avere rivelato al mondo che i suoi contestatori rossi erano fascisti. Uguale convinzione hanno espresso sussiegosi giornalisti mainstream e lo stesso Gad Lerner, ebreo anch’egli. Si sarà trattato di una vendetta di fasci mascherati per le leggi proposte da Fiano quando era deputato (la sua trombatura è una prova dei complotti neri!) tese a vietare gadget, santini e calendari del Dvce ( maiuscolo e con la “v” latina!).
A Genova un liceo occupato è stato invaso e lordato con svastiche: fascisti con l’aggravante del nazismo. Peccato che la reductio ad hitlerum non abbia retto alle testimonianze degli stessi occupanti. Gli attaccanti erano “maranza”. Fascisti anche loro. Le camicie nere variamente travestite hanno in mano l’Italia e non solo. Brrr. Sempre a Genova un sindacalista della Cgil denunciò un’inesistente aggressione fascista durante la campagna elettorale comunale. Al malcapitato l’ossessione antifà avrà provocato miraggi. Fata Morgana fa il saluto romano e fischietta Giovinezza. Il Male Assoluto fascista, ammesso persino da Gianfranco Fini, fascistissimo sino a un attimo prima, è tornato al potere. Lo dice un’esperta di livello mondiale come Elena Ethel Schlein vulgo Elly, il cui accorato allarme per la democrazia ferita è stato tuttavia smentito da Romano Prodi, un altro fascista dell’ultima ora. Bologna e Predappio sono vicine.
Fuor d’ironia: il fascismo immenso ed eterno è diventata un’ossessione, una fobia di massa alimentata ad arte. Fasciofobia. Dappertutto fascisti, anche se comunisti, come i contestatori di Fiano, liberali, socialisti, conservatori, moderati o chissà che altro. Fascista è tutto ciò che non piace alla gente che si piace. Nessuna connessione con la storia e la realtà, un espediente dialettico il cui scopo è screditare, demonizzare, espellere dal campo chiunque non la pensi come vogliono gli squadristi dell’egemonia intellettuale, giornalistica, politica. Benito è un ottimo datore di lavoro.
A distanza di ottant’anni da Dongo e piazzale Loreto, campano attaccandolo in molti. Le librerie traboccano di libri di illustri fascistologi. Paolo Berizzi, Antonio Scurati, Christian Raimo sono i più rinomati. Rabdomanti del fascismo che cercano e rintracciano in ogni piega della società. A loro onore va detto che almeno non fanno la confusione, a cavallo tra comicità involontaria e nevrosi, che ha colto altri. Emanuele Fiano ha serie ragioni familiari per il suo rispettabile antifascismo, ma non può confondere le bandiere rosse con le camicie nere. Siamo nel daltonismo, la confusione dei colori. Dagli anni Cinquanta, dalla Personalità Autoritaria di Theodor Adorno, il fascismo è stato trasformato da ideologia tramontata a simbolo antropologico di ogni male, malattia di menti perturbate. Umberto Eco coniò addirittura il termine urfascismo, una categoria mentale eterna, archetipica.
Inutile chiedere di smetterla con le categorizzazioni del passato remoto e con l’imbroglio delle parole. Sarebbe come togliere a Linus la sua coperta o al vecchio Catone l’avversione per Cartagine. Il fascismo maniacale può essere attribuito indifferentemente a un comportamento, a un’idea e al suo contrario. E’ consolatorio , rassicurante, permette di appiccicare un’etichetta a chiunque per ogni parola o atto sgradito.
A chi scrive- non più giovane- ricorda la pubblicità di un liquore nella trasmissione radiofonica Tutto il calcio minuto per minuto. Al termine delle partite una voce invitava: se la vostra squadra del cuore ha vinto, brindate con Stock. Se ha perso, consolatevi con Stock. Interveniva una voce femminile: e se ha pareggiato ? Sempre Stock, era la risposta. Il fascismo è il brandy-panacea di ieri, di oggi e probabilmente di domani. Funziona sempre, poiché i fascisti – giganti immaginari come i mulini di Don Chisciotte- sono colpevoli di tutto ciò che non piace ai Buoni, agli Illuminati, agli Assennati. Più malvagi di Cattivik, più sfuggenti di Diabolik, onnipresenti come la pubblicità, inafferrabili come Fantomas.
Maledetto Benito, fai danni anche da morto !

