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Ancora sulla questione tedesca, tra atlantici e continentali

di Fabio Falchi - 22/08/2019

Ancora sulla questione tedesca, tra atlantici e continentali

Fonte: Fabio Falchi

Mentre aspettiamo di sapere di che morte moriranno gli italiani (meglio prevedere il peggio...), ritorno brevemente sulla questione tedesca.
Ieri ho sentito un ragazzino dire a sua madre: "Mamma dobbiamo comprare una villa, con nove grandi stanze, un bel parco e una bellissima piscina".
"La compreremo, certo, quando vinceremo al Superenalotto", gli ha risposto sua madre.
Io invece vorrei che l'Italia uscisse subito dalla NATO e diventasse parte integrante di un unico grande spazio geopolitico eurasiatico. Come? "Basta seguire Berlino ", rispondono alcuni. Ma seguire Berlino sarebbe come vincere al Superenalotto?
Più volte, su FB e in vari articoli, ho cercato di mettere in evidenza gli enormi ostacoli che si frappongono alla formazione di un "asse geopolitico" Berlino-Mosca. Ma ammettiamo, per assurdo, che sia possibile in questa fase storica, che cioè Berlino si stacchi del tutto dagli USA, salti il muro della NATO nell'Europa orientale, senza spezzarsi le gambe, e firmi con Mosca un "Patto d'acciaio".
In questo caso, la Germania trascinerebbe (è proprio il caso di usare questo verbo) con sé pure l'Italia e quindi anche per il nostro Paese i "giochi sarebbero fatti".
Finalmente sarebbe possibile abitare in una villa con nove stanze, con un bel parco e con una bellissima piscina. Ma chi vi abiterebbe ? Non certo gli italiani. L'Italia dovrebbe ovviamente pagare alla Germania made in USA ( già, perché la Germania di oggi è comunque made in USA) il prezzo per essere "liberata", questa volta dai tedeschi anziché dagli americani (sarebbe quindi una sorta di guerra di "liberazione" 1943-45 alla rovescia).
Insomma, l'Italia dovrebbe fare diverse manovre Monti elevate al cubo, portare l'età per andare in pensione a 70 anni , dimezzare le pensioni, ridurre i salari, privatizzare buona parte della sanità , cedere le proprie aziende pubbliche strategiche, ridurre del 50% il personale della PA, trasformarsi in un gigantesco "porto aperto" per accogliere nel giro di tre decenni almeno una decina milioni di migranti "economici", tagliare la rete ferroviaria secondaria, non investire in opere pubbliche, avere un sistema educativo "rosa-verde" e Lgbtq, "esportare" milioni di giovani e via dicendo.
Al tempo stesso, poiché la Germania made in USA di cultura e storia tedesca non ne vuole nemmeno sentire parlare, come ha chiaramente detto la Capitana, nuova eroina della Germania made in USA, ci si dovrebbe ancor più "americanizzare" sotto il profilo culturale e sociale (e lo stesso dovrebbero fare i russi, che notoriamente non aspettano altro!).
Varrebbe la pena di pagare un simile prezzo? Se Putin fosse italiano sarebbe disposto a pagarlo?
Certo, se la Germania puntasse sul potenziamento dell'area mediterranea (ma la Germania non ha mai avuto un vera strategia mediterranea, casomai è sempre stata interessata ad una penetrazione strategica nell'area danubiana, Balcani inclusi), se... se... Ma un conto è il possibile un altro il probabile, ossia un conto è la fantageopolitica un altro la geopolitica.
"Smarcarsi" dalla pre-potenza degli USA è sì necessario ma non facile, benché non sia escluso che sia proprio l'America, per i problemi e i conflitti - anche e soprattutto all'interno degli stessi vertici politici degli USA - che derivano dalla crisi della sua egemonia, a creare le condizioni per la formazione di uno spazio geopolitico diverso da quello "atlantista" che ha contrassegnato la storia dell'Europa occidentale a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale.